Sciopero della fame dei circa 400 abitanti di Linosa (Agrigento) che protestano per la mancanza di carburante nell'isola. Lo ha annunciato il consigliere comunale di Grande Sud, Gerardo Errera. Da stamane davanti gli uffici della delegazione comunale e' in corso una manifestazione.
Nella piccola isola delle Pelagie, che amministrativamente e' unita a Lampedusa, il rifornimento di benzina e' ormai diventato un problema per mancanza di una pompa funzionante. L'unica presente nell'isola e' attualmente fuori servizio.
Una storia travagliata quella del carburante sull’isola che fino all’estate 2010 era garantito a mezzo nave, in modo tale che i cittadini potessero acquistare, in un solo momento, tutta la benzina di cui avrebbero usufruito per l’intero anno, sopportando non solo il notevole costo, ma anche il rischio di custodire i fusti infiammabili presso le proprie abitazioni.
Una situazione del genere sembra inverosimile visto che la rete italiana dei distributori di carburante è la più capillare d’Europa. E infatti la soluzione sembrava imminente destinando un’area dell’isola alla costruzione di un impianto per la distribuzione di carburanti, opera realizzata nll’estate 2012. Ed è proprio all’alba della scorsa estate che gli isolani, privati sia dei fusti che dell’arrivo del carburante intraprendono la strada della protesta, iniziata il 15 giugno, con la quale reclamano quella benzina che è sia un diritto di mobilità ma anche garanzia per il sostentamento dell'intera comunità. Infatti Linosa, piccola isola del Mediterraneo, appartenente all’arcipelago delle Pelagie vive di turismo, un turismo sostenibile, organizzato con le risorse esclusive degli abitanti che ingegnandosi come possono organizzano e vivono di escursioni, in barca e in pulmino, vendita di capperi e di lenticchie, che necessitano per la loro produzione di mezzi a motore per lavorare il terreno, noleggio di motorini, si evince che la benzina sia elemento essenziale per lo svolgimento di tali attività.
Per tutta l’estate 2012 gli isolani sono costretti a recarsi a Lampedusa per fare rifornimento, non solo pagando il carburante a prezzo pieno e notevolmente maggiore rispetto al costo nazionale, ma dovendovi anche aggiungere il costo per lo spostamento. Sull’isola, attualmente, l’economia è in ginocchio, si sono svuotate le riserve disponibili ed è aumentata proporzionalmente l’indignazione di una popolazione gravata dai doveri che discendono dalla cittadinanza italiana senza essere remunerata dai correlativi diritti. Il clima è pesante e nonostante il sollecito dell’amministrazione comunale affinché si faccia luce sul problema nessuna risposta è stata data. Ed è di fronte a questo silenzio che la popolazione, riunitasi nella sede comunale in data 26 novembre 2012 ha indetto lo sciopero della fame di tutta la popolazione, coinvolgendo anche gli esercizi commerciali dell’isola che resteranno chiusi a tempo indeterminato.
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Come mai quando scioperano i Gestori devono assicurare i servizi minimi, quando si tratta delle compagnie che fanno i vari rifornimenti, queste regole non valgono. E mi riferisco specialmente alla compagnia di bandiera. perche lo stato allarma tutti i prefetti nel primo caso , mentre nel secondo non prende nessun provvedimento? Non è tutta ITALIA , non siamo tutti ITALIANI ? O Per LINOSA non vale il pubblico servizio ?