Le polemiche sui prezzi e la “stretta” della Gdf
Cambiano le accise, scatta l’allarme speculazione. Un riflesso condizionato, si direbbe. Successe all’inizio del 2023, con il ritorno alle aliquote “normali” dopo gli “sconti” di Draghi – e finì malissimo, con il pasticcio del cartello del prezzo medio regionale. È successo anche stavolta, con il “riallineamento” in vigore dalla scorsa settimana. Viene quasi da pensare che la parola “speculazione” esca dal cilindro per mettere una pezza su un’operazione un po’ bislacca, che rischia di attirare critiche e dissensi.
Ieri la Gdf ha diffuso una nota dall’altisonante titolo “Prezzi del carburante: stretta anti-speculazione della Guardia di finanza”, in cui si legge tra l’altro: “Al via il dispositivo di contrasto agli illeciti, in concomitanza con il recente riallineamento accise. Nell’ultimo biennio contestate circa 10.000 violazioni”. La Gdf, prosegue la nota, “per arginare le condotte illecite lesive della leale concorrenza, ha avviato un piano su scala nazionale, finalizzato a verificare il rispetto delle previsioni normative recentemente implementate, con il coinvolgimento degli oltre 660 Reparti operativi del Corpo e il costante supporto dei Reparti Speciali”.
Troppa grazia. Nei giorni scorsi le associazioni dei consumatori hanno diffuso i soliti allarmi sulla “speculazione”, facendo leva sui prezzi pubblicati dalla Staffetta e annunciando i soliti esposti che puntualmente finiscono nel nulla. La stessa Staffetta ha segnalato una certa resistenza a ribassare i prezzi della benzina. Possibile dunque che qualcuno abbia approfittato del calo per rimpinguare un po’ i margini.
Detto questo: c’è un obbligo di adeguare al ribasso i prezzi, sulla base del calo dell’accisa? La risposta ovviamente è no: la distribuzione dei carburanti è un mercato libero. La “stretta” proclamata dalla Gdf appare dunque una mera operazione di facciata: cosa vanno a controllare i militari? Vengono in mente le parole di un famoso genovese: “Prima pagina, venti notizie, ventuno ingiustizie e lo Stato che fa? Si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità”.
Il prezzo della benzina è sicuramente tema sensibile che impatta sulla vita delle persone. E ha un senso che lo Stato – un po’ come la moglie di Cesare – dia mostra di essere “sul pezzo”. Detto questo, ci si aspetterebbe analogo dispiegamento di forze anche su altri temi (uno su tutti, il flash point), oltre che, magari, una maggiore cura nell’adozione e comunicazione dei provvedimenti sulle accise: una decisione presa nottetempo che ha creato non pochi grattacapi agli operatori.
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana

