Sulla vicenda dei fratelli Centrone, Gestori di un impianto IP a Trani che è apparsa su tutti i giornali come la storia del Gestore più caro d’Italia, la compagnia petrolifera IP -nell’ufficializzare ai vari organi di stampa il ricorso al tribunale per richiedere la restituzione dell’impianto – ha anche fatto alcune dichiarazioni apparse poi anche su diverse testate online.
Secondo quanto riportato da Telenorba, la compagnia interviene per sottolineare quanbto segue; “il ricorso è stato presentato dalla IP in quanto la Gestione si è resa reiteratamente inadempiente con riferimento ai più basilari obblighi contrattuali”. Sempre IP ribadisce, sull’intera vicenda, che “alla Gestione del Punto Vendita venivano regolarmente riconosciuti i margini di gestione così come previsti dall’Accordo Sindacale vigente per la rete IP e quindi non i 3 centesimi litro dichiarati” e che “alla Gestione compete determinare il prezzo praticato al pubblico”. “Nel caso di specie”, aggiunge IP, “la Gestione a decorrere dal 2019 ha deciso di non attuare le azioni promozionali previste dal precitato Accordo Sindacale ovvero quelle proposte da IP”.
Insomma, per IP le uniche responsabilità sono del Gestore.
Proprio in relazione a questa nostizia ci arriva una comunicazione congiunta delle associazioni di categoria Gaia e Gc_Treviso a firma dei presidenti Fulvio Bettenzoli e Moreno Parin, i quali sugeriscono a Telenorba di porre due semplici domande a Italiana Petroli per maggiori chiarimenti in merito alle dichiarazioni della compagnia petrolifera.
- Voi affermate che i margini di gestione riconosciuti al gestore non sono quelli dichiarati dallo stesso, 3 centesimi al litro, ma quelli stabiliti dall’Accordo Sindacale, purtroppo avete omesso di indicare il margine previsto dall’accordo citato, lasciando alla libera interpretazione dell’utenza il margine riconosciuto, oltretutto tale omissione presuppone che al gestore possa essere riconosciuto un margine inferiore a quanto dallo stesso dichiarato; Per questo chiediamo di fornirci l’esatto valore del margine riconosciuto alla gestore.
- Il secondo chiarimento verte sulla Vostra dichiarazione che: “alla Gestione compete determinare il prezzo al pubblico”, quindi si da per scontato che il gestore è libero di determinare il prezzo di vendita dei carburanti senza che Italiana Petroli possa eccepire alcunché. Questo significherebbe che il gestore per la determinazione del prezzo di vendita opera come una qualsiasi impresa commerciale, quindi si desume che il gestore non avrebbe dovuto lamentarsi per i prezzi dei carburanti dallo stesso praticati essendo gli
stessi frutto di una libera scelta imprenditoriale.
Premesso che non riusciamo a collegare la libertà di fissare il prezzo di vendita con la parola “margine riconosciuto”, e si perdoni la nostra ignoranza in materia, per meglio comprendere la vicenda siamo a chiedere la modalità di acquisto dei carburanti da parte del gestore e come viene determinato il prezzo di acquisto, ovvero il gestore è libero di acquistare i carburanti nel libero mercato, al miglior prezzo del momento, e di conseguenza decidere liberamente il relativo prezzo di vendita al pubblico?
Se la Vostra risposta sarà affermativa allora la vicenda si conclude qui e il gestore ha strumentalizzato i media per incolpare altri, in questo caso Italiana Petroli, di scelte commerciali folli decise in piena autonomia, e questo sarebbe molto grave sotto tutti i pun0 di vista.
Nel caso la risposta sia negativa, ovvero il gestore i carburanti li acquista esclusivamente da Italiana Petroli a seguito dell’obbligo di acquisto in esclusiva, siamo a chiedere quale sia il prezzo di vendita che praticate al gestore e come viene da Voi determinato, ovvero c’è un unico prezzo di vendita ai gestori in ambito nazionale e/o regionale e/o provinciale, oppure Italiana Petroli decide il prezzo di vendita al singolo gestore? Nel caso il prezzo sia determinato per il singolo gestore, senza che questi possa eccepire alcunchè, quali sono le dinamiche che sottendono alla formazione di tale prezzo? E perché i gestori devono avere un prezzo di acquisto diverso uno dall’altro?
La nota conclude che chiarite queste due semplici domande può essere ricompresa tutta la vicenda, dalla risposta di Italiana Petroli si comprenderà al 100% chi dei due contendenti abbia ragione.

