EG Italia, la nuova geografia degli impianti dopo l’operazione di cessione

Con il via libera dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato prende definitivamente forma il riassetto di EG Italia, ceduta dal gruppo britannico EG Group a un consorzio interamente italiano composto da Pad Multienergy, Vega Carburanti, Toil, Dilella Invest e G.I.A.P. Un’operazione dal valore complessivo di 425 milioni di euro, che segna l’uscita di EG Group dal mercato italiano e ridisegna la mappa della distribuzione carburanti nel Paese.

La cessione è stata strutturata in due fasi: una prima acquisizione unitaria della rete e una successiva ripartizione degli impianti tra i diversi operatori del consorzio, secondo uno schema ritenuto compatibile con le regole della concorrenza.

La quota più consistente degli impianti è andata a Vega Carburanti, che rileva una rete diffusa soprattutto nel Nord Italia. Gli impianti assegnati a Vega sono concentrati in Lombardia, con una presenza significativa anche in Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Liguria e Sardegna. Si tratta prevalentemente di punti vendita stradali a marchio Esso, ai quali si affiancano contratti di fornitura extra-rete e attività non oil, rafforzando il profilo industriale del gruppo.

La suddivisione degli impianti

Vega Carburanti S.p.A.

Vega acquisisce 327 impianti di distribuzione carburanti, di cui:

  • 308 sulla rete stradale ordinaria

  • 19 sulla rete autostradale

Gli impianti sono quasi tutti a marchio Esso (solo due a marchio Q8) e distribuiti in 13 regioni, con una forte concentrazione in:

  • Lombardia (120)

  • Piemonte (59)

  • Emilia-Romagna (43)

  • Sardegna (35)

  • Liguria (33)

  • Veneto (28)

Il ramo include anche:

  • attività non oil (bar, ristorazione, autolavaggi)

  • un contratto di rifornimento extra-rete

Una porzione altrettanto rilevante della rete è stata assegnata a Pad Multienergy, che consolida così la propria presenza in diverse aree strategiche del Paese. Gli impianti rilevati da Pad risultano distribuiti principalmente in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Sardegna, con ulteriori presenze in regioni del Centro-Nord. Anche in questo caso l’operazione non si limita alla sola rete retail, ma comprende rapporti di fornitura extra-rete e attività complementari, confermando una strategia di crescita orientata all’integrazione commerciale.

PAD Multienergy S.p.A.

PAD rileva 339 impianti, così suddivisi:

  • 322 sulla rete ordinaria

  • 17 sulla rete autostradale

La rete è distribuita in 14 regioni, tra cui:

  • Lombardia (103)

  • Piemonte (68)

  • Sardegna (53)

  • Emilia-Romagna (39)

  • Lazio (20)

  • Liguria (19)

Oltre agli impianti carburanti, PAD acquisisce:

  • attività non oil (convenience store, ristorazione, autolavaggi)

  • 25 contratti di fornitura extra-rete, prevalentemente verso pompe bianche

Le restanti stazioni di servizio sono state ripartite tra Toil, Dilella Invest e G.I.A.P., con una distribuzione più mirata e localizzata. In particolare, questi operatori rafforzano la propria presenza in alcune aree del Centro e del Sud Italia, senza determinare concentrazioni tali da alterare l’equilibrio competitivo a livello regionale. Proprio questo elemento ha consentito all’Antitrust di autorizzare l’operazione senza imporre dismissioni correttive.

Sul piano finanziario, l’operazione è stata sostenuta anche dal sistema bancario. Come riportato da Affaritaliani.it, Banco BPM ha definito un finanziamento a favore di Vega Carburanti, funzionale all’acquisizione della quota di EG Italia, a conferma della solidità del progetto industriale e dell’interesse degli istituti di credito verso operazioni di consolidamento nel settore.

Con la chiusura di questo dossier si conclude una delle operazioni più rilevanti degli ultimi anni nella distribuzione carburanti italiana. La rete ex EG Italia passa ora sotto il controllo di operatori nazionali già strutturati, chiamati a dimostrare sul campo se questo riassetto porterà maggiore efficienza, investimenti e stabilità in un comparto che continua a scontare ritardi regolatori e una riforma della rete ancora ferma al palo.

pad_vega_antitrust

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Luciano
Luciano
7 giorni fa

Finalmente degli imprenditori ITALIANI .Buon lavoro

Giak
Giak
5 giorni fa

Sentito un paio che si ritrovano con GIAP, si preparano a cambiare mestiere…

Ex gestore
Ex gestore
4 giorni fa

Tutta roba che finirà in mano a presidianti asiatici o rimarrà chiusa a tempo indeterminato. Invece di iniziare a chiuderli, continuano a palleggiarseli.

SALVATORE
SALVATORE
4 giorni fa

Che cosa possiamo aggiungere a questa nuova realtà che si è venuta a creare dopo questa ennesima cessione da EG Group a questo consorzio composto da altri cinque soggetti tutti italiani, e che a questo punto direi che si è fatto uno spezzatino dove io ho dei dubbi che questa operazione porti dei benefici per un motivo semplice e che fa riflettere in quanto quello che abbiamo assistito in questi ultimi anni non ha portato nulla di buono per quanto riguarda la categoria ,ed io spero di sbagliarmi scrivendo che nutro dei dubbi in quanto se non si è ottenuto nulla da compagnie importanti e dominanti da diversi anni qui in Italia la vedo dura dopo questa ennesima operazione per il semplice motivo che non essendo più rilevanti nel settore si comporteranno come privati e quindi non accetteranno accordi a livello nazionale e si comporteranno di conseguenza!!!!

Luciano
Luciano
Rispondi a  SALVATORE
3 giorni fa

Penso si comporteranno come chiunque faccia un passo del genere come un imprenditore che impegnando 450 milioni voglia ottenere dei risultati Certo si poteva fare altro ,magari una coop ,un consorzio tra gestori, una gestione sindacale .No meglio aspettare e criticare Quello che abbiamo assistito in questi ultimi anni è stata la totale assenza, la totale rassegnazione di sindacato e gestori. Nessuna responsabilità, nessuna presa di posizione, nessun segno di forza, nulla ,nulla se non misera politica .Dobbiamo sempre farci una domanda, noi cosa abbiamo fatto per migliorare ? In questi anni ci hanno massacrato !!! Cosa ho fatto per difendermi ? Chi e preposto alla mia difesa lo.ha fatto ? oggi entra il consorzio, domani gli Azzeri di IP ,noi che aspettiamo contratto e tipologia contrattuale a un centesimo al litro da anni ,Di cosa vogliamo parlare

SALVATORE
SALVATORE
Rispondi a  Luciano
3 giorni fa

Per quanto mi riguarda in merito a ciò che è scritto nel post ,per me sfondi una porta aperta il commento che ai descritto è ampiamente condivisibile e dare una risposta a quello che dici non è semplice in quanto credo che una risposta unica non c’è e non credo che si può racchiudere il tutto in un piccolo commento….. ma si può aggiungere che in questi anni abbiamo assistito ad una involuzione sia a livello politico e anche a livello di rappresentanza sindacale, questo per un motivo semplice e che la politica e le parti sociali non trovano più un dialogo costruttivo e di conseguenza il sindacato non ha più il potere di contrattare con i governi di turno e come ” un discorso tra un sordo e un muto” ed infine i giovani non credono più nel sindacato e quindi un calo vistoso di tesserati nel sindacato non aiuta certamente e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti???

Luciano
Luciano
Rispondi a  SALVATORE
2 giorni fa

L errore caro Salvatore lo si può leggere nel tuo post, certo senza colpe da parte tua, anzi ,ed è mischiare la POLITICA con le ns rivendicazioni ,poi se la politica si mischia con sindacato, basta ricordare l inutile lotta sul cartello !!! Siamo fritti e difatti siamo nella merda assoluta ,il sindacato ci ha usato come ariete per “sfondare ” il governo, difatti per il contratto nessun sciopero, per DURSO tre giorni !!! O sbaglio Qesto ci ha portato essere marginali nel sistema sindacale Le rivendicazioni vanno fatte alle compagnie, i contratti vanno discussi e pretesi dalle compagnie, i margini vanno pretesi dalle compagnie il sindacato deve eliminare la politica e forse non sarà tardi

Gianni M
Gianni M
Rispondi a  Luciano
2 giorni fa

Ammetto che, quando leggo certi discorsi, mi chiedo se chi li fa ci sia o ci faccia.
La politica è (e dovrebbe essere) quella che crea le regole per permettere a due soggetti di convivere in modo equilibrato. Nel nostro caso, però, siamo stati abbandonati da tempo proprio da quella politica che invece continua a garantire le prerogative — e spesso anche l’impunità, vedi i contratti non conformi — della parte più forte: le compagnie petrolifere.

La partita, caro il mio appena sceso sulla Terra, si sta giocando esattamente qui: nel tentativo di scrivere nuove regole che obblighino le compagnie a contratti regolari e a rinnovare gli accordi economici, invece di congelarli all’infinito.

Non è difficile.
Volendo, ce la puoi fare anche tu.

Luciano
Luciano
Rispondi a  Gianni M
2 giorni fa

Hai perfettamente ragione ,continuiamo a chiedere l elemosina ,continuiamo a sperare che ci sia sempre altri a fare i cazzi tuoi !!!sono 20 anni che non porti a casa più di un centesimo netto al litro ,i costi sono centuplicati e chiedo alla politica ¡!!I soldi si chiedono a chi li ha ,alle compagnie !!! Si obblighino le compagnie a fare contratti dignitosi !! Non il governo ma noi !se i politici se ne fregano NOI dovremmo lottare per i nostri diritti. Caro il mio continua a sperare nella politica e piangerti addosso 20anni a 3 centesimi al litro !!!!e avete anche il coraggio di parlare !!!!

Gianni M
Gianni M
Rispondi a  Luciano
2 giorni fa

Hai ragione: i soldi si chiedono a chi li ha, cioè alle compagnie. Peccato però che le regole del gioco non le scriviamo noi , e senza regole puoi anche urlare quanto vuoi, ma quello che ottieni è solo di farti ignorare meglio.
Dire “non il governo ma noi” suona molto eroico, ma nella vita reale – non in un film – se le compagnie non sono obbligate per legge , semplicemente non ti ascoltano. E indovina chi può obbligarle? Spoiler: non il singolo gestore, né il gruppo WhatsApp.
Sul fatto che siano 20 anni a 3 centesimi al litro siamo d’accordo. La differenza è che qualcuno prova a cambiare le regole perché altri 20 anni così non regge nessuno, mentre tu proponi di continuare a sbattere la testa contro il muro sperando che, prima o poi, il muro si commuova.
E no, non è “piangersi addosso” dire che senza contratti dignitosi imposti per legge le compagnie fanno quello che vogliono. Piangersi addosso è credere che basti “lottare” senza strumenti, senza norme, senza un potere reale dall’altra parte.
Quindi tranquillo: nessuna elemosina, nessuna speranza cieca.
Solo una constatazione semplice: senza politica non obblighi nessuno , e senza obblighi le compagnie continuano a fare esattamente quello che fanno da 20 anni.
Il resto è sfogo. Comprensibile, ma non risolutivo.

Luciano
Luciano
Rispondi a  Gianni M
1 giorno fa

Perfetto, ragionamento perfetto se vogliamo continuare a un centesimo per altri 20.anni ,tutto bene .La mia esperienza ha visto molti muri abbattersi basta sapere e volere colpire .Vorrei vedere se i gestori IP proclamassero uno sciopero ad oltranza dal primo gennaio cosa direbbero.i nuovi proprietari, poi Eni ,poi Esso,poi Agip.vediamo se le compagnie petrolifere continueranno a fare le sbruffone Vedi caro il mio Gianni noi dobbiamo essere consapevoli che se vogliamo blocchiamo il paese ,e possiamo obbligare chiunque a venire a patti basta volerlo BUON ANNO

SALVATORE
SALVATORE
Rispondi a  Luciano
2 giorni fa

Credo che la politica di destra o di sinistra è quella che detta le regole del gioco altrimenti mi devi spiegare che cazzo ci vanno a fare li a Montecitorio a scaldare il culo per incassare 15000 euro al mese come minimo, alla faccia di quei poveri disperati dei benzinai e questo non riguarda solo la nostra categoria…. e questo è difficile da capire!!!! e come un capofamiglia che deve dare le linee guida per insegnare le regole di come si vive nella società , altrimenti è un gregge senza il pastore. E aggiungo che il Sindacato alle compagnie gli fa un baffo in quanto non accetteranno mai le regole discusse da un sindacato e non dimenticarti che gli impianti sono di loro proprietà e faranno di noi ciò che vorranno, a meno che le regole non vengono decise dall’alto, d’altronde” il potere logora chi non c’è l’ha ”!!!

Luciano
Luciano
Rispondi a  SALVATORE
2 giorni fa

Cosa vanno a fare a Montecitorio a scaldare la sedia ?Certo finalmente l hai capito !!! Come molti altri .anzi ,mi sembra che il Bitonci sia passato a altro, quindi si torna a capo con la ristrutturazione Contate sulla politica ,l unica che da da mangiare solo ai politici ,pensi che le acquisizioni del.consorzio e dell IP sia stata fatta senza interessare la politica e come hai ben detto gli impianti sono loro delle compagnie non della politica,

SALVATORE
SALVATORE
Rispondi a  Luciano
2 giorni fa

Presto ti renderai conto chi darà le carte sul tavolo, anche se non vuoi capire che la partita non la giochi senza il mazziere , ma io spero e mi auguro che questo tiremmolla finisca , che questa roba non duri ancora per molto perché sul campo le perdite” di vite” o di posti di lavoro sono ingenti e concludo dicendo che nel frattempo noi pagheremo un caro prezzo e questi delle petrolifere avranno raggiunto il loro obbiettivo….fattene una ragione e accetta la realtà ???