Quando, ieri sera, ci ha raggiunto la notizia della scomparsa di Franco Bertini siamo rimasti increduli: in fondo il suo ottimismo ci aveva contagiato e non più di tre/quattro mesi fa’ ci aveva rassicurato sulle sue condizioni di salute. Il peggio è passato -diceva- e via a ragionare di progetti, di futuro, di cose da fare, di appuntamenti da concretizzare.
Aveva, per la malattia, mollato anche la bicicletta che per un lungo tempo, dopo aver lasciato la presidenza Faib, gli aveva tenuto compagnia e gli aveva consentito di farsi nuovi amici. Nuovi compagni di avventura. Nuovi interessi.
Eppure, ogni volta che sentivi Franco al telefono, sembrava che il tempo non fosse passato tanta era la sua voglia di sentirsi ancora parte attiva, interprete di quelle aspirazioni che fanno dei Gestori una Categoria. Quelle aspirazioni e quella voglia di partecipazione che lo avevano consacrato dirigente di un settore nel quale ha trascorso gran parte della sua vita.
Poi, inaspettato, il male che ti colpisce a tradimento mentre stai riprogrammando la tua vita e spezza anche la possibilità di una serena maturità. Poi la battaglia, giorno per giorno, per recuperare una parvenza di normalità. Poi la rinnovata voglia di lottare ogni volta che giunge un responso positivo all’ultima analisi. Poi la convinzione di avercela fatta. Poi, il silenzio che spazza ogni sogno. Ogni speranza.
Eppure Franco, nella memoria di molti, rimarrà a lungo come uno degli ultimi rappresentanti capaci di dar voce ai Gestori che si sono ritrovati sotto le bandiere della Faib.
A noi, che abbiamo condiviso con Franco un lungo pezzo di strada, rimane un senso di vuoto, l’impossibilità di fare un commento, la battuta ironica che spesso hanno contraddistinto sopratutto le nostre ultime conversazioni.
Ciao Franco, che il tuo nuovo cammino ti sia lieve. Noi non ti dimenticheremo.
E’ uno di quelli che ha difeso il prezzo massimo imposto dalle compagnie.Un grave errore per noi gestori. Umanamente non lo conoscevo ma come sindacalista è stato travolto dai tempi.