
E’ successo a Firenze alla stazione di servizio di Piazza Alberti, dove Andrea Di Salvo, noto come il “Benzivendolo”, è stato aggredito dopo essersi rifiutato di riempire delle bottiglie con la benzina, un’operazione vietata per legge.
L’accaduto è stato denunciato dallo stesso Di Salvo attraverso un post/sfogo sui social network, in cui ha descritto la drammatica esperienza. “Quindici/venti anni fa dicevo ai miei amici che saremmo arrivati come gli Stati Uniti, delinquenza e bande varie,” esordisce Di Salvo nel suo post. “Stamattina me la sono vista brutta con due nordafricani, che volevano a tutti i costi la benzina nelle bottiglie, assolutamente vietato.”
Quando il benzinaio ha rifiutato di fare rifornimento all’interno di bottiglie di plastica, le due persone hanno reagito con violenza. “Hanno cominciato a urlare ed ero convinto che mi avrebbero messo nel mezzo. Vi giuro che ero convinto che finiva male, uno era anche più grosso di me, ho pensato ‘ora mi rompono tutto’, ho avuto timore davvero,” ha raccontato Di Salvo. Fortunatamente, l’arrivo di un passante ha evitato il peggio, costringendo gli aggressori a fuggire.
Di Salvo ha voluto precisare che il suo sfogo non riguarda questioni di nazionalità o la sicurezza a Firenze: “Evitate commenti sulle colpe del sindaco perché non c’entra nulla, è una questione nazionale,” conclude il post, rivolgendo un abbraccio a “tutti quelli che sono in Italia e sono persone che fanno crescere questo paese.”
L’episodio fa pensare alla sicurezza che manca per chi gestisce una stazioni di servizio, un settore che ha già suoi problemi per via delle normative stringenti e delle difficili condizioni lavorative. L’aggressione subita dal collega “Benzivendolo” è un chiaro segnale di come basta poco per attivare situazioni di pericolo lasciando i Gestori spesso in balia degli eventi.
Questione,spinosa,cose analoghe succedono ahimè spesso anche con Italiani,nazionalità colore non c’entrano niente,manca educazione e rispetto delle leggi,anche se quest ultima andrebbe rivista. Cmq,visto che oltretutto siamo sempre in contatto con prodotti altamente inquininati che possono causare malattie,aggiungendo stress gestionali,e episodi di malvita,la nostra professione ( che è al termine) dovrebbe essere inserita nei lavori usuranti .