Un’intera porzione dell’Appennino ligure, tra Val Trebbia e Val Nure, è rimasta senza una goccia di carburante. Diesel o benzina, poco cambia: gli erogatori dei distributori a marchio Europam sono chiuse da giorni, i serbatoi vuoti, i gestori esasperati. La segnalazione arriva dai territori di Bobbio, Travo, Farini, Ferriere, Pianello, Trevozzo, Ziano, Ottone, Pontedellolio. In molti di questi comuni montani, non è più possibile fare rifornimento.
Uno scenario paradossale, soprattutto in un periodo in cui il turismo legato alle due ruote anima le valli. Auto e moto che percorrono la Statale 45 rischiano di finire a lato strada con la spia della riserva accesa, mentre le Pro Loco consigliano agli ospiti di scendere fino a Rivergaro per trovare un impianto di carburanti funzionante. Il cartello “benzina finita per mancata consegna” campeggia ovunque.
Ma la questione è ancora più grave per chi, quei distributori, li gestisce ogni giorno con fatica e responsabilità. I gestori Europam – molti dei quali in silenziosa attesa da settimane – non ricevono carburante, né informazioni. Le lamentele e le richieste di chiarimento restano inevase.
Faib e Fegica avevano già sollevato il problema mesi fa, denunciando un malfunzionamento logistico che si trascina da dicembre 2024. Eppure Europam ha scelto la via del silenzio, interrotto solo da un comunicato stampa generico e rassicurante, che però non chiarisce nulla sulle cause e, soprattutto, non risponde alle richieste di chi il carburante lo vende – o meglio, non può più venderlo.
In tutto questo, chi ci rimette sono i gestori, le comunità montane e i cittadini. Perché non si tratta solo di rifornimenti: si tratta di continuità di servizio, di lavoro, di diritto alla mobilità. E anche di sicurezza, considerando che in alcuni casi non vi sono alternative nel raggio di decine di chilometri.
La domanda sorge spontanea: può una rete nazionale restare operativa, o addirittura competitiva, se abbandona così il territorio? E soprattutto, quanto potrà resistere la dignità e la sopravvivenza di chi lavora senza carburante e senza risposte?

La domanda è questa: può un paese una comunità dove ci sono delle leggi che tutelano i diritti dei cittadini e di coloro che lavorano subire una situazione di disagio e di mal funzionamento e di una situazione del genere senza che nessuno richiami questa compagnia al proprio dovere e al rispetto di regolamenti che questi di codesta compagnia hanno accettato prima di poter venire in questo paese a vendere Carburanti??? oppure siamo alle solite che il popolino le leggi le regole le deve rispettare alla lettera e questi Signori fanno sempre i C…. loro???