Il disegno di legge per la riforma della rete carburanti è ormai in dirittura d’arrivo. A confermarlo è il Sottosegretario Massimo Bitonci, secondo cui il testo è pronto ad approdare al Consiglio dei Ministri, dopo un lungo lavoro di mediazione tra le diverse componenti del settore. Lo stesso Giovanni Murano, nella relazione presentata all’assemblea UNEM, ha parlato di un provvedimento “atteso a breve” e di una “fase finale di revisione” che tiene conto delle istanze delle categorie coinvolte.
«Il nostro auspicio – ha affermato Murano – è che il DDL diventi uno strumento di legalità e garanzia per un mercato davvero concorrenziale, in cui tutti i marchi rispettino le stesse regole».
Nel commentare l’evoluzione della riforma, FIGISC Confcommercio – che in questi mesi ha scelto la strada di un confronto costruttivo, evitando derive mediatiche e toni eccessivi – esprime un giudizio sostanzialmente positivo. L’auspicio è che, da questo momento in poi, si lavori con trasparenza e buona fede, senza sotterfugi, per affinare il percorso legislativo e concentrarsi sui contenuti dei futuri accordi di secondo livello.
La discussione sulla riforma della rete è iniziata oltre due anni fa, nel contesto delle polemiche sul “cartello del prezzo medio”. Già il 23 giugno 2023, il Ministro Urso aveva chiarito che il riordino del settore era stato promesso ai gestori in cambio dell’adozione del decreto Trasparenza. Tavoli di confronto si sono susseguiti sin dall’autunno dello stesso anno, toccando i nodi centrali della ristrutturazione della rete e della contrattualistica, fino alla prima ufficializzazione di uno schema di decreto il 15 maggio 2024.
Il nodo più delicato ha riguardato proprio i contratti, in particolare il ricorso all’appalto di servizi. La controparte industriale ha spinto fin da gennaio 2024 per sdoganare questa formula contrattuale, con iniziative unilaterali che hanno generato forti tensioni, specie dopo l’avvio da parte di Enilive di una campagna di “riconversione” dei contratti dei gestori.
In quel momento, oltre 3.300 punti vendita risultavano già operanti con contratti “anomali”, ovvero estranei al quadro normativo tradizionale. FIGISC ha fin dall’inizio sostenuto la necessità che qualsiasi nuova tipologia contrattuale, compresa quella di appalto, fosse ricondotta a una cornice giuridica condivisa e al confronto tra le parti, evitando zone grigie o “aree franche”.
La proposta attualmente emersa dai Ministeri, in attesa del testo definitivo, sembra accogliere i principi fondamentali richiesti da FIGISC:
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inserimento nella legge di una cornice minima di tutele;
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obbligo generalizzato alla negoziazione collettiva di secondo livello (ruoli, trattamenti economici, indennizzi, preavvisi);
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ruolo centrale delle organizzazioni di categoria;
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regolarizzazione dei contratti anomali esistenti;
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parità di regole per tutti gli operatori;
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meccanismi di arbitrato in caso di stallo delle trattative.
«Pur rimanendo la necessità di migliorare alcuni aspetti in sede di iter parlamentare – commenta FIGISC – si può affermare che, rispetto alle posizioni iniziali, i temi fondamentali hanno ora una definizione più equilibrata e rispettosa della dignità e dei diritti della categoria dei gestori».
La parola passa ora al Parlamento, con l’auspicio che il percorso legislativo sia rapido, trasparente e realmente orientato alla modernizzazione del settore nel rispetto delle diverse professionalità che lo animano.

Buongiorno volevo chiedere una cosa Se una società petrolifera, un regista che oggi gestisce i propri impianti con contratto “anomalo”decide che per non sottoscrivere un diverso contratto ,assumerà come dipendenti i propri prestatori o così o così, è in regola ? E chi gestisce i P V attraverso agenzie deve sottostare ai nuovi contratti ? o ci saranno parità di regole ? Come la mettiamo con i margini che sono fermi da 20 anni e tra spese e gabelle dovrebbero essere di un minimo.di 10 centesimi Perché vedete si parla di tutto ma la parola margine che interessa il gestore non ne vedo traccia
Sembra che la parte più importante sia portare a galla il morto ,il sindacato Una volta si era proposto un impianto, una licenza di fatto azzerando le P Bianche sarà così?Perché si rischia di trovarsi con 10000 impianti che faranno quello che vogliono e 10000 che dovranno rincorrersi Tutto cambia ma resta uguale