FAIB e FEGICA, la legalità contrattuale è condizione imprescindibile per il futuro della Rete e della Categoria dei Gestori

La comunicazione che pubblichiamo di seguito – inviata dai presidennti di FAIB Confesercenti e FEGICA a tutti i Gestori e alle strutture sindacali territoriali – non è solo una lettera. È un appello, un richiamo alla consapevolezza, perchè siamo davanti ad una fase che potrebbe segnare un passaggio storico per la Categoria.

Negli ultimi due anni, i Gestori hanno vissuto una stagione segnata da forti tensioni, pressioni contrattuali, minacce velate e comportamenti aziendali – specie da parte delle grandi compagnie petrolifere – spesso al limite della legalità, se non oltre. In questo contesto difficile, le organizzazioni sindacali dei Gestori FAIB e FEGICA non sono mai arretrate, anzi: hanno rilanciato, combattendo ogni giorno dentro e fuori dalle sedi istituzionali.

Dopo mesi di scontri e trattative – anche con un Governo spesso distratto o silenzioso – si è finalmente arrivati a un testo di riforma che il MIMIT pare intenzionato a portare al Consiglio dei Ministri e poi in Parlamento. Si tratta di una proposta che, se approvata come impostata, potrebbe restituire dignità contrattuale e tutele vere ai Gestori, spazzando via le zone grigie contrattuali come i finti appalti, le gestioni “dirette” pilotate, e la giungla normativa di questi anni.

Ma è proprio ora che il rischio è massimo: quello che è stato faticosamente ottenuto non può essere svuotato nei passaggi parlamentari, né manipolato sotto la pressione delle lobby industriali. Serve attenzione, coesione e partecipazione da parte di tutta la Categoria. Serve essere consapevoli del momento storico che la categoria sta per vivere.

In questo contesto, la comunicazione di FAIB e FEGICA è un documento fondamentale, perché fa chiarezza su:

  • cosa è successo davvero negli ultimi due anni,

  • quali forze hanno cercato di piegare i diritti dei Gestori,

  • qual è l’attuale proposta di riforma,

  • quali sono i punti ancora in discussione,

  • e soprattutto, cosa può fare oggi ogni Gestore per contribuire alla difesa del proprio futuro.

Non è un testo breve. Ma va letto fino in fondo, perché rappresenta il frutto di un lavoro sindacale serio, tenace, concreto, fatto in difesa dei diritti della Categoria. E perché offre informazioni e strumenti a chi vuole smettere di subire in silenzio.

Invitiamo quindi tutti i Gestori a leggere attentamente la comunicazione che segue

 

Roma, 8 luglio 2025

A tutti i Gestori

alle strutture sindacali territoriali

Battere l’illegalità petrolifera e contrattuale è la condizione fondamentale per dare un futuro alle gestioni e alla rete.

Questo è l’obiettivo prioritario che ci siamo posti e che, negli ultimi due anni, ci ha visti scontrarci duramente soprattutto con le compagnie petrolifere e, a tratti, anche con il Governo.

Oggi siamo ad un passo dalla conclusione di un confronto aspro che finalmente deve restituire dignità alla Categoria.

Ma è proprio questo il momento più delicato.

Occorre che l’intera Categoria vigili con la massima attenzione perché il testo condiviso non venga svuotato nel corso dell’esame parlamentare.

Solo una Riforma giusta può ridare a tutti i Gestori un contratto dignitoso ed il rinnovo delle Intese economiche.

Caro collega,

dopo due anni e mezzo di annunci, di chiacchiere e di trattative snervanti, per lunghi tratti, condotte in modo davvero poco onorevole, riteniamo sia giunto il momento di fare il punto sull’ormai famoso disegno di legge, che il Mimit sembra finalmente essere in procinto di portare al Consiglio dei Ministri e, subito dopo, in Parlamento per la sua trasformazione in legge.

Questo disegno di legge ha, nelle intenzioni, l’obiettivo di mettere mano ad una razionalizzazione della rete, con la chiusura di migliaia di impianti che dichiarano di erogare meno di 500mila litri di carburanti all’anno; all’ammodernamento degli impianti esistenti, anche attraverso l’inserimento di nuovi vettori energetici ad impatto ambientale più contenuto (almeno per una certa retorica ancora per molti versi da dimostrare), grazie a parte dei finanziamenti del PNRR, destinati allo scopo; all’introduzione di correttivi normativi capaci di restituire progressivamente un livello almeno accettabile di legalità, in un settore nel quale i provvedimenti, spesso poco efficienti, volti alla liberalizzazione, hanno consentito, se non il contenimento dei prezzi, sicuramente l’ingresso di un gran numero di operatori sempre più connessi alla piccola e grande criminalità organizzata.

Queste le intenzioni che, come per ogni altra occasione, dovranno necessariamente essere misurate attraverso la concreta stesura della norma ed il necessario accompagnamento della politica e degli Organi di controllo, oltreché di una maggiore coscienza degli operatori del settore, a cominciare da quelli che hanno maggiore responsabilità nel contribuire a costruire un “ambiente” nel quale si affermi una “cultura” del rispetto delle Regole. E non solo se e quando fa più comodo.

Come è facilmente comprensibile, quindi, la strada è ancora lunga. Ma, se mai ci si incammina, mai si potrà sperare di arrivare alla meta.

Veniamo, dunque, all’aspetto che più di ogni altro è di interesse diretto e atteso dalla Categoria, soprattutto dopo che molti proprietari/titolari di impianti -a cominciare dal leader del mercato, che più di ogni altro si è speso con inaudita veemenza sulla questione dei contratti di appalto in tutto il 2024 ed oltre- hanno creduto essere giunto il momento per poter finalmente “regolare i conti” prima con le Organizzazioni di categoria e, subito dopo, direttamente con i Gestori, calpestando Leggi, Accordi, Contratti e –giù pe’ li rami– fino alla Dignità stessa della Persona.

Sono stati, quelli passati, lunghissimi mesi davvero complicati da gestire, con un Ministero spesso semplice spettatore, distratto da altre questioni e poco interessato a trovare tempo e convinzione per approcciare un settore particolare e difficile da comprendere nelle sue numerose e originali sfaccettature, trovando la voglia e la forza per abbandonare il più comodo ambiente del “luogo comune” e del “sentito dire”.

Per altro verso, tutti i tentativi -pazienti e innumerevoli- fatti dal Sindacato per negoziare una unica posizione di sintesi di tutte le componenti del settore, da portare all’attenzione del Ministero, sono naufragati per la responsabilità esclusiva e diretta -ne ha, alla fine, dovuto prendere atto, ob torto collo, persino il Ministero- delle compagnie petrolifere e di Unem, l’associazione che, ad eccezione di IP, rappresenta le poche superstiti che ancora operano direttamente in Italia: eni, Q8 e Tamoil.

In realtà, l’industria -appunto, con la sola eccezione di IP, che ha tenuto a distinguere la sua posizione come, d’altra parte, Assopetroli a nome dei retisti indipendenti- ha avuto sempre, fin dall’inizio, un solo scopo: dare copertura legislativa postuma, a tutti i comportamenti violativi, anche sul piano dei contratti e degli accordi collettivi, che i Giudici di tutta Italia stavano invece cominciando a condannare, mettendoli gravemente in crisi.

Una sanatoria in piena regola (si fa per dire).

Infine, abbiamo dovuto anche fare fronte ad un improvviso “distinguo” di una parte della rappresentanza, manifestatosi proprio quando non è stato più possibile girare la testa altrove ed evitare di affrontare il nodo rappresentato dal leader del mercato, mosca cocchiera dell’industria e delle sue posizioni più efferate e retrive, oltreché degli atteggiamenti più aggressivi nei confronti dei Gestori.

Distinguo che, per quanto in modo meno pubblico e palese, non hanno tardato a manifestarsi anche nelle relazioni con il Ministero, infondendo, a tratti e pericolosamente, nei suoi funzionari e nelle sue responsabilità politiche la convinzione che il Sindacato e la Categoria fossero infine pronti ad arrendersi e ad accettare condizioni che, invece, il Sindacato ha sempre continuato a rifiutare e combattere, giorno dopo giorno, con determinazione e con ogni mezzo a propria disposizione.

Tutto questo, malgrado l’evidente squilibrio di forze che la nostra controparte ha potuto far pesare, riuscendo più di una volta ad arrivare al punto di illudersi di aver raggiunto il risultato pieno.

Sufficientemente esemplificativo è il caso di quando -10 mesi orsono- una versione del ddl mortifera per la Categoria, fu approvata in Preconsiglio e portata per l’approvazione definitiva nel Consiglio dei Ministri del pomeriggio.

Solo un pizzico di Fortuna ed una ostinata e tenace attività politica congiunta delle nostre Federazioni ha, infine, convinto la Presidenza del Consiglio a rinviare il ddl ed il Ministro Urso per “maggiori approfondimenti”.

Il 4 settembre 2024, ANSA “batte” una agenzia che informa: “La furia dei benzinai blocca la riforma della rete di distribuzione dei carburanti. Slitta l’approvazione del disegno di legge, arrivato all’esame del consiglio dei ministri dopo oltre un anno di confronto con gli operatori del settore al ministero delle Imprese e del made in Italy. Sarebbero necessari approfondimenti. Le organizzazioni dei gestori degli impianti avevano minacciato la serrata di tutti gli impianti e manifestazioni contro quella che definiscono “la più incauta e peggior riforma da quando in questo paese sono cominciati i rifornimento ai veicoli”. Per Unem, associazione delle aziende del settore petrolifero, il testo è invece “un passo importante per la razionalizzazione della rete”.”

In ogni caso, passati altri sei mesi, il 17 marzo scorso, Faib e Fegica sono state nuovamente costrette a diffondere un comunicato stampa congiunto di questo tenore: “Il Mimit continua a tenere tutto bloccato, passando il tempo, un mese dopo l’altro, ad interrogarsi su come scrivere un piccolo articolo della più grande riforma, teso unicamente a proteggere le compagnie petrolifere dalle condanne che i Tribunali d’Italia stanno comminando per le condizioni economiche e contrattuali adottate contro i lavoratori e le piccole imprese di gestione. Un tentativo che non è solo chiaramente sbagliato e che è stato già una volta rimandato al mittente dalla stessa Presidenza del Consiglio … Le Organizzazioni di categoria dei Gestori -conclude la nota di Faib e Fegica- sono disposte ad individuare intese che consentano di rientrare nell’alveo della legalità, chi nel tempo con i suoi comportamenti si è chiamato fuori, così come conclamato dai Tribunali. Ma si opporranno in ogni luogo -dalle strade, al Parlamento- e con ogni mezzo -dalle denunce, allo sciopero- a che sia, al contrario, la legalità ad essere malamente strattonata e slabbrata fino al punto di dare copertura a comportamenti indecorosi prima ancora che illegali.

Se non ti raccontassimo tutto questo e in questo modo diretto, caro collega, sarebbe francamente improbabile dare anche solo lontanamente l’idea di quale fase cruciale la Categoria (ma anche il Settore ed il Mercato) ha passato e da cui ancora non può considerarsi definitivamente uscita.

E, tuttavia, oggi possiamo affermare in coscienza che l’attività politica ostinata e tenace che le nostre Federazioni hanno saputo assicurare senza mai deflettere in nessuna circostanza, unita a quel pizzico di Fortuna di cui c’è sempre bisogno, ha concorso a determinare una condizione nell’attualità assai differente da quella che, come visto, abbiamo dovuto fronteggiare ancora fino a poche settimane fa.

Il risultato uscito dall’ultima convocazione ministeriale del 27 maggio scorso, presenti tutte le componenti del settore, ha consentito di ottenere anche dalla controparte industriale un atteggiamento differente e, apparentemente, più dialogante.

Al netto delle conferme che sarà necessario ottenere attraverso la lettura della stesura definitiva del ddl e rispetto alla concretezza della nuova disponibilità offerta dall’industria, qui proviamo, di seguito, a fornirti alcuni degli elementi essenziali che il Ministero ha annunciato di aver predisposto perché sia portato all’approvazione del Consiglio dei Ministri.

A proposito dei contratti di gestione.

  • L’articolo 3 del ddl avrà come oggetto essenzialmente il caso degli impianti in cosiddetta “gestione diretta”. Vale a dire quegli impianti in cui il proprietario/titolare di autorizzazione intende condurre direttamente le attività oil del punto vendita, anche se attraverso una società terza ma in qualsiasi modo controllata.
  • Come è noto, compagnie e molti retisti, nel tentativo di aggirare la legislazione vigente, eludendo tutele e diritti che gli Accordi e i Contratti di legge avrebbero assicurato ai Gestori, hanno adottato nel tempo tipologie di contratto del tutto difformi per “regolare” (si fa per dire) i rapporti tra loro e chi realmente ha continuato di fatto a svolgere il ruolo del Gestore per la conduzione del punto vendita: il contratto di appalto è ormai quello più diffuso e sottoposto ad una maggiore attenzione, proprio grazie alla poderosa spinta che il leader del mercato ha voluto esibire e propagandare come una conquista ed un merito.
  • Il primo obiettivo del ddl, quindi, è quello di riportare all’interno del sistema di regole esistenti, uguali per tutti, il contratto di gestione che, unico e obbligatoriamente, DEVE essere utilizzato dal proprietario/titolare di autorizzazione e/o da una sua società controllata, sempreché non abbia intenzione di assumere proprio personale dipendente, come la legge ha sempre consentito di fare.
  • In questo caso, perciò, il contratto sarà comunque “di affidamento gratuito” (volgarmente detto “comodato”), ma sarà denominato “semplificato” per differenziarlo da quello tradizionale, in funzione di una differente ripartizione degli oneri, delle responsabilità e dei compiti, appunto maggiormente semplificata per il Gestore. Ma il Gestore rimarrà Gestore, con tutto quello che ciò comporta, in termini di riconoscimento del ruolo e, quindi, dei diritti, delle tutele e delle garanzie acquisiti, come, a mero titolo di esempio, il trattamento di fine rapporto ed il Cipreg (che, quindi, non è una “gentile concessione” di questo o di quello, meno che mai ottenuta da questo o da quello).
  • Con il ddl, perciò, il “contratto di affidamento semplificato” non sarà altro che una variante del “contratto di affidamento” oggi conosciuto. Non una nuova tipologia contrattuale.
  • Conseguentemente, non saranno più utilizzabili e chiaramente illegali, oltre ogni fantasiosa interpretazione, tutti gli altri tipi di contratto attualmente in circolazione, comunque siano fittiziamente denominati: appalto, guardiania, associazione in partecipazione, ecc.
  • I proprietari/titolari di autorizzazione avranno un congruo periodo di tempo per regolarizzare la loro posizione (almeno un anno).
  • Va chiarito che da tutto questo sono esclusi gli impianti cosiddetti ad “elevata automazione”, dove non è previsto l’impiego di personale, secondo la definizione data dall’Agenzia delle Entrate: “impianti in cui il rifornimento avviene esclusivamente in modalità self service prepagato e provvisti di sistemi automatizzati per la rilevazione dei dati, di terminali per il pagamento e di sistemi informatici per la gestione dei dati di carico e di scarico delle quantità di carburante”.
  • La variante “semplificata” del contratto di affidamento attualmente utilizzato, oltreché rispondere ai criteri di base posti a tutela del Gestore stabiliti nella legge stessa, per poter essere concretamente introdotto DEVE essere preventivamente “tipizzato” attraverso specifici Accordi collettivi aziendali, che debbono contenere gli elementi contrattuali di maggior dettaglio, siano essi specificamente economici o più genericamente regolatori del rapporto tra azienda e Gestore.
  • Insomma, anche il contratto che oggi serve ai proprietari/titolari di autorizzazione che prima “dichiarano” di voler fare il Gestore, ma poi affidano la gestione stessa ad un altro, privandolo sia delle tutele del lavoratore dipendente, che di quelle riservate al Gestore propriamente detto, DEVE rientrare nell’alveo della Legge: vale a dire che DEVE essere tipizzato, DEVE rispettare le norme speciali di settore esistenti (d.lgs. 32/1998, legge 496/1999, legge 57/2001, legge 27/2012), DEVE essere negoziato con le Organizzazioni di categoria per la durata, i servizi affidati al Gestore, le tipologie e le entità delle penali contestabili al Gestore, le clausole di recesso, il recesso anticipato a titolo oneroso, le condizioni economiche, ecc.: tutti elementi contrattuali che oggi sono imposti unilateralmente ai Gestori.
  • Come già specificato in precedenza, queste regole varranno per tutti: compagnie petrolifere e retisti indipendenti. D’altra parte, come già previsto nel d.lgs. 32/1998 anche riguardo il contenuto degli Accordi collettivi, il ddl conterrà una clausola di protezione specifica che renderà nulla e sostituita di diritto ogni clausola contrattuale dovesse violare quelle contenute nel ddl medesimo. Tuttavia, per scongiurare adempimenti multipli, laddove non necessari, i retisti con meno di un certo numero di impianti (presumibilmente 100) potranno optare se negoziare propri Accordi aziendali oppure aderire ad uno di quelli già esistenti e depositati presso il Ministero, soprattutto nel caso in cui abbiano una rete anche parzialmente convenzionata con un marchio di un fornitore dei prodotti carburante che abbia già concluso il suo Accordo aziendale. Ma, di sicuro, TUTTI dovranno definire, sottoscrivere e rispettare un Accordo collettivo.
  • Infine, il ddl prevederà anche i termini dell’intervento di un “arbitratore” terzo e indipendente, in tutti i casi in cui non si riesca a definire e sottoscrivere l’Accordo aziendale nei tempi stabiliti. L’introduzione dell’“arbitratore” varrà naturalmente non solo per l’Accordo aziendale sul contratto di affidamento semplificato, ma anche per ogni altro Accordo aziendale, così come previsto dalla legge 57/2001. Con ciò, riducendo radicalmente il pericolo di rimanere per molto tempo senza contrattazione o in attesa del rinnovo degli Accordi, così come attualmente succede non di rado.

A proposito delle sanzioni per chi viola la normativa di settore.

  • L’articolo 4 del ddl avrà come oggetto essenzialmente quello di definire sanzioni e penali per quanti dovessero violare il contenuto della normativa di settore vigente, sia quella di nuova introduzione, che quella già esistente, in materia di Contratti e di Accordi.
  • Si tratta, come abbiamo tutti imparato a comprendere, di colmare finalmente il vuoto legislativo di cui si sono serviti molti tra compagnie e retisti, per evitare di dare attuazione alla normativa di settore, pur senza doverne pagare adeguatamente il prezzo.
  • Con questo negando diritti, tutele, facoltà conquistate in anni di lotte sindacali e che la Legge ha riconosciuto ai Gestori, ma traendone anche un evidente ed ingiusto vantaggio competitivo nei confronti degli altri operatori del settore.
  • A partire da tali considerazioni, le nostre Federazioni hanno chiesto ed insistito perché il ddl contenga un “sistema sanzionatorio” che risponda ai seguenti criteri minimi:
  • definire una sanzione amministrativa proporzionale e progressiva in caso di reiterazione della violazione, fino a prevedere la sospensione temporanea del titolo autorizzativo per il proprietario/titolare di autorizzazione;
  • la sanzione deve essere quantificata in modo tale da evitare che risulti più economicamente vantaggioso violare la legge e pagare la sanzione, che rispettarla;
  • prevedere con certezza quali Istituzioni sono incaricate dell’accertamento della violazione e quali devono irrogare la sanzione;
  • garantire la possibilità di “agire” in sede legale ai soggetti che hanno interesse diretto al rispetto della norma:
    • il Gestore, potendo chiedere il riconoscimento dell’abuso di dipendenza economica, così come già previsto dalla legge 27/2012;
    • le Organizzazioni di Categoria, potendo ottenere l’annullamento degli atti illegittimi e la condanna ad adempiere di quanti vengano riconosciuti inadempienti.

Caro collega, se sei riuscito ad arrivare fin qui nella lettura, che certamente può essere risultata un pochino lunga e faticosa, potrai però affermare di possedere tutte le coordinate necessarie a comprendere lo “stato dell’arte” attuale su una questione, quella del contratto, che solo i più distratti non hanno capito che, ad un certo punto, è stata progettata ed utilizzata come “arma della battaglia finale” contro l’intera Categoria e contro di te, in qualsiasi modo tu possa pensare di farne parte.

Per questo ti domandiamo, a ragion veduta, di non limitarti alla lettura ed alla comprensione di quanto ti abbiamo raccontato, ma di farti una opinione, chiedendoti se quello che è stato fatto, anche in tuo nome e che ora sai, merita (o meno) il tuo apprezzamento ed il tuo sostegno concreto.

Anche in considerazione di quanto dovrà continuare ad essere fatto da qui in avanti, per raggiungere effettivamente gli obiettivi che, ora, appaiono ragionevolmente raggiungibili, ma non certo raggiunti.

Per ogni ulteriore informazione o chiarimento necessario, le Segreterie delle nostre Federazioni e noi stessi siamo naturalmente a disposizione tua e di chiunque altro.

Lo riteniamo un nostro preciso dovere perché, come in altre circostanza è accaduto, ma ora più che mai, è particolarmente importante che la Categoria e tu stesso siate informati da coloro che hanno avuto un ruolo attivo nell’analisi dei fenomeni e nell’elaborazione della proposta; nel predisporre la tattica più efficace da mettere al servizio degli obiettivi strategici che ci siamo posti; nell’alimentare una iniziativa di contrasto costante nei confronti delle proprie controparti più retrive, per ottenere che anche quelle stesse controparti più retrive fossero infine convinte che tornare a “sedersi al tavolo” fosse anche di loro interesse e di tutti gli operatori onesti e che, per farlo, fosse necessario negoziare seriamente e non solo “inciuciare” qualcosa, purché sia.

Non si tratta qui di propagandare un fustino di detersivo, ma più semplicemente di raccogliere informazioni da chi almeno sa di cosa si sta parlando.

Buon lavoro.

 

                                    FAIB Confesercenti                             FEGICA          

                                          Il Presidente                                Il Presidente

                                     Giuseppe Sperduto                  Roberto Di Vincenzo

Faib-Fegica – Comunicazioni a tutti i Gestori su ddl – 8.7.2025

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Stefano v
Stefano v
4 mesi fa

NON UNA RIGA PER CHI CHIUDE ? CHE STRANI SINDACATI , SPERO SI RICORDINO DEL CONGRUO RISTORO NON ELEMOSINA AI GESTORI CHE PERDONO IL LAVORO E CHE PER ANNI LI HANNO SEGUITI.

Last edited 4 mesi fa by Stefano v
Massimo
Editore
Rispondi a  Stefano v
4 mesi fa

Se un Gestore vende meno di 500 mila litri è meglio che abbia già da parecchio tempo chiuso. Non credi???

Stefano v
Stefano v
Rispondi a  Massimo
4 mesi fa

INCREDIBILE CHE CI SIANO GESTORI CHE INVECE DI TIFARE PER I COLLEGHI TIFANO PER COMPAGNIE E GOVERNO MANCO LI DOVESSERO METTERE DI TASCA LORO I RISTORI. CHE PAESE DI M….

Ex-gestore Eni
Ex-gestore Eni
Rispondi a  Stefano v
4 mesi fa

Se chiudono un pv sotto i 500kl annui, fanno un favore al gestore, altro che ristori. Tenendolo aperto, il gestore fa solo danni per sè e per i colleghi. Lui non campa però drena litri a chi ne avrebbe bisogno per lavorare tranquillamente

Luciano
Luciano
Rispondi a  Stefano v
4 mesi fa

Intanto un paese di merda sarà dove abita lei per me l ITALIA è un bel paese Secondo perché si dovrebbe dare un ristoro ,certo sui soldi non si sputa ,ma se si ha scelto di fare il commerciante e non va si chiude non mi risultano ristori ha altre categorie commerciali

stefano v
stefano v
Rispondi a  Luciano
4 mesi fa

VERGOGNA FAI FINTA di non sapere che categoria siamo , anni che i Sindacati lo spiegano ma tu eri troppo occupato a lavare auto per sapere di benzina

Last edited 4 mesi fa by stefano v
Luciano
Luciano
Rispondi a  stefano v
4 mesi fa

Lavare automi ha fatto “ricco” vendere solo benzina mi ha fatto sopravvivere Che categoria sono i benzinai ? Purtroppo la conosco benissimo Non sono commercianti ,non sono tassisti, non sono imprenditori. SONO operai con la presunzione di essere qualcosa ,bisognosi di tutto incapaci di gestirsi da soli Hanno sempre dovuto
DI QUALCUNO sia sindacato che compagnia , del governo ,e la colpa è sempre altrui Per fortuna non tutti

stefano v
stefano v
Rispondi a  Luciano
4 mesi fa

I LAVAGGISTI COME TE LUCIANO DOVREBBERO SCRIVERE IN UN ALTRO SITO PER LORO

stefano v
stefano v
Rispondi a  Massimo
4 mesi fa

puo’ essere anche che siano arrivati a vendere cosi’ poco non per colpa loro ma per situazioni esterne , cambio di viabilita’ o scelte aziendali esterne

SALVATORE
SALVATORE
4 mesi fa

Tutto quello che è stato argomentato nel post è pienamente condivisibile e direi che sono cose che in un paese civile e normale dovrebbe essere la regola per il quieto vivere , ma siccome qui vige la legge del denaro o la legge del più forte non è più cosi, e aggiungo che coloro che in tutti questi anni sono stati buttati fuori a pedate nel culo chi li ha protetti chi li ha difesi quando le petrolifere inponevano con prepotenza la loro arroganza nei confronti del gestore… ve lo dico io nessuno potevi fare e dire ciò che volevi ma chi si è trovato nella situazione di avere un contenzioso con le compagnie ne ha subito le conseguenze molto severe fino alla cacciata dall’impianto e credetemi non c’era ne sindacato ne avvocati che possono tenere testa alle petrolifere, si quindi vedrà molto presto quello che da questa riforma verra fuori, speriamo qualcosa di buono??? e non dimenticatevi che gli impianti sono di loro proprietà, e questo non è da sottovalutare e vedrete che non si faranno cogliere in fallo…non sono fessi!!!!

Luciano
Luciano
4 mesi fa

Criticare e rievocare cose,sbagli colpe,del passato ne abbiamo le palle piene Ogni uno si tenga le proprie Penso che questa proposta di accordo sia una totale mazzata per quei pochi gestori rimasti, un regalo che le compagnie faranno fruttare Quale è lo scopo principale delle compagnie? allontanare il gestore .Come? Cambiandogli il contratto ,in comodato più leggero Cosa vorrebbe dire meno adempimenti ? Meno ore di lavoro?o meno soldi IO ricordo 15 anni fa non 2 anni !!!!la proposta fatta era o gestione diretta o dipendente .Oggi non mi pento della gestione diretta visto l andazzo nel quale senza che il.sindacato muovesse un dito siamo caduti 3 centesimi al litro con 2 di spese ,se va bene Ecco come si elimineranno i gestori ,organizzando i PV con i dipendenti ,con le agenzie LaVera rivoluzione era un PVuna licenza un gestore ,margine congruo e libertà decisionale In questo testo leggo molti DEVE deve rientrare deve avere ecc e la parola sanzioni Vi ricordo che la legge attuale sui contratti ,sui prezzi imposti ,sul potere dominante ESISTE GIÀ!!!! Co.e sindacato sapete benissimo
Che fine spetta ai gestori lo sapete dal giorno del famoso SCONTONE AGIPdi anni fa l inizio della fine ,i gestori che facevano a gara per tenere aperto!!!il sindacato che li avvisava del pericolo Oggi è la fine ,si può cambiare il mazzo di carte ma il gioco lo conduce il più forte LE COMPAGNIE

SALVATORE
SALVATORE
Rispondi a  Luciano
4 mesi fa

Voglio ricordare a tutti noi che per quanto riguarda le problematiche che le gestioni hanno subito in questi anni non va fatta di un erba tutto un fascio, le questioni sono diverse e molteplici e non riguarda solo la parte economica ma anche il rapporto fra compagnia e gestori in quanto è chiaro che se riduciamo tutto il discorso ad una questione meramente economica si capisce che se non produci reddito le aziende devono chiudere perché sarebbe una roba insostenibile e poco intelligente….ma ci sono questioni di diritti e doveri che le petrolifere hanno calpestato questioni di problemi tecnici di funzionamento di un impianto, in quanto questi tipi di problemi chi li deve risolvere il gestore o la compagnia??? e concludo dicendo che purtroppo i problemi per la categoria non sono stati esclusivamente di natura economica ma si sono rotti i rapporti tra la compagnia e le gestioni e che non ci sono solo doveri ma anche i diritti e il rispetto di chi lavora per questi Signori…altrimenti è il medioevo!!!!

Luciano
Luciano
Rispondi a  SALVATORE
4 mesi fa

Non siamo nel medioevo ,siamo nel futuro ,Dove non serve un umano per riempire un serbatoio di carburante ,dove un robot dal costo di qualche migliaio di euro fa tutto da solo Avete presente le casse self dei centri commerciali dove tutti noi andiamo in gita al sabato ? Del rapporto umano i clienti se ne sbattono vogliono il prezzo alle compagnie del rapporto F
dei diritti e doveri non interessa nulla ,come noi non interessiamoal cliente FARE una guerra ,che tra l altro i gestori non avrebbero mai fatto ,pretendere di vincerla e5 solo fantasia

SALVATORE
SALVATORE
Rispondi a  Luciano
4 mesi fa

Mi spiace ma non sono d’accordo qui stiamo parlando di persone di esseri umani pensanti con un cervello con il proprio modo di ragionare con una propria coscenza con le proprie idee e principi fatti di carne e ossa e si chiama Homo Sapiens….da non confondere con le macchine fatte di bulloni microcip circuiti stampati ram e software di ogni genere ??? e se poi le compagnie vogliono sostituire le persone con delle macchine nessuno gli impedisce liberi di farlo, e siccome sugl’impianti ci sono ancora delle persone si richiede rispetto per coloro che in tutti questi anni hanno contribuito al loro benessere rompendosi il culo, dopodiche dei loro impianti possono fare il Cazzo che vogliono sappiamo benissimo che non serviamo più alla loro causa???

Luciano
Luciano
Rispondi a  SALVATORE
4 mesi fa

Tanto per parlare Caro Salvatore le tue idee sono ammirevoli ma non coincidono con la realtà Purtroppo la realtà è quella che ti descrivo io Certo ,una persona che sente il fiato sul collo ,cerca di illudersi ,ma non funziona così, Ripeto ,lo sanno i sindacati ,il governo quale fine faranno le gestioni e i PV ,lo sanno da anni Quindi uno che ha voglia di lavorare ,non si incapponisca su un impianto ,cambi lavoro Quindi non solo loro possono fare quel cazzo che vogliono ,ma anche TU ,e se lo facessero in molti LORO andrebbero in merda Un saluto

Gian Pietro
Gian Pietro
Rispondi a  SALVATORE
4 mesi fa

Premesso che occorrerebbe avere la bozza del decreto, vale la pena ricordare che il servizio fatto dal gestore presente sull’impianto garantisce anche la sicurezza dei cittadini, gli impianti ghost non fanno questo servizio, inoltre tale presenza permette il servizio che deve offrire una stazione di servizio che non è solo una impresa commerciale, ma anche un presidio circa la viabilità, una garanzia per il controllo degli autoveicoli. Pertanto lo stato dovrebbe riconoscere almeno un centesimo in più ai gestori solo per questo servizio altre al margine delle compagnie. Non so se si riuscirà a fare questo nuovo decreto, gli interessi della politica e relativa propaganda con le maggiori compagnie è purtroppo altissima, inoltre l’ignoranza e la connivenza pure, spero solo che i gestori non si lascino conquistare dalle solite false promesse e siano compatti nel vincere l’individualismo commerciale vigente.

SALVATORE
SALVATORE
Rispondi a  Gian Pietro
4 mesi fa

Ti dico che ciò che dici è pienamente condivisibile ma bisognerà vedere se i nostri interlocutori siano in grado di accettare la proposta che si presenterà a questi Signori ma rimango scettico.

massimo
massimo
4 mesi fa

Con quale faccia tosta volete farci credere che questa riforma sia una conquista per i gestori. L’introduzione dei sub-appalti “semplificati” segnano definitivamente la morte della categoria. Parliamo di contrattini di 2 anni con una remunerazione, nella stragante maggioranza, inferiore a 3 €/ora. Il gestore perde la licenza di ersercizio e con essa tutte le tutele minime ex lege. Perde la titolarità delle attività non oil. Si smantella l ‘impianto normativo a tutela dei gestori, dagli accordi interprofessionali alla legge 27/12, alle risoluzioni parlamentari approvate all’unanimità in Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati. Dove sono le adeguate condizioni economiche per i gestori e le condizioni eque e non discriminatorie per competere sul mercato?
Altro che legalità. Avete sanato dei reati: appalti stipulati in assenza dei requisiti di legge al fine di eludere norme inderogabili (vedasi sentenza Tribunale Civile di Torino). Bel regalo ad Eni e compagnie!!

Paolo Sereno
Paolo Sereno
Rispondi a  massimo
4 mesi fa

Ah, interessante! Quindi tu hai già letto il DDL che nessuno ha ancora visto tranne il Ministero? Complimenti per i superpoteri da veggente! Ci spieghi anche dove sarebbe scritta questa famosa durata contrattuale di 2/3 anni? Così, giusto per curiosità.
Poi parli di “smantellamento” della 27/12… ma sei sicuro di sapere a che punto siamo? Perché a oggi è stata allegramente ignorata, e proprio questo DDL – almeno da quanto trapela – mira finalmente a colmare quei vuoti normativi che hanno affossato regole e credibilità del settore.
Forse, e dico forse, sarebbe più intelligente aspettare di leggere il testo vero prima di lanciare anatemi. Perché gridare allo scandalo prima ancora di sapere di cosa si parla non è critica: è propaganda. E pure fatta male.

stefano v
stefano v
Rispondi a  Paolo Sereno
4 mesi fa

esattamente

massimo
massimo
Rispondi a  Paolo Sereno
4 mesi fa

Per cominciare potrebbere leggere Gestori Carburanti 15/05/2024. In conferenza il ministro Urso presentò addirittura delle slide molto esplicative. Mi sembra molto più propagantistico e privo di qualsiasi contenuto sostenere che il ddl “mira finalmentte a colmare quei vuoti normativi che hanno affossato regole e credibilità del settore”.

massimo
massimo
Rispondi a  Paolo Sereno
4 mesi fa

Poi potrebbe leggere GC del 13/06/2025 con intervista a Di Vincenzo della fegica rilasciata per Quotidiano Energia.

Paolo Sereno
Paolo Sereno
Rispondi a  massimo
4 mesi fa

Niente, ho non hai capito o continui a non capire. Intanto quelle che chiami side molto esplicative era una presentazione di un DDL che doveva essere riempito di contenuti. QUello che è avvenuto in seguito anche rigettando le proposte che suggerite dalle aziende petrolifere portarono il ddl in consiglio dei ministri ma fu bloccato dalla presidenza del consiglio a seguito della minaccia allo sciopero. Pure l’intervista a Di Vincenzo non l’hai capita visto che parla di tutt’altro ma a regole precise che questo settore deve darsi.

Massimo
Massimo
Rispondi a  Paolo Sereno
4 mesi fa

Quando lo capira lei sara troppo tardi….

Massimo
Massimo
Rispondi a  Massimo
4 mesi fa

Ma quali sarebbero queste regole ben precise che il settore dovrà darsi??? Precarizzare ancora di più i benzinai che già oggi non ce la fanno a sostenere le spese??

Massimo
Massimo
Rispondi a  Massimo
4 mesi fa

Attraverso la contrattazione collettiva, la rappresentanza legale e l’assistenza, i sindacati mirano a garantire condizioni di lavoro eque e dignitose, oltre a promuovere la giustizia sociale. 

SALVATORE
SALVATORE
4 mesi fa

Credo che sia inutile accapigliarci tra di noi , ogni uno con le proprie riflessione nel commentare questa presunta riforma , tanto molto presto si vedrà sé ancora una volta per la categoria sarà un accordo accettabile o un accordicchio o addirittura un boccone avvelenato per non usare un altro termine, e ci siamo capiti…. dobbiamo solo attendere ancora un pochino e allora capiremo di che pasta sono fatti questi che sono seduti in parlamento???