Fattura elettronica, avvio in salita tra rifiuti degli esercenti e commissioni extra

Si moltiplicano le segnalazioni degli utenti, al supermercato o alla pompa di benzina, da quando è scattato l’obbligo di fattura elettronica: alcuni chiedono soldi per farla o dicono di non essere in grado di farla. Mentre le pompe di benzina dal primo febbraio la fanno a fronte di bonifico anticipato o assegno circolare

Chiedi la fattura al benzinaio, alla cassa del supermercato, al ristorante e ti senti rispondere di no. La fattura non si può più. Oppure sì, ma la paghi uno, due euro extra. È una esperienza che molti utenti stanno facendo in queste ore, con l’avvio – dal primo gennaio – dell’obbligo di fatturazione elettronica.

“C’è un boom di casi riportati sui social, spesso in gruppi di addetti ai lavori”, nota Daniele Tumietto, commercialista che segue i temi della fatturazione elettronica come componente dell’Uninfo (l’ente italiano responsabile per l’assegnazione e la registrazione di alcuni codici di identificazione per le transazioni elettroniche). I problemi alla pompa di benzina sono segnalati anche da alcuni giornali locali (come il Gazzettino, Sardiniapost.it), mentre le organizzazioni di categoria dei gestori degli impianti di rifornimento carburanti (come Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio) hanno annunciato che dal primo febbraio fanno fattura elettronica solo dietro pagamento del carburante con bonifico anticipato o assegno circolare. Questo, per protesta con il Governo contro il mancato rimborso per pagamenti con carta. “Si riportano anche casi di supermercati che fanno la fattura elettronica solo in alcune ore del giorno”, aggiunge Tumietto

Di queste ore anche la denuncia della CGIA di Mestre: “il Consorzio Poste Motori – formato da Poste Italiane S.p.A., da Postel S.p.A, da KPMG Advisory S.p.A. e da Sei Plus S.p.A. – non rilascia la fattura elettronica mettendo in difficoltà le autofficine autorizzate dal Ministero dei Trasporti che realizzano le revisioni degli autoveicoli. In buona sostanza, dal 2 gennaio gli autoriparatori non possono più scaricarsi i costi del bollettino postale”, si legge in una sua nota.

“Eppure la legge parla chiaro, questi comportamenti sono illeciti. Rifiutarsi di fare fattura è sanzionabile come “omessa fatturazione”; chiedere soldi extra per le operazioni di fatturazione viola il decreto 633/1972″, continua.

C’è un aspetto comune in questi casi. Vari soggetti si sono trovati in difficoltà di fronte all’obbligo del primo gennaio (per quanto da tempo annunciato; i benzinai inoltre hanno avuto già una proroga, perché per loro doveva scattare a luglio).

Obbligo che, in base agli accordi con l’Unione europea, permette all’Italia di contrastare meglio l’evasione fiscale ed evitare un aumento dell’Iva.

Le organizzazioni delle pompe di benzina lamentano perdite di tempo e di soldi, per fare la fattura in formato elettronico (inviarla e conservarla a norma). Cosa che richiede l’uso di un servizio online o di un software adatto. Riferiscono che per loro il costo va dai 200 ai 600 euro l’anno per l’uso del servizio e che ci vogliono dai 5 ai 15 minuti per fare la fattura (a seconda se i dati dell’utente sono già o no in sistema). S’intende che il costo è commisurato alla quantità di fatture previste. Alcuni servizi per la fatturazione elettronica sono gratuiti (dell’Agenzia delle Entrate), altri costano da 25-30 euro l’anno o 50 centesimi a fattura; ma sono adatti a chi non ne fa tantissime o non ha esigenze sofisticate di contabilità.

Fonte La Repubblica.it

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