Ministero delle Finanze ed Agenzia delle Entrate continuano a far finta di non capire: le norme sull’ISA (Indice di Affidabilità Fiscale) e quelle sulla contabilizzazione delle fatture a fine anno, hanno come risultato la cancellazione della Categoria. Nel breve.
Di fronte a questa vera e propria aggressione ingiustificata (per incapacità o scelta?) i Gestori non possono rimanere in silenzio se vogliono ancora avere una possibilità di futuro.
Ma dove vivono questi signori, sulla luna? Come denunciamo da tempo, il dado ormai sembra essere stato tratto: con l’invio delle Dichiarazione dei Redditi, dovrà anche essere compilato il modulo per verificare la corrispondenza fra quanto “guadagnato” dal Gestore e quanto “dichiarato”.
Chi ha ideato questo mostro normativo, non si è neppure posto il problema di una Categoria che distribuisce un prodotto essenziale per il Paese, con un margine lordo che non supera il 2,5% sul prezzo di vendita (circa 27 €uro per 1000 lt.)
Tradotto in cifre vuol dire portare a casa circa 27mila €/anno lordi per 1 milione di litri di erogato. Questo Gestore -senza alcun dipendente- deve dichiarare, un reddito minimo annuo (per non incorrere in una verifica) almeno 17mila €/anno per sé e per ogni addetto. Se non lo raggiunge, deve “aumentare” artificiosamente il suo reddito, aggiungendo al suo fatturato quei (mancati) guadagni che lo portano ad ottenere un voto maggiore di 6, per non avere verifiche.
Ovviamente sul reddito che si aggiunge è necessario pagare l’Iva (per somme presumibilmente non dichiarate) oltre a versare l’Irpef sul “nuovo reddito” così modificato. Abbiamo provato a spiegarlo, senza successo, alla Politica (Bitonci/Villarosa) ed all’Agenzia delle Entrate (Maggiore/Savini), ma senza alcun successo. Siamo stati considerati “trasparenti” nel senso che non hanno avuto alcuna reazione al problema sollevato.
Eppure abbiamo spiegato loro (quanto abbiano capito è ancora tutto da comprendere) che questa è una Categoria che, sottoposta a questa pressione, muore. La loro reazione è stata niente di più che l’indifferenza. Se, a questo aggiungiamo che per le forniture di carburante a fine anno, per le quali non viene recapitata nel cassetto fiscale del Gestore la fattura elettronica dei costi (le Aziende hanno 12 giorni cui devono essere aggiunti i 4 giorni dell’AE), non solo dovranno pagare l’Iva sulla fornitura ma, non potendo “dimostrare” i costi sostenuti, quegli incassi diventeranno reddito “puro”.
La risposta più intelligente che ci siamo sentiti dare è che, comunque il Gestore recupera l’Iva nella dichiarazione periodica seguente e la tassazione del reddito verrà compensata con quello dell’anno seguente: Ve lo immaginate una dichiarazione dei redditi per l’anno 2018 (con dichiarazione nel 2019) con 50mila €uro di ricavi e quella per l’anno 2019 (dichiarazione 2020) con 5mila €uro di ricavi (frutto di compensazione con il versamento dell’anno precedente)? Ciò al netto degli anticipi che nel corso dell’anno devono essere versati sulla cifra indicata nella dichiarazione viziata dal mancato ricevimento di una o più fatture/costi.
In ogni caso l’Isa non sarà congruo. E la giostra continua.
Allora, mentre riteniamo che I GESTORI NON DOVRANNO RITIRARE CARBURANTI A PARTIRE DAL 14 DICEMBRE (per evitare di cadere nel trabocchetto dell’AE e pagare due volte l’Iva e due volte la tassa sul Reddito) e MOBILITARSI IN UNA VERA E PROPRIA CAMPAGNA DI INFORMAZIONE (anche con sciopero) RICHIAMANDO, SUBITO, POLITICA ED AMMINISTRAZIONE FINANZIARIA ALLE LORO RESPONSABILITA’.
NOI CERCHEREMO DI FARE LA NOSTRA PARTE!!!!!!
tempo perso l’indifferenza si combatte con la chiusura meglio lavorare in nero e basta far mangiare questa gente tra l’altro con arroganza ti rubano i soldi.
Dobbiamo dichiarare quello che in realta non ce non abbiamo non guadagniamo dove il nostro lavoro e tutto controllato e diamo un servizio cominciate a far pagare le tasse a chi lavora in nero a chi percepisce reddito di cittadinanza a chi non batte scontrini a chi non paga tasse da anni ma lavora comunque cominciate a dimezzarvi gli stipendi.