“L’evasione Iva sui carburanti vale 6 miliardi di euro, un fenomeno abnorme che colpisce il 10-20% del mercato e sta mettendo in crisi gli operatori onesti”. Così Elisabetta Vianello, imprenditrice con 100 impianti di distribuzione e 200 dipendenti, da sempre schierata contro l’illegalità nel settore.
Una illegalità diffusa che ha generato un eccesso di oneri sui gestori e necessità di una riforma organica figlia della liberalizzazione selvaggia. È lunga e di antica data la lista delle richieste dei sindacati dei benzinai che sperano di trovare una sponda in sede di legge di Bilancio, facendo scattare lo sciopero il 6 e il 7 novembre prossimi. Il problema principale è quello dell’illegalità nella distribuzione dei carburanti.
Stando alle cifre diffuse dai sindacati i prodotti clandestini che sfuggono a imposte e accise, ma anche a tutti i controlli di qualità specifici del settore, sono il 15% del totale dei 30 miliardi di litri erogati. Se si considera che ogni mille litri valgono 300 euro di Iva (che salgono a oltre mille considerando anche le accise), si capisce quale sia la quantità di denaro sottratta alla collettività e incassata dalle associazioni criminali.
I gestori lamentano anche che i provvedimenti presi in questi anni dai governi e dal Fisco sono “disorganici e confusi” e finiscono con il pesare troppo sui benzinai in termini di costi: dalla fatturazione elettronica alla trasmissione telematica dei corrispettivi, dalla bolla di accompagnamento agli Indici sintetici di affidabilità e, soprattutto, l’onerosità legata all’obbligo di avere il Pos.
Che strano, ora mi ricordo fine anni novanta arrivo’ la liberalizzazione per i nuovi impianti , per chi ? per il gestore miliardario, certo che no, per le società’ petrolifere? ne avevano di già’ troppi ed erano stati chiusi, allora’? veniva esaudito il sogno dei supermercati, certo dovevano vendere carburanti a prezzi inferiori dei distributori stradali delle società’ petrolifere, vorrei vedere i loro bilanci , e poi ? via alle pompe bianche , via a nuovi depositi fiscali e quindi? le truffe si sono moltiplicate,mettiamoci le centinaia di autobotti che che varcano liberamente i nostri VECCHI CONFINI DOGANALI con prodotti non sempre in regola in termine di qualità’ ma spesso irregolari fiscalmente sicuro , PERO’ QUALCOSA NON TORNA E DOVREMMO CHIEDERCI , MA QUESTI CONTRABBANDI DI CARBURANTI AVVENGONO ANCHE IN GERMANIA IN FRANCIA IN OLANDA O IN ALTRI STATI????? che strano io non ne sento parlare NON SAREMMO UN PO COGLIONI NOI A FARE LEGGI SBAGLIATE ? SE SIAMO SCEMI ALMENO COPIAMO.-