Osservaprezzi carburanti, “estendere obbligo comunicazione anche a colonnine elettriche”

Faib, Fegica e Figisc a Mite, Mise e Mister Prezzi: “Discriminazione tra gestori impianti tradizionali e altri operatori. Mancata trasparenza per utente”

I gestori degli impianti di distribuzione carburanti sono obbligati per legge a comunicare all’Osservaprezzi Mise “i prezzi praticati con periodicità settimanale (ed in caso di aumento del prezzo al pubblico, anche con periodicità più breve)” per tutte le tipologie di carburanti e per tutte le forme di vendita (con priorità per la modalità self service, se attiva durante l’intero orario di apertura). Dall’obbligo sono invece esclusi i gestori delle ricariche elettriche, “una sperequazione, con conseguente discriminazione” la definiscono Faib, Fegica e Figisc che hanno deciso quindi di sottoporre la questione ai ministri del Mite Cingolani, del Mise Giorgetti e a Mister Prezzi Mineo.

In una lettera, disponibile in allegato, le federazioni invitano Mite e Mise a integrare la normativa (DM 17 gennaio 2013) “introducendo l’obbligatorietà della comunicazione del prezzo praticato presso ogni per singolo punto di erogazione pubblico (così come per ogni singolo impianto di prodotti per la mobilità ‘tradizionali’)”. Se così non fosse, proseguono, si “creerebbe uno iato fra soggetti in capo dei quali viene posto un obbligo (i gestori degli impianti tradizionali) e quelli che possono eludere la norma”.

Non solo, continuano Faib, Fegica e Figisc, si tratterebbe anche di una “discriminazione” nei confronti dell’utente, “tale mancata trasparenza del prezzo della ricarica, potrebbe avere un ruolo determinante per favorire la scelta (disinformata ed inconsapevole), da parte dei consumatori, di un sistema di alimentazione anziché un altro e quindi, surrettiziamente, determinare gli orientamenti del mercato in maniera inversa: prima era il prezzo del tipo di carburante ad orientare le preferenze (gasolio o benzina), oggi è l’assenza di trasparenza sul costo del ‘carburante-elettricità’ a poter influenzare le scelte”.

Le federazioni “si riservano, quindi, ogni azione anche pubblica che dimostri come tale mancata trasparenza nella formazione del prezzo sia penalizzante per alcuni operatori economici (gestori) e di esclusivo vantaggio di soli e pochi soggetti che risultano essere ‘privilegiati’ in quanto esclusi da adempimenti di comunicazione cogenti che, ove non rispettati, vengono sanzionati amministrativamente, in maniera significativa”.

Fonte Quotidiano Energia 

Faib-Fegica-Figisc_Anisa – MITE-MISE SU OSSERVATORIO PREZZI ENERGIA ELETTRICA del 28 04 2022

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