Secondo Goldman Sachs il picco della domanda di petrolio non arriverà prima del 2040 in ragione della bassa adozione delle auto elettriche. E per T-Commodity il prezzo potrà arrivare a 3 euro
Goldman Sachs ha lanciato un allarme che preoccupa molti: il prezzo della benzina potrebbe raggiungere i 3 euro al litro nei prossimi anni. Secondo l’analisi della banca d’investimento, il picco della domanda di petrolio non si verificherà prima del 2040, a causa della bassa adozione delle auto elettriche. A supportare questa ipotesi, anche T-Commodity prevede un futuro di aumenti significativi del prezzo del carburante.
La situazione è complessa e fortemente influenzata dalla geopolitica e dalla domanda di petrolio. Da una parte, ci sono i grandi Paesi produttori di materia prima che continuano a fare enormi profitti, come la Russia. Nonostante l’embargo sul petrolio deciso dall’Unione Europea, la Russia è riuscita a evitare perdite significative grazie a un sofisticato sistema di triangolazione di navi petroliere e cargo-fantasma con bandiere di comodo.
In questo contesto, secondo il Corriere della sera, il governo, con la riforma del settore, “prova a metterci una pezza per evitare i rincari alla pompa, perché sa perfettamente che si tratta di uno dei termometri principali della fiammata dell’inflazione e può tramutarsi in un pesante colpo per il consenso sociale e per il patto con i cittadini sottoposto al test ricorrente delle elezioni.”
Ecco perché, scrive ancora il Corriere della sera, “conviene registrare l’intemerata delle associazioni sindacali di rappresentanza dei benzinai che attaccano la riforma del ministro Adolfo Urso, ritenendo di essere loro, l’ultimo anello della filiera, ad essere veramente vessati, con margini di guadagno ormai risicatissimi.”
Torlizzi spiega il motivodella sia previsione e rileva come lo scenario-choc di 3 euro al litro da qui ai prossimi anni sia tutt’altro che fantasioso, con pesanti ricadute per tutti. “C’è un problema enorme di capacità di raffinazione di petrolio, per questo bisognerebbe ripensare completamente le politiche climatiche. Siamo di fronte ad uno scenario che prevede una possibile condizione di carenza dell’offerta nel comparto dei prodotti raffinati, soprattutto benzina e diesel, a causa della carenza di investimenti nella parte upstream, cioè di estrazione dai pozzi, nonostante anche Goldman Sachs preveda ormai che il picco di consumo sia traslato nel 2040”.
Per i clienti la colpa dei rincari è ‘ dei benzinai..
La faccia la mettiamo noi
I soldi li mettiamo noi,le perdite chi c’è le paga?