L’Italia si conferma ai vertici della classifica OCSE per la pressione fiscale, con un livello del 42,8% nel 2023. Una percentuale stabile rispetto al 2022, ma decisamente superiore alla media dei Paesi dell’organizzazione, che si attesta al 33,9%. A precedere il nostro Paese ci sono soltanto la Francia, al primo posto con il 43,8%, e la Danimarca, seconda con il 43,4%.
Mentre la pressione fiscale media tra i Paesi OCSE è rimasta sostanzialmente invariata nel 2023, in Italia il dato si conferma statico, evidenziando un’incapacità strutturale di allentare il carico su imprese e famiglie. Solo Francia (43,8%) e Danimarca (43,4%) superano l’Italia.
L’allarme Confesercenti: una crisi a più livelli
La pressione fiscale soffoca il tessuto economico italiano, già messo a dura prova da una serie di criticità evidenziate durante l’assemblea annuale della Confesercenti. Patrizia De Luise, presidente dell’organizzazione, ha puntato il dito contro una serie di fattori che aggravano la situazione:
- Frenata dei consumi: il potere d’acquisto delle famiglie, eroso da tasse e inflazione, si traduce in una stagnazione della domanda interna.
- Desertificazione commerciale: i piccoli negozi di prossimità continuano a chiudere, lasciando spazio a un panorama dominato dalle grandi catene e dalle piattaforme di e-commerce.
- Concorrenza sleale del web: la lotta con i giganti del commercio online è impari, soprattutto a fronte di normative spesso insufficienti per garantire una competizione equa.
Le parole di Mattarella e il monito alle istituzioni
Durante l’assemblea, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accolto e rilanciato il grido d’allarme della Confesercenti, sottolineando la necessità di politiche pubbliche lungimiranti. “Occorre sostenere gli sforzi delle piccole imprese e dei commercianti. È essenziale porre attenzione alle riflessioni di chi vive in prima linea le difficoltà del nostro tessuto economico,” ha dichiarato.
Una pressione fiscale che paralizza
La correlazione tra l’alto livello di tassazione e la difficoltà di rilancio del sistema economico è evidente. L’Italia, con il suo terzo posto per pressione fiscale tra i Paesi OCSE, si trova a combattere contro un circolo vizioso in cui il peso delle tasse disincentiva investimenti, consumi e innovazione.
Verso una riforma necessaria
La stabilità della pressione fiscale italiana nel 2023 non cancella il dibattito sull’efficienza e sull’equità del nostro sistema fiscale. Con un rapporto tasse/PIL nettamente superiore alla media OCSE, il nostro Paese si trova a fare i conti con un peso fiscale che grava in modo significativo su cittadini e imprese.
Confesercenti, sostenuta dalle parole di Mattarella, invoca interventi strutturali per ridurre il carico fiscale, incentivare il commercio di prossimità e regolamentare il settore dell’e-commerce. Riforme necessarie non solo per alleggerire il peso sui cittadini, ma anche per rilanciare un tessuto economico che, oggi più che mai, rischia di cedere sotto il peso della pressione fiscale.
Che cos’altro aggiungere a questo quadretto cosi desolante che rispecchia fedelmente la difficile situazione economica che stiamo vivendo e che la realta di piccoli imprenditori e commercianti come noi sia questa è palese non è di quelle che lascia sonni tranquilli, per chi come noi sta in prima linea tutti i santi giorni, e che pur lavorando non riesce più a portare la pagnotta a casa….a questo punto cosa fare!!! la soluzione spetta soltanto ai nostri governanti che non possono continuare a tagliare sui servizi…Sanita, Scuola ecc.ecc in quanto in questo paese ci sono attivita che hanno fatto utili con tannti zeri ma qui a pagare sono sempre i soliti, perchè altrimenti non se ne esce.