Riforma rete carburanti: sarà la volta buona?

Dopo anni di parole, rinvii e compromessi al ribasso, sembra davvero che il settore della distribuzione carburanti sia arrivato a un punto di svolta. Il disegno di legge sulla riforma della rete, sembra – il condizionale è d’obbligo – pronto per essere portato in Consiglio dei Ministri, e segna una svolta tanto necessaria quanto urgente per un settore che da troppo tempo naviga tra regole ignorate, contratti precari e abusi consolidati.

Lo ha confermato (anche se non è la prima volta ) nei giorni scorsi il sottosegretario Massimo Bitonci, parlando di una “quadra trovata” dopo mesi di confronto. E lo ha chiarito anche il presidente di Fegica, Roberto Di Vincenzo, che in una recente intervista su Quotidiano Energia che abbiamo ripreso su GestoriCarburanti ha illustrato i punti cardine della mediazione raggiunta sul tema più spinoso di tutti: la contrattualistica.

Il disegno di legge introduce finalmente un principio che in qualsiasi altro settore sarebbe scontato, ma che qui suona rivoluzionario: i contratti con i gestori devono essere regolari, aggiornati, firmati dentro una vera contrattazione collettiva. Punto.

Se il DDL confermerà le aspettative, non ci sarà più spazio per scorciatoie, lettere unilaterali, contratti fantasma o formule spurie mascherate da appalti: chi non rispetta le regole contrattuali rischia sanzioni pesanti. E non solo.

Finalmente, quindi, compagnie e retisti, grandi o piccoli, dovranno sottostare alle stesse regole. E non sarà più tollerabile quel far west normativo che ha avvantaggiato pochi furbi a scapito della gran parte dei gestori onesti e del mercato sano.

Il DDL prevede anche un altro passo fondamentale: la razionalizzazione della rete. Basta con gli impianti abbandonati o improduttivi che affollano le strade e danneggiano la redditività degli altri. Chi non rispetta le norme e non garantisce livelli minimi di attività e sicurezza sarà fuori dal mercato.

Il risultato? Una rete più moderna, meno congestionata, con più erogato per impianto e, di conseguenza, margini economici più equi per i gestori veri – quelli che, ogni giorno, aprono, servono, puliscono, accolgono e fanno girare un servizio essenziale.

Non è ancora il traguardo, certo. Il testo dovrà passare il vaglio del Parlamento, e non mancheranno i tentativi di stravolgerlo. Ma questa volta, la categoria è pronta a vigilare con attenzione chirurgica. Troppi anni di illusioni e compromessi hanno rafforzato l’esperienza, non l’indifferenza.

Non è ancora la fine del viaggio. Ma, per una volta sembra si sia davvero imboccato la strada giusta.

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