Dal sogno all’incubo: il lento smarrimento del senso di appartenenza dei Gestori

Ieri ho fatto una confessione. Con uno sconosciuto, un cliente, purtroppo, ho parlato male — ancora una volta — della compagnia.
È stata come una molla che scatta all’improvviso: al racconto di un amico che aveva preso un impianto, mi è uscito di getto che l’appalto non è un buon contratto. Lui (il cliente), quasi a conferma, ha risposto che diversi colleghi si lamentano. E io, senza riuscire a trattenermi, ho aggiunto qualcosa sugli atteggiamenti degli assistenti rete.

La verità è che ho troppa rabbia dentro. Una rabbia che non si placa, che si mescola alla stanchezza. Mi verrebbe voglia di mollare tutto, già ora. A volte mi sento io quello sbagliato, come se fossi io a non essere più adatto.
Ma so che non è così. Cercherò di restare calmo, di tirare fuori un briciolo di ottimismo e di mettere una pietra sopra, anche se è dura.

E questo non è solo il mio stato d’animo. È il sentimento di tanti gestori che vivono la stessa condizione: una rabbia silenziosa, un senso di tradimento che pesa più delle difficoltà economiche.

Un tempo, molti gestori si sentivano parte di un sogno: l’appartenenza alla grande famiglia Eni, Esso, IP, TotalErg, Shell. Compagnie dal marchio prestigioso, con un progetto da costruire insieme, fianco a fianco.
Oggi, quel sogno si è trasformato in un incubo. Un incubo fatto di contratti-capestro (gli appalti), di pressioni continue, di rapporti umilianti con responsabili commerciali che si comportano più da aguzzini che da assistenti.

Chi ha dato tutto — tempo, professionalità, passione, sacrifici personali e familiari — oggi si ritrova smarrito e spesso a mani vuote. Non solo: deve anche subire la beffa di essere trattato come un problema, invece che come una risorsa.

E allora diciamolo chiaro,  la verità è che l’amarezza è talmente grande che non può essere nascosta . E se ogni tanto la rabbia esce fuori, non è una debolezza: è un atto di dignità.

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1 mese fa

Finalmente una riflessione sincera ma anche un’analisi spietata ma vera, che rappresenta lo stato d’animo di tutti i gestori perbene che hanno svolto questa professione con dedizione e competenza sottraendo tempo (tanto tempo) a alla propria famiglia e contribuendo al benessere di aziende che oggi senza scrupolo li cacciano via come carta straccia.

Luciano
Luciano
1 mese fa

Da qualche anno qualcuno diceva attenzione il mondo carburanti sta cambiando !!! Ci saranno chiusure ,contratti “di merda” ,ma tutti a ridere ,ridete oggi L articolo sopra ,bello ,il solito piagnisteo. Vorrei dire ,ma LEI non si accorgeva di cosa stava succedendo, e,cosa ha fatto perché questo non succedesse QUANTE ore di sciopero, quante riunioni ,quante manifestazioni ,te lo dico IONessuna ,come uno che aspetta la morte senza fare nulla.A NO SCUSATE sciopero per un cartello politico adesso quel cartello c’è lo mettiamo ………Sono anni che sappiamo che il gestore è superato !!!Ma noi no testardi ,il gestore è indispensabile, I PVsaranno ridotti e noi no sono un bene primario ,l importante è che non chiudano il mio , OGGI siamo smarriti ,in un colpo arrivano consorzio, mussulmani ,Argebjhgian e chissà che altro Cosa deve succedere ancora Chi doveva sapere, sapere SAPEVA!!! NON si possono tenere nascoste movimentazioni che si protraggono per mesi senza,a sapere Ma questa è un altra storia

SALVATORE
SALVATORE
1 mese fa

Qui c’è gente o gestori che cascano dal pero o fingono di non sapere e mi domando dove eravate quando tutto questo è comiciato, bé ve lo dico io a fare i cazzi vostri, e quando si proclamava uno sciopero che rigurdava la nostra situazzione di M…a la maggior parte di noi gestori se ne sbatteva le palle e pur di vendere qualche litro in più portato via in barba a coloro che di noi aderivano allo sciopero per cercare di protestare e ottenere un qualche risultato ,costoro ti ridevano in faccia e ti davano del fesso , perché tanto non sarebbe cambiato nulla,e quindi per costoro non serviva a nulla , se poi noi gestori in primis ci siamo tagliati le palle con chi c’è la vogliamo prendere!!!!, in quanto il sindacato non avrebbe potuto fare nient’altro che proclamare scioperi ogniqualvolta per tentareun’azione di protesta ma senza l’appoggio dei gestori e come un esercito solo di comandanti ma senza le truppe , e lungi da me fare il difensore del sindacato in quanto anche loro hanno colpe una su tutte è quella che nemmeno loro erano uniti, e quando si proclamava lo sciopero non c’era unione di intenti e si procedeva in ordine sparso come mucche al pascolo….quindi non mi rimane che concludere dicendo che chi è artefice del proprio destino pianga se stesso???

Flavio
Flavio
1 mese fa

faccio veramente fatica a comprendere…..La figura del gestore è un ex lavoro già da circa 15 anni . I presupposti per capire che non valeva la pena continuare a svolgere questo lavoro hanno cominciato circa 20 anni fa, e chi non aveva una attività parallela forte, doveva già capire, prima di farsi dei danni mentali ed economici, che era meglio lasciare. L’ho fatto per 30 anni, e ho lasciato l’impianto nel 2017, con i conti ancora a posto. C’è vita anche senza benzinaio……