Un anno “eccezionale” per l’energia globale, ma non per l’Italia. È questo il paradosso da cui è partito Gianni Murano, presidente Unem, nella presentazione del preconsuntivo 2025 dell’associazione, andata in scena a Roma.
Secondo Murano, il 2025 è stato “un anno significativo e storico”: a livello globale il costo dell’energia non è mai stato così basso, la domanda continua a crescere e le rinnovabili, nonostante la retorica dominante, non coprono nemmeno l’aumento dei consumi. Il problema, come spesso accade, è che l’Europa – e l’Italia in particolare – sembrano vivere in un mondo a parte.
“È quasi un miracolo che i consumi non abbiano risentito dei prezzi”, ha osservato Murano, ricordando come nel nostro Paese i prezzi restino significativamente più alti rispetto alla media europea, anche per effetto di scelte politiche comunitarie.
Russia, Usa e nuovi equilibri energetici
Sul fronte internazionale, Murano ha smontato alcune certezze: la Russia, nonostante le sanzioni, non ha perso i volumi che ci si aspettava, mentre a guadagnare quote sono stati soprattutto gli Stati Uniti, oggi con una produzione di greggio superiore a quella combinata di Arabia Saudita e Russia.
Un quadro che rende ancora più fragile l’impianto delle politiche europee, specie sul fronte delle sanzioni e delle forniture.
Carburanti gassosi: incentivi sì, risultati meno
Tra i passaggi più critici – e meno allineati al pensiero dominante – quelli dedicati ai carburanti gassosi.
Il biometano, ha detto Murano, “sorprende un po’”: nonostante forti incentivi fiscali e obblighi normativi, copre solo una quota limitata del metano utilizzato nei trasporti. “Ci si aspettava di più”.
Ancora più netto il giudizio sul Gpl:
“È fortemente supportato a livello fiscale, ma sostanzialmente importato. Supportiamo un prodotto che di base arriva dall’estero. È un carburante estremamente incentivato: qualche riflessione andrebbe fatta”.
Un messaggio chiaro: non tutti gli incentivi producono benefici strutturali per il sistema Paese.
Auto elettriche e biocarburanti: realtà e narrazione
Murano ha ricordato che il 58% delle nuove immatricolazioni è elettrificato, ma ha anche sottolineato come il processo di elettrificazione proceda più lentamente di quanto previsto.
Da qui un cauto ottimismo sui biocarburanti, che potrebbero finalmente essere riconosciuti come vettore reale della transizione, a patto di recuperare un principio spesso dimenticato: la libertà tecnologica.
Jet fuel, sanzioni e rischio prezzi
Preoccupazioni anche sul fronte del jet fuel: gran parte delle importazioni italiane arriva da Paesi come India e Turchia, che dal 26 gennaio rischiano di essere colpiti dalle nuove sanzioni europee.
“Il mercato ha già individuato fornitori alternativi, ma il rischio è un boom dei prezzi e una stretta sulle forniture”.
Dal Mase, però, è arrivato un messaggio più rassicurante: le raffinerie indiane si stanno organizzando per rispettare i requisiti UE, segregando il greggio russo da quello destinato all’export.
Bunker, Ets e trasporto merci: il paradosso
Sul bunker navale, Murano ha evidenziato il calo dei consumi, dovuto a navi più efficienti e all’impatto dell’Ets, che spinge a ridurre le velocità. Ma non senza effetti collaterali:
“Qualcuno dice che le compagnie di navigazione stiano guadagnando sulla quota Ets nei biglietti”.
Il risultato paradossale? Il trasporto merci torna su gomma: “Le arance siciliane viaggiavano via mare, ora viaggiano su strada”.
Raffinazione: i trader come fattore di stabilità
Un giudizio sorprendentemente positivo quello espresso sui trader, nuovi protagonisti della raffinazione italiana. Murano ha citato il caso Saras:
“Sono molto attenti al mercato e portano maggiore flessibilità. Questo va a beneficio delle raffinerie”.
Nel 2025, intanto, le raffinerie operative sono scese da 11 a 10, con la chiusura di Livorno per la conversione in bioraffineria.
Rete carburanti: la razionalizzazione si può fare (anche senza nuove leggi)
Interessante il passaggio sulla rete di distribuzione. Secondo Murano, la razionalizzazione è possibile anche con la normativa attuale, se le amministrazioni sono capaci.
Milano ha già fatto pulizia, Bologna ha 112 impianti contro i 228 di Napoli, dove il 60% sono ancora chioschi.
Conclusione:
“Se arriva una legge è meglio, ma la razionalizzazione si può già fare”.
Accise: nessuna sorpresa, ma nessun orgoglio
Infine, il tema più sensibile: le accise. Murano ha invitato a evitare “levate di scudi”:
“Dal primo gennaio il gasolio sarà più caro della benzina di tre centesimi al litro. Se aumenta l’accisa, aumenta il prezzo. È aritmetica”.
Con una chiosa amara:
“L’Italia resta leader delle accise sui prodotti finiti. Un primato che non ci rende orgogliosi”.
Gas e petrolio: il tabù europeo
In chiusura, un richiamo all’upstream:
“Gas e petrolio esistono anche in Europa. Sta a noi incoraggiarne l’estrazione”.
Un messaggio che suona quasi eretico nel dibattito pubblico europeo, ma che fotografa una realtà difficilmente contestabile.
