Secondo l’accusa della Guardia di Finanza di Caserta, su delega della Procura di Santa Maria Capua Vetere, la società che gestisce distributori di carburante, avrebbe accumulato una maxi-evasione fiscale di quasi 5 milioni di Euro
I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta, su delega della Procura di Santa Maria Capua Vetere, ha completato le operazioni di sequestro di ingenti disponibilità finanziarie della “Ewa Oil Spa”, esercente l’attività di commercio al dettaglio di carburante per autotrazione, con sede a Marcianise (Caserta), nonché il patrimonio personale del rappresentante legale (Giuseppe Salzillo, 67 anni), cautelando beni per un valore complessivo di circa 3,2 milioni di euro.
Il sequestro preventivo è stato disposto dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere fino al valore limite di 4,9 milioni di euro, pari al profitto illecito derivante dall’evasione di Iva e delle imposte dirette accertato dai finanzieri a seguito di un’ispezione tributaria conclusasi nel 2017. I successivi approfondimenti investigativi hanno permesso di riscontrare che la società aveva effettivamente omesso di contabilizzare e di dichiarare al Fisco elementi positivi di reddito, complessivamente, per 13 milioni di euro con riferimento alle annualità di imposta 2013 e 2015, superando così le soglie di punibilità stabilite dalla normativa per la contestazione in capo al rappresentante legale del reato di “dichiarazione infedele”.
Pertanto, il gip del tribunale ha disposto il sequestro preventivo delle disponibilità liquide della società e, per equivalente, dei beni nella disponibilità del suo amministratore fino al valore delle imposte complessivamente evase. Sulla base di tale provvedimento, sono stati sottoposti a vincolo cautelare somme di denaro, strumenti finanziari, quote di 4 società di capitali, oltre a 9 immobili (5 abitazioni, due negozi, un deposito e un’autorimessa) in provincia di Caserta.
L’Ewa Oil rimase coinvolta qualche anno fa in un’indagine anticamorra della Dda di Napoli: il fratello di Giuseppe Salzillo, Vincenzo, anch’egli imprenditore, era ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Belforte di Marcianise. Allora furono sequestrati 80 distributori in tutta la Campania, la maggior parte dei quali poi dissequestrati.