Riunita la Presidenza Faib: ripartito il confronto ma l’industria petrolifera fatica a comprendere la gravità della crisi

Rilanciare la Risoluzione De Toma. Urgente il tavolo ministeriale

Si è riunita in modalità video conferenza il 23 luglio us, ai sensi del DL 18/2020, la riunione di Presidenza Nazionale Faib, per discutere dell’aggiornamento delle trattative in corso per il Rinnovo degli Accordi Economici; della vigenza degli Accordi straordinari emergenziali; dell’ esito dell’ incontro unitario delle tre Federazioni del 15 luglio us; delle relazioni industriali e dello stato del settore con il confronto con UP; della Rete autostradale, stato del comparto e iniziative; delle misure governative di supporto alle imprese e del rilancio della Risoluzione De Toma e del confronto con il Governo; di adempimenti statutari.

Ha aperto i lavori il Presidente Martino Landi che ha svolto un’ampia relazione sui temi all’odg.
Landi ha espresso grande preoccupazione per lo stato del settore, per le tensioni che lo attraversano e per la percezione della complessità della crisi, che i principali attori della filiera non sembrano avvertire. A dimostrazione di ciò il grande ritardo con cui si è avviato il confronto con le compagnie petrolifere e le tensioni nella categoria testimoniate dalla crescita di un protagonismo fine a sé stesso, alimentato dai social e spesso da notizie false, strumentali e fuorvianti.

Per quel che riguarda Faib, il Presidente ha voluto precisare che corrispondono alle posizioni federali solo ed esclusivamente quelle che vengono riportate sul sito ufficiale della Federazione, così come riunioni o altre iniziative possono essere ricondotte a Faib solo quelle correttamente convocate dalla Federazione.

In una fase di grande preoccupazione e alla vigilia di importanti rinnovi di accordi economici, è fisiologico un certo grado di attenzione e di accentuate polemiche che seguono l’andamento del confronto con le compagnie, che dal canto loro non sembrano cogliere la gravità del momento vissuto dai gestori.

Gli Accordi emergenziali sottoscritti hanno dato un segnale di attenzione che oggi va sostanziato con alcuni provvedimenti attesi, e in corso di definizione nei negoziati aperti, in materia ad esempio di locazioni, drop, cali, costi delle campagne…

Sul confronto per i rinnovi, sebbene il confronto sia ripartito, non si può non rimarcare la lentezza delle risposte e la conseguente ritardata calendarizzazione.

Da questo Landi ha fatto derivare che “la crisi profonda, ai limiti dell’irreversibilità, che sta attraversando il settore” denunciato dal comunicato stampa unitario delle tre Federazioni, non è stata compresa dalle compagnie, mentre l’altro pezzo della rete, quella indipendente, ha dato prova di quanto possa essere lontana dal rispetto delle regole: dalla necessità normativa di fare Accordi con il sindacato dei gestori, al contrasto all’illegalità, alla lotta al dumping contrattuale. Questo segmento di rete si è sottratto al confronto sia nel periodo acuto della pandemia che nella fase attuale, secondo una tradizione che gli Accordi con la loro rappresentanza non ha minimamente scalfito.

Da qui l’urgenza per Landi di riprendere il cammino della Risoluzione De Toma, attualissima per le emergenze in atto e per riportare all’attenzione del Parlamento e del Governo le questioni centrali del settore: dalla razionalizzazione e ristrutturazione della rete alla lotta all’illegalità che continua, nonostante gli interventi legislativi, ad imperversare; al contrasto alle violazioni contrattuali che generano comportamenti da caporalato petrolifero, con quel che ne consegue per la qualificazione della rete e per il danno erariale, con in più un vantaggio competitivo ai cosiddetti operatori indipendenti, liberi di fare ciò che vogliono, nonostante le denunce, nell’indifferenza degli organi di controllo e delle istituzioni preposte. In questa direzione è stata invita una nota urgente al Ministro dello Sviluppo Economico di convocazione del tavolo, che si auspica possa essere condivisa da tutta la filiera. Nel frattempo, con mesi e mesi di ritardo, sono state affidate le deleghe operative ai Sottosegretari al Mise. Adesso è urgente convocare il tavolo ministeriale.

A fronte delle sofferenze delle gestioni, che continuano a fare i conti con margini insufficienti ed erogati in diminuzione non si vede nessun dibattito, e il confronto al tavolo con le compagnie è alquanto deludente. Si riparte con gli obiettivi attesi sugli erogati, su quelli delle modalità di vendita, sulla determinazione unilaterale dei prezzi al pubblico, avendo premesso che la crisi del settore petrolifero non consente miglioramenti economici.

Di questo passo- ha detto Landi- sarà difficile raggiungere Accordi, perché per le Associazioni dei Gestori, come ribadito nella recente riunione dei gruppi dirigenti delle Federazioni, la stagione della solidarietà è finita. Così come è apparsa necessaria un’ opera di innovazione degli Accordi che porti trasparenza, correttezza, autonomia imprenditoriale, sostenibilità e reciprocità. In assenza di questi requisiti sarà ben difficile fare Accordi, anche perché appare sempre più evidente lo squilibrio contrattuale tra le parti insito nei contratti, con il gestore nel ruolo del puro esecutore delle indicazioni aziendali.

Su questa linea la Presidenza ha dato mandato a proseguire il confronto unitamente alle altre due Associazioni, sottolineando l’urgenza degli interventi e la necessità della piena condivisione degli organismi per ogni decisione riguardanti i tavoli Eni, IP, Q8 ed EG e altri tavoli.

La Presidenza ha quindi affrontato le questioni della registrazione e trasmissione dei corrispettivi e del finanziamento del cosiddetto Fondo perduto.

Sono intervenuti sul tema il dr. Vincenzo Miceli e il dr. Francesco Seminara, dell’ufficio Tributario di Confesercenti nazionale.

Sul primo tema del Provvedimento di modifica sulle regole tecniche per la memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi per gli impianti di distribuzione carburante i rappresentanti dell’Ufficio tributario hanno ricordato che l’Agenzia delle Entrate ha emanato il provvedimento recante “Modifiche al provvedimento n. 106701 del 28 maggio 2018, e successive modificazioni, riguardante le regole tecniche per la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri relativi alle cessioni di benzina o di gasolio destinati ad essere utilizzati come carburanti per motori, in attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 2, comma 1-bis, del decreto legislativo 5 agosto 2015 n. 127.” Con il provvedimento sono stati di fatto prorogati i termini di avvio dell’adempimento in oggetto, differenziati in relazione all’ammontare della benzina e gasolio erogati nel 2018 per singolo impianto.

In particolare, la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi è obbligatoria:
• a partire dal 1° settembre 2020 per gli esercenti impianti di distribuzione carburante che, nel 2018, hanno erogato complessivamente benzina e gasolio, destinati a essere utilizzati come carburanti per motore, per una quantità superiore a 1,5 milioni di litri;
 a partire dal 1°gennaio 2021 per tutti gli altri soggetti che non rientrano nel precedente punto.
Resta inalterata la previsione sulla “frequenza di trasmissione” dei corrispettivi in argomento:
• per i soggetti che effettuano la liquidazione periodica IVA con cadenza trimestrale, entro l’ultimo giorno del mese successivo al trimestre di riferimento;
• per i soggetti che effettuano la liquidazione periodica IVA con cadenza mensile, entro l’ultimo giorno del mese successivo al mese di riferimento.

Sul secondo tema, quello del Fondo perduto, il dr Miceli e il dr Seminara, hanno informato i partecipanti che in data 21 luglio 2020, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Circolare n. 22/E/2020, con la quale, a seguito dei quesiti pervenuti dalle Associazioni di Categoria (ed altri attori coinvolti) e ad integrazione dei documenti di prassi, sono stati definiti ulteriori chiarimenti in merito agli ambiti applicativi della disciplina relativa al Contributo a fondo perduto.

In particolare, hanno evidenziato il fatto, date anche le preoccupazioni emerse nell’ultimo periodo in merito all’interpretazione riguardante le disposizioni sul corretto calcolo del contributo per gli esercenti distributori carburanti, che l’Agenzia ha confermato le indicazioni fornite dalle Federazioni sin dal primo momento nelle informative ufficiali e per le vie brevi, ricapitolando per maggior chiarezza che ai fini del calcolo del contributo a fondo perduto per gli esercenti distribuzione carburanti, si procede in tal senso: 1) in merito alla verifica della soglia massima dei ricavi nel 2019 per l’accesso al contributo, la stessa è determinata al “netto del costo di fornitura” (art. 18, comma 10, del D.P.R. 600/73) e che tale previsione opera esclusivamente ai fini della determinazione del “requisito dimensionale”; 2) il calcolo della riduzione del fatturato e conseguentemente dell’ammontare del contributo è effettuato considerando tutte le somme che costituiscono il c.d. “fatturato” del periodo di riferimento (quindi, ad esempio, fatture attive e corrispettivi emessi al netto di IVA).

Infine, sugli adempimenti statutari, la Presidenza ha fissato all’8 ottobre, compatibilmente con l’evoluzione della crisi Coronavirus, l’Assemblea elettiva Faib.

Fonte: Faib.it

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Alex
Alex
4 anni fa

Tutte queste polemiche aziendali sui margini a noi gestori non servono per poter gestire i loro impianti.
Come hanno sempre precisato gli impianti sono di loro proprietà e noi siamo volgarmente trattati come prestatori di manodopera sottocosto.
Quindi dal momento che sono trascorsi 6 lunghi anni dal ultimo contratto di solidarietà, dove mentre il gestore si prestava al sacrificio della solidarietà, dirigenti, azionisti, clienti e quant’altro non si sono risparmiati,non hanno fatto carestia di nulla, ora nessuno vuole tornare a ragionare da dove ci siamo lasciati perché il sacrificio è sempre buono quando a farlo sono gli altri.
La saggezza e la serietà sono degli optional, la nostra partita iva non ha nessun valore aziendale perché noi non facciamo gare d’appalto, l’azienda non ha regole da rispettare nei nostri confronti e noi solo doveri quindi siamo lavoratori PARASUBORDINATI.
Basta interpellare gli organi di competenza e fare un conto retroattivo per tutte le garanzie e assicurazioni non versate, con 52.5 ore settimanali, senza contare la reperibilità anche se abbiamo fatto una vita da pezzenti almeno avremo una pensione da ricchi.
Nella vita, oh la moglie è ubriaca
oh la botte è piena,
non si può avere tutto.

scaloppino
scaloppino
4 anni fa

bla…..bla,,,,bla un’altra riunione sindacale state diventando ridicoli

mario
mario
Rispondi a  scaloppino
4 anni fa

caro scaloppino i sindacati faranno anche ridere ma tu da solo nulla sei