Palermo, false dichiarazioni per ottenere i contributi Covid. Scatta il sequestro per due imprenditori

Sono titolari di pompe di benzina, hanno attestato un reddito basso per incassare i ristori a fondo perduto: 55 mila e 34 mila euro

Avevano dichiarato un fatturato molto inferiore rispetto a quello effettivo, così avevano ottenuto i contributi a fondo perduto previsti per le imprese in difficoltà a causa dell’emergenza Covid: 55 mila 414 euro e 34 mila 342 euro. Ora, due imprenditori palermitani sono accusati dal pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Sono scattati sequestri preventivi d’urgenza per D. M., 31 anni, e per A. A., 28, titolari di due distributori di benzina. I sequestri hanno lo stesso importo che sarebbe stato percepito indebitamente. Il giudice delle indagini preliminari ha già convalidato i provvedimenti.

A scoprire il raggiro sono stati gli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo. Dice il colonnello Gianluca Angelini: “Il controllo della corretta percezione di tutte le forme di ristoro stanziate dallo Stato per sostenere gli imprenditori duramente colpiti dalla crisi economica connessa all’emergenza sanitaria rappresenta una priorità assoluta per l’indispensabile tutela delle aziende sane del territorio”.

Per accedere al contributo a fondo perduto introdotto dal “Decreto rilancio”, del maggio scorso, è necessario presentare per via telematica un’istanza all’Agenzia delle entrate, con l’indicazione dei requisiti previsti, tra i quali quello di aver conseguito nel 2019 ricavi inferiori a 5 milioni di euro. L’ammontare del ristoro viene poi calcolato applicando una percentuale sulla differenza tra il fatturato del mese di aprile 2019 e quello del mese di aprile 2020, a condizione che la contrazione sia comunque superiore ai due terzi.

“I controlli effettuati – dice la Guardia di finanza in un comunicato – hanno invece dimostrato come gli indagati, ognuno in relazione alla propria attività economica, avessero indicato nell’istanza presentata un fatturato di circa 10 volte inferiore rispetto a quello effettivo”. I controlli proseguono, con verifiche a campione sugli imprenditori che hanno percepito i contributi pubblici.

Fonte : La Repubblica 

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francesco saverio
francesco saverio
3 anni fa

orrore voluto ?, ingenuita’? in tutti i casi la contabilita’ chi la teneva? sicuramente ingenuita’ , oggi i controlli a cui siamo sottoposti sono totali anzi di piu’, sapranno dei nostri conti piu’ gli uffici finanziari dello stato che i consulenti, SIAMO NUDI ESPOSTI AI VENTI DEL FISCO