Nella richiesta al Ministro dell’economia vengono elencati una serie di Interventi necessari per il settore della distribuzione di carburanti
Nella lettera le tre associazioni pongono l’attenzione per “la gravità delle condizioni in cui versa oggi il nostro settore, duramente penalizzato dalle restrizioni dovute alla crisi sanitaria che, seppur necessarie, stanno mettendo in ginocchio molte attività che, senza un intervento immediato e deciso, saranno inesorabilmente costrette a chiudere.”
Nella missiva viene evidenziato che, “l’ammontare degli erogati, in contrazione già da prima del lockdown, nel 2020 ha fatto segnare una forte contrazione, con punte di oltre il 50%, condizione ulteriormente aggravata proprio dalle limitazioni imposte agli spostamenti e ai cambiamenti nei comportamenti sociali, atti a ridurre la circolazione delle persone, inevitabilmente indotti, ad esempio, dalla pratica dello smart working.”
“Questo scenario di forte riduzione del volume d’affari, scrivono ancora le tre Associazioni, i primi due mesi del 2021 rilevano una contrazione del circa il 30% rispetto al 2020, va a collocarsi in un contesto già gravemente penalizzante per la rete distributiva, assoggettata a logiche di cartello che ci obbligano a sottostare ad accordi che possiamo definire di “sfruttamento” che non solo non lasciano libertà di azione sul margine, costringendo i gestori, cui fanno capo tutti gli oneri di impresa, a lavorare per 3 centesimi al litro, ma, cosa estremamente grave, non consentono ai gestori di operare con un minimo di concorrenzialità nel mercato.”
“A questo quadro desolante, continua la nota, si aggiunge l’assenza totale di ammortizzatori sociali a fronte della chiusura obbligata delle attività di contorno delle stazioni di servizio, quali punti ristoro, tavola calda ecc.., per le quali non sono previsti sussidi, in quanto identificate da codici Ateco non direttamente riconducibili ad attività di somministrazione alimentare.”
Nonostante il settore sia ritenuto servizio pubblico, scrivono ancora Asnali, Gaia e Gisc_TV, “in assenza di opportune contromisure, si assisterà ad una progressiva destrutturazione della rete, con ineluttabile aumento dell’illegalità che, già oggi, vede un importante quota del mercato in mano alla criminalità organizzata.”
In quest’ottica chiedono di “procedere ad una profonda ristrutturazione del settore con l’obiettivo di razionalizzare e ammodernare l’intero comparto, esigenza che le scriventi hanno già manifestato al sottosegretario On. Morani e al viceministro On. Buffagni e che ha portato all’apertura di tavoli di lavoro e confronto cui chiediamo a gran voce di partecipare, a maggior ragione dopo lo stop delle attività legislative dovute alla caduta del governo.”
La nota si conclude con la richiesta di “preminente la necessità di includere, nel prossimo decreto, adeguati ristori per la nostra Categoria, con particolare attenzione alle piccole imprese rimaste precedentemente escluse.”