Non ancora chiaro il meccanismo della riduzione delle accise che dovrebbe avvenire martedi 22 marzo.
L’associazione dei retisti avverte, senza rassicurazioni, “il settore distributivo si troverà costretto suo malgrado ad una mobilitazione”.
Proteste che arrivano anche da Assogasmetano e Federmetano ma in questo caso per l’esclusione dal taglio fiscale del metano auto.
Dopo l’approvazione del taglio delle accise arriva la minaccia di sciopero da Assopetroli-Assoenergia. Le due associazioni di categoria in un comunicato esortano il Governo a “fornire chiare indicazioni” affinché le imprese escano “indenni dall’ingente perdita inventariale”.
“Già lunedì 21 marzo i carburanti ad accisa assolta immagazzinati precedentemente” in depositi ed impianti “subiranno una fortissima svalutazione rispetto al prezzo di carico“, quindi “in assenza di correttivi immediati” si rischia un danno economico “enorme al sistema distributivo”.
Assopetroli e Assocarburanti spiegano che lo stesso Draghi ha sottolineato l’esigenza di evitare il rischio svalutazione dei magazzini, anche se lo ha limitato al gas. “La stessa esigenza ha il comparto dei carburanti che chiede con grande forza la medesima attenzione e salvaguardia economica. Occorre identificare immediatamente meccanismi compensativi a favore della distribuzione di carburanti ad accisa già assolta, per evitare che il taglio di accisa danneggi il settore distributivo in misura che non è possibile in alcun modo sostenere”, si legge nella lettera inviata al premier Draghi, e ai ministri Daniele Franco (Economia) e Roberto Cingolani (Transizione ecologia).
“Operativamente, dunque, si esorta il Governo a fornire chiare indicazioni affinché gli esercenti dei depositi commerciali e della Rete dei distributori stradali possano notificare ad ADM l’inventario delle merci al momento di inizio e fine del nuovo periodo d’imposta. E soprattutto si chiede immediata rassicurazione che le imprese incise saranno tenute indenni dall’ingente perdita inventariale che, allo stato, rischiano di subire”.
La protesta arriva anche dalle associazioni del metano auto, vista l’esclusione del carburante dal taglio fiscale. “L’indifferenza del Governo mette a rischio una eccellenza italiana”, sottolineano Assogasmetano e Federmetano in una nota congiunta, in cui ricordano che da “settembre il settore sta richiamando l’attenzione del Governo sull’aumento inusuale dei prezzi e sta chiedendo misure atte a calmierarlo (prima fra tutte la riduzione dal 22 al 5% dell’Iva). Nonostante le ripetute richieste di aiuto per salvaguardare gli utenti che, oltre agli aumenti fino a 10 volte della materia prima pagano altrettanti aumenti delle imposte, nonostante l’energia elettrica sia aumentata di 3 volte e l’utente abbia pagato anche in questo caso un ulteriore aumento di 3 volte delle imposte, nonostante gli sforzi dei nostri operatori che hanno da mesi azzerato vendite e ricavi e hanno continuato a tenere aperti gli impianti, la scelta deliberata del Governo è restare indifferente a questa situazione”.
A questo punto, affermano le due associazioni, “è inevitabile pensare a un’azione voluta e condotta scientemente a danno della mobilità a metano. Se così fosse, saranno irrimediabilmente compromessi sia l’infrastruttura distributiva di oltre 1.500 punti vendita – pronta per biometano e in prospettiva per l’idrogeno – sia un settore industriale che da 70 anni produce ed esporta la tecnologia italiana nel mondo”.
Tutto ciò, conclude la nota, “è intollerabile e costringe il comparto della distribuzione a scelte drastiche, che potranno comportare anche gravi disservizi all’utenza. Scelte che mai avremmo voluto intraprendere e delle quali, per quanto sopra, non abbiamo alcuna responsabilità”.
Quando il magazzino (a parità di accise) si rivaluta, i retisti si tengono l’extra profitto senza colpo ferire.
Adesso piagnistei senza ritegno
Gasolio alla pompa,
7.1.2022 € 1,539/litro
21.1 € 1,599
29.1 € 1,609
4.2 € 1,639
27.2 € 1,689
4.3 1,769
5.3 € 1,799
12.3 € 2,129
Successivamente ho lasciato la macchina in garage