Ormai è diventata una costante ricorrente che si verifica ogni volta che viene firmato un accordo. Le critiche che lo accompagnano sono un segno del profondo malessere che affligge la categoria. Ciò che riteniamo sbagliato e superficiale è prendersela con il sindacato, che si trova costretto a muoversi su un filo sottilissimo tra compagnie sempre più restie a rispettare il Gestore e le leggi protette da una lobby politica estremamente potente, e la categoria stessa, sempre pronta a esigere, cercando di spendersi il meno possibile e in alcuni casi addirittura svendendo i diritti che con grande fatica si è conquistata.
L’accordo firmato tra le associazioni dei Gestori e Italiana Petroli ha generato un’ondata di commenti, molti di disappunto e insoddisfazione tra i Gestori. Molti esprimono dubbi sulla fiducia nella compagnia petrolifera e si chiedono se ci siano ancora Gestori che credono in essa. A rispondere il Segretario Generale dei Gestori della Fegica, Roberto Timpani, il quale pone l’accento sull’importanza di comprendere le condizioni economiche e normative dell’Accordo che sta portando a un cambiamento irreversibile nel settore dei Gestori.
Alcuni commentatori sottolineano che l’accordo non è stato rinnovato dai Gestori stessi, ma piuttosto dalle associazioni che li rappresentano, evidenziando una mancanza di voce diretta nella negoziazione degli accordi. Ma dimenticando con evidenza come funziona la rappresentanza.
Altri commentatori, lamentano che l’accordo non tenga conto della situazione attuale del mercato, con l’ingresso delle pompe bianche che hanno assorbito una grande fetta di mercato a prezzi più convenienti. Alcuni Gestori vedono l’accordo come una vittoria senza significato reale o addirittura come una vittoria in agonia.
Sono evidenti anche le critiche verso i sindacati, accusati di non rappresentare adeguatamente i Gestori e di non affrontare le problematiche che la categoria sta affrontando. Alcuni commentatori esprimono frustrazione per l’abbandono e l’inefficacia delle associazioni sindacali tradizionali nei confronti delle nuove associazioni dei Gestori. Queste ultime però non si sa bene chi realmente rappresentano e cosa propongono per cambiare realmente (in meglio) la situazione.
L’idea di unità tra i Gestori emerge come una delle principali critiche rivolte alla categoria. Molti commentatori ritengono che la mancanza di unità tra i Gestori abbia indebolito la loro posizione negoziale e permesso alle compagnie petrolifere di agire a loro vantaggio. Tuttavia, alcuni Gestori sottolineano che è difficile unire la categoria e agire collettivamente a causa delle lobby petrolifere che hanno diviso e preparato il terreno per il loro vantaggio.
Le opinioni sono discordanti riguardo al ruolo dei sindacati. Mentre alcuni ritengono che gli unici soddisfatti dell’accordo siano i sindacati stessi, altri chiedono ai sindacati di spiegare le ragioni per cui alcuni Gestori hanno ottenuto notevoli successi mentre altri sono in condizioni precarie.
Infine, ci sono anche commentatori che esprimono frustrazione per la situazione generale della categoria dei Gestori, sottolineando la mancanza di sostegno e tutela da parte delle associazioni e delle compagnie petrolifere. Alcuni Gestori affermano di essere stati costretti a chiudere o ad accettare condizioni ingiuste a causa di contratti illeciti.
In generale, i commenti riflettono un profondo malessere e una mancanza di fiducia nella gestione e nelle negoziazioni contrattuali all’interno della categoria dei Gestori. Le voci dei Gestori sottolineano la necessità di una maggiore unità e rappresentanza efficace per affrontare le sfide che la categoria sta affrontando.
A rispondere direttamente alle critiche è il Segretario Generale dei Gestori della Fegica, Roberto Timpani, il quale pone l’accento sull’importanza di comprendere le condizioni economiche e normative dell’Accordo che sta portando a un cambiamento irreversibile nel settore dei Gestori.
Timpani invita a valutare attentamente l’impatto positivo. E’ essenziale che ci si informi adeguatamente su tali condizioni per comprendere appieno il cambiamento irreversibile che sta avvenendo nel settore. Lui sostiene che i Gestori non dovrebbero più cercare di convincere i clienti a utilizzare l’erogatore “in servito”, come avviene in altre compagnie e con molti rivenditori privati. Secondo Timpani, indipendentemente dalla modalità di vendita, il margine unico dei Gestori supera i famosi 5 centesimi, tenendo conto anche dello spazio congruo che essi dispongono per raggiungere un prezzo massimo. Una affermazione che da la misura della flessibilità economica del margine di guadagno che li distingue da altre realtà del settore. Il Segretario Generale sottolinea che i contratti “frallocchi” e altre problematiche segnalate sono in via di superamento all’interno dell’Accordo. Se si confronta questa compagnia con altre o con i rivenditori, emerge che l’Accordo ha contribuito a garantire un ambiente più equo e trasparente per i Gestori e i clienti. Timpani critica coloro che giudicano senza aver letto attentamente o che hanno pregiudizi preconcetti nei confronti dei Gestori. Sottolinea che gli slogan deliranti e le critiche gratuite non hanno prodotto nulla di costruttivo finora. Invita pertanto chiunque abbia dubbi o curiosità a esplorare i canali social dedicati al settore, dove potranno trovare una rappresentazione più accurata delle dinamiche in atto.
Pagliacci…. associazioni e compagnie.