Si intensificano i controlli sul punto infiammabilità dei carburanti. Nessuna responsabilità oggettiva dei Gestori

Si intensificano i controlli sulla qualità dei carburanti, con effetti spesso dirompenti per la catena di distribuzione della rete ordinaria. 

Negli ultimi tempi, i controlli sulla qualità dei carburanti si sono intensificati, creando notevoli difficoltà per la catena di distribuzione sulla rete. La Guardia di Finanza e i funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli, spesso supportati da laboratori chimici mobili, stanno effettuando verifiche capillari sulle specifiche tecniche dei prodotti energetici, in particolare del gasolio, sia in transito su mezzi propri che stoccati in depositi o impianti di distribuzione.

Gli esiti di questi controlli sono particolarmente impattanti per le imprese del settore e, quasi sempre, connessi alla verifica della mancata osservanza del limite tollerabile di infiammabilità. Se questo limite viene superato, si attivano automaticamente procedimenti penali per frode in commercio (ex art. 515 cp) o per contrabbando di accisa (ex art. 40 TU Accise n. 504/95), con conseguenze significative per le aziende coinvolte.

La criticità spesso riscontrata riguarda la mancata conformità del gasolio alla specifica tecnica EN590 relativa al punto di infiammabilità. Anche scostamenti minimali rispetto alla soglia limite possono impedire la commercializzazione del prodotto. Tuttavia nella maggioranza dei casi molte di queste irregolarità derivano da contaminazioni accidentali, inevitabili nella filiera distributiva.

In una comunicazione inviata tramite PEC al Dott. Roberto Alesse, Direttore dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, al Comandante Andrea De Gennaro, Comando Generale GdF, al Prof. Dott. Gilberto Pichetto Fratin, Ministro MASE, all’On. Adolfo Urso, Ministro MIMIT, all’Ing. Carlo Dall’Oppio, Comando Generale VVFF, all’Ing. Gianni Murano, Presidente UNEM, al Dott. Simone Alfonsi, Italiana Petroli S.p.A., e al Dott. Andrea Rossetti, ASSOPETROLI/ASSOENERGIA, le Federazioni denunciano l’incresciosa situazione derivante dalle contestazioni sulla “non conformità dell’indice di infiammabilità”.

Le Federazioni ricordano che i Gestori non hanno alcuna responsabilità oggettiva o soggettiva sulla qualità dei prodotti distribuiti, essendo obbligati ad acquistare il carburante dalla società titolare dell’impianto, senza poter verificare la conformità del prodotto consegnato. Le compagnie petrolifere dichiarano che la merce “viaggia a rischio e pericolo del committente”, ma i Gestori non hanno mezzi per controllare la qualità del carburante, similmente a come un commerciante non può essere responsabile per la qualità di una scatola di biscotti acquistata dal produttore.

Da decenni, le Organizzazioni di rappresentanza dei Gestori chiedono la sigillatura dei bocchettoni di carico dei serbatoi interrati per prevenire frodi e attribuire eventuali responsabilità ai fornitori. Inoltre, le Federazioni chiedono chiarezza sulle responsabilità relative alla raccolta delle acque di prima pioggia sui piazzali di rifornimento, dato che ai Gestori è vietato intervenire sulle attrezzature dell’impianto.

Le Federazioni ribadiscono la necessità di una certificazione dei terreni utilizzati per impianti di distribuzione, soprattutto in caso di chiusura o cambio di destinazione d’uso, per garantire la sicurezza e la salute pubblica.

In conclusione, le Federazioni sottolineano l’assoluta estraneità dei Gestori rispetto al mancato rispetto dell’indice di infiammabilità, riservandosi di intraprendere azioni legali a tutela della loro posizione. Restano a disposizione per ulteriori approfondimenti necessari.

FAIB-FEGICA-FIGISC_ANISA – Comunicazione su indice infiammabilità del 27 05 2024

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