Carburanti: un settore prospero dove solo i Gestori restano al palo

I dati sulle vendite di carburanti ad ottobre, cosi come riportato dai quotidiani del settore,  mostrano un quadro apparentemente positivo: rispetto allo stesso mese del 2023, le vendite di benzina, diesel e GPL sono aumentate del 6,4%, e nel progressivo annuo il rialzo è del 2,3%. Questi numeri rappresentano una buona notizia per gli operatori del settore e un vero tesoro per il Fisco. Tuttavia, in questa catena di guadagni, i gestori di impianti carburanti continuano a rimanere l’anello più debole, schiacciati da margini fermi e spese di gestione che aumentano.

Analizzando la ripartizione delle vendite, emerge che nel 2024 la benzina ha guadagnato terreno (25,6% rispetto al 24,8% del 2023), mentre il diesel è leggermente calato (69,7% contro il 70,5%), con il GPL quasi stabile. Questa variazione non è priva di conseguenze: la benzina, essendo gravata da imposte più alte di oltre 9 centesimi al litro rispetto al diesel, ha garantito al Fisco un incasso aggiuntivo stimato in oltre 90 milioni di euro solo per lo spostamento di consumi verso questo carburante.

A ciò si aggiungono i ricavi derivanti dall’aumento complessivo dei volumi di vendita. Si tratta di cifre importanti che vanno a aumentare le casse dello stato ma che non sono utilizzate per onorare le promesse elettorali sulle accise per un alleggerimento del peso fiscale sui carburanti.

Mentre il Fisco e i grandi operatori del settore raccolgono i frutti di questi incrementi, i gestori carburanti si trovano a dover affrontare una realtà ben diversa. I margini per litro di carburante sono rimasti invariati o addirittura ridotti per via del mancato rinnovo degli accordi economici e dall’utilizzo sempre più numeroso di contratti illegittimi fuori dal quadro normativo di riferimento, che non permettono di coprire adeguatamente l’aumento dei costi operativi e gestionali. I gestori sono chiamati a garantire un servizio essenziale, spesso in condizioni di lavoro precarie, senza che vi sia un riconoscimento adeguato del loro ruolo nella filiera.

Questa situazione di squilibrio sta creando una crisi profonda nel settore: le piccole imprese familiari che gestiscono gli impianti faticano a sostenersi e questo lo si vede anche nella miriade di impianti chiusi, mentre i grandi operatori e il Fisco continuano a beneficiare di un mercato in ripresa.

Il settore necessita di un intervento immediato che riequilibri la distribuzione dei margini e riconosca il ruolo strategico dei gestori. L’aumento delle vendite e i maggiori incassi fiscali dimostrano che esistono le risorse per agire: è tempo che queste vengano utilizzate non solo per garantire entrate allo Stato, ma anche per sostenere chi, ogni giorno, assicura il funzionamento di un servizio fondamentale per i cittadini.

La crisi dei gestori carburanti è una spia di un sistema che non funziona. Se non si interviene, il rischio è quello di vedere svanire un tessuto imprenditoriale fatto di piccole imprese locali, sostituito da un oligopolio che penalizzerà ulteriormente i consumatori.

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Salvatore
Salvatore
16 giorni fa

Ma da quello che leggo nel post il settore carburanti è molto florido e gode di ottima salute e non avevo dubbi che non fosse cosi , coloro che fanno girare la giostra sono molto soddisfatti visti i numeri, le compagnie ogni anno che passa fanno guadagni di tutto rispetto nonostante le auto elettriche il fisco ed il governo si fregano le mani per quello che negli anni ricavano con tutti i ritocchi che fanno sui prezzi e da quello che si evince dall’articolo, e poi veniamo noi gestori poveri miserabili in quanto siamo la parte della filiera che non conta un bel C….o di niente pur avendo un ruolo strategico…. ma mentre lo scrivo non ho più questa certezza anzi diciamo che più il tempo passa viene sempre meno, e se penso come siamo caduti cosi in basso in questi anni nelle mani di questi miliardari senza scrupoli che non riconoscono più coloro che hanno contribuito alle loro fortune e ci trattano come persone da rottamare come un fazzolettino scottex che si butta via e pensate che i 3 centesimi del margine oramai non li vogliono neanche più i negozianti visto il valore irrisorio!!!! e che ahimè continuano a riconoscere a noi gestori da 3 centesimi ….se questa non è dittatura ditemelo voi che cosa è ???.

Vittoria
Vittoria
Rispondi a  Salvatore
12 giorni fa

E vogliamo parlare delle sanzioni di Euro 400 l’una se ritardi di un gg. la comunicazione dei prezzi sul portale dell’Osservatorio Prezzi Carburante, anche senza alcuna variazione dei prezzi. Fra l’altro a noi hanno controllato le comunicazioni fino a 4 mesi prima. Sanzioni enormi per mettere prezzi su un portale che la maggior parte dei clienti, nemmeno sa che esiste.!!!!!!

Marco
Marco
16 giorni fa

Buongiorno,
io sono un gestore e sottoscrivo tutto quello scritto in questo articolo.
purtroppo è proprio così ma quello che mi chiedo è perché non se parla in tv di questa situazione parlano di tutto e questo argomento nn viene toccato, le associazioni di categoria che paghiamo dove sono??
speriamo che si muova veramente qualcosa io sono disponibile a sottoscrivere una classection in merito.
Marco

Roberto
Roberto
15 giorni fa

Ma presto non verranno aboliti i carburanti? Ma perché non vi cercate fin da ora un lavoro diverso? Non siete bagnini ai quali spettano rimborsi per le gestioni di arenili. Ma che lavoro è il vostro che ormai è tutto self?

Salvatore
Salvatore
Rispondi a  Roberto
15 giorni fa

Quello che dici ci può anche stare ma purtroppo la questione non è cosi semplice, in primis qui c’è gente che sugli impianti ha investito dei denari facendo enormi sacrifici per dare un servizio al passo con i tempi e non credo che a costoro non gli si debba dopo tutto riconoscere nulla e le compagnie da quell’orecchio non ci sentono, e questo non è assolutamente accettabile, secondo negli impianti ci sono realtà che vengono gestite a conduzione familiare e sicuramente per costoro non è affatto semplice ricostruirsi un futuro altrove e ricominciare tutto da capo come se fosse una cosuccia da niente, poi ci sono coloro che sono prossimi alla pensione e questi dove vanno a finire…visto anche la situazione economica pessima e sull’orlo della banca rotta e non sto esagerando basta guardarsi intorno, e mettiamoci anche i giovani che dovrebbero essere il futuro di questo “bel paese” i cervelli che piantano tutto e se ne vanno via a costruirsi un futuro migliore altrove , quindi caro Roberto prima di parlare a sproposito bisogna avere cognizione di causa ,altrimenti sono solo parole al vento!!!!