Le Associazioni dei Gestori sono state convocate per martedì 5 febbraio alle ore 12,30, presso il Ministero Economia e Finanze dal Sottiosegretario Bitonci, per cercare un’intesa sul problema del credito d’imposta sulle commissioni per la moneta elettronica
Faib, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio hanno, quindi, deciso di “congelare” sia lo sciopero, che l’avvio dell’iniziativa -programmata per domani 1° febbraio- che avrebbe portato all’emissione della fattura elettronica solo per i rifornimenti carburanti pagati con bonifico anticipato o assegno circolare. Resta, comunque, alta la tensione e anche lo stato di agitazione soprattutto nel fatto della questione della fattura elettronica che sta mettendo in ginocchio la categoria.
Resta, comunque, alta la tensione e anche lo stato di agitazione soprattutto nel fatto della questione della fattura elettronica che sta mettendo in ginocchio la categoria.
Ricordiamo che tutto nasce dal fatto che le categorie dei gestori di carburanti erano giunte a definire all’interno della precedente finanziaria un rimborso del 50% in termini di credito di imposta sul transato proveniente dai pagamenti con carte di credito. Un provvedimento motivato dal riconoscimento che la categoria era sottoposta ad un maggiore livello di commissioni bancarie collegate alle transazioni con carta di credito. Si era trattato di un accordo unico, raggiunto dopo 15 anni di trattative, tenuto conto dei costi già ampiamente sostenuti e dei limitati ricavi.
A seguito di quel provvedimento la monopolista Nexi, nel 2018, ha cominciato a raddoppiare il peso delle commissioni senza che né il Mef né l’Antitrust trovassero qualcosa da dire, nonostante le ripetute segnalazioni delle categorie. La beffa è che oggi questo provvedimento (il rimborso), è stato cancellato senza darne motivazione, sotto forma di circolari ed emendamenti nascosti nel mucchio di quelli collegati alla conversione del decreto semplificazioni. Quindi la categoria si è trovata, non solo nella situazione precedente al provvedimento ma con l’aggravio dell’aumento delle commissioni di Nexi e oggi con i costi dell’introduzione della fatturazione elettronica che, è vero, incidono su tutte le attività, ma in particolare su questa che ha calcolato di produrre circa 4/5.000 fatture all’anno.
La vicenda della fattura elettronica è solo l’ultimo degli adempimenti che sono stati letteralmente gettati addosso al Gestore, e alla sua esigua marginalità (3 centesimi LORDI litro).
Un concetto giustamente ribadito anche alla trasmissione Quarta Repubblica, dove hanno partecipato (in studio) il vice presidente Faib, Pino Sperduto, e tramite il servizio l’onnipresente (bisogna pur dargliene atto) presidente della Gisc_ TV Moreno Parin. Entrambi pronti, davanti agli occhi increduli del giornalista Porro, a ribadire come siano insufficienti quei 3 cent litro di margine a minacciare una sopravvivenza grazie sopratutto agli oneri amministrativi (in primis dai costi delle commissioni POS, Carte aziendali ecc).
Alla trasmissione era presente l’onorevole Gianfranco Librandi che ha dichiarato che presenterà un apposito emendamento per evitare che l’intera operazione fattura elettronica ricada sui gestori carburanti. Di fatto non avrebbe già dovuto ricaderci, ma nel mentre che fare ??
Prendere una commissione sulla fattura elettronica secondo il commercialista Daniele Tumietto che scrive su Agendadigitale.eu sarebbe “irregolare”. “Si tratta di comportamenti discutibili”. Anche non emetterla, sempre secondo Librandi, sarebbe irregolare . “Nel commercio al dettaglio la fattura elettronica, è da emettere solo a richiesta del cliente”. E’ quindi vietato non emettere fattura elettronica e chiedere soldi in virtù di ciò. Un comportamento simile, spiega Tumietto, “è contro le vigenti normative e si configura come omessa fatturazione”. L’obbligo di fatturazione elettronica è stato introdotto, dal 1 gennaio 2019, con la legge di bilancio 2018. E’ irregolare inoltre chiedere soldi per la fattura elettronica e i comportamenti in questo senso possono essere segnalati alle competenti autorità di vigilanza. A tal proposito il Decreto del Presidente della Repubblica del 26/10/1972 n. 633 all’articolo 21 recita: “Le spese di emissione della fattura e dei conseguenti adempimenti e formalità non possono formare oggetto di addebito a qualsiasi titolo”.
Il collega Fiornetino ripreso dalle telecamere nascoste di “Quarta Repubblica” lo ha detto chiaramente “se lei viene qui a fare 20 euro di benzina e paga con la carta di credito, noi siamo a rimessa”. Un altro collega Veneto ha dichiarato “sul carburante non ho margine di guadagno e quindi sono costretto a mettere quell’euro e cinquanta di oneri amministrativi”.
Moreno Parin, presidente benzinai Confcommercio di Treviso, ha provato a spiegare il perché: “L’errore da parte dello Stato e dei rappresentanti dei gestori è quello di non avere considerato i costi aggiuntivi che i benzinai hanno con la fatturazione elettronica”.
A rendere, se possibile, più grottesca la vicenda, il fatto che il rimborso da prima concesso sotto forma di detrazione fiscale compare comunque nella dichiarazione dei redditi e viene perciò tassato. Dunque il Gestore paga il servizio per la fatturazione elettronica, paga per incassare i pagamenti con carta e paga anche le tasse su un rimborso mai ottenuto. Davvero incredibile.
commissioni carte di credito DEVONO essere azzerate per distribuzione carburanti, da me purtroppo il record della settimana è 1,83€ con mastercard dall’automatico……