Chiude dopo 23 anni. Era il benzinaio del centro città

C’è chi gli ha regalato una pianta, chi scende dall’auto per ringraziarlo con un abbraccio, chi ancora non riesce a crederci: Giuseppe Crestani, storico benzinaio di via Piave a Feltre in provincia di Belluno in Veneto ha appeso ieri sera il cartello “chiuso per cessata attività”.

Lascia l’impianto Tamoil _ prima era Ip _ dopo 23 anni di onorato servizio e migliaia di clienti che sapevano potersi fidare ciecamente. “Sento un rumorino strano”, la frase classica. E lui pronto a tirare su il cofano e ad ascoltare il motore. Di solito bastavano pochi secondi per capire tutto, come accaduto anche ieri mattina a un automobilista che gli ha chiesto aiuto.

«La mia vita è andata sempre a braccetto con i motori», afferma l’ormai ex benzinaio, «e credo che le persone siano venute qui da me non solo per fare rifornimento, ma anche perché all’occorrenza trovavano un consiglio utile».

Il carburante è già finito, ma lui ha voluto esserci anche ieri, ultimo giorno di lavoro prima della meritata pensione. Lui che quota 100 l’ha superata da un pezzo però fatica a staccarsi da quel distributore che gli ha dato non solo da vivere ma che con gli anni lo ha fatto diventare un’istituzione della città. «Ormai era diventato anche un luogo di ritrovo per alcuni amici», afferma un affezionato cliente.

Nell’epoca delle stazioni self-service, Crestani aveva mantenuto vivo il rapporto umano: «Ringrazio tutti i clienti che mi hanno dato la loro fiducia, alcuni dei quali conosco da oltre vent’anni e che sono sempre rimasti fedeli al mio distributore».

Originario di Fastro di Arsiè, Crestani ha cominciato a lavorare giovanissimo, all’estero, nel settore dell’industria petrolifera e della meccanica: Sudan, Turchia, Iraq, ma anche Svizzera. Poi il rientro nella sua Fastro dove aprì un distributore Ip, gestito per diciannove anni prima del grande salto a Feltre, prima sempre sotto l’insegna Ip e successivamente con il marchio Tamoil, che da ieri non espone più il prezzo dei carburanti.

È tempo di smobilitare, mentre alcune auto si fermano e i conducenti, una volta venuto a sapere che l’impianto chiude, si fermano e scendono dall’auto per ringraziare Crestani e salutarlo. Il benzinaio è stato testimone dell’evoluzione della città: «Di sicuro la chiusura del centro ha creato problemi anche alla mia attività, con un calo del lavoro, soprattutto nel fine settimana quando chi scendeva dalla Birreria Pedavena era abituato a fermarsi da me prima di andare verso casa. Ma tant’è, ormai è fatta».

Il futuro dell’impianto di via Piave è nelle mani della società proprietaria: «Non so cosa succederà, posso immaginare che vorranno trasformarla in una stazione self service, ma sono decisioni che spettano ad altri», afferma Crestani. Arriva una cliente per fare rifornimento: «Signora chiudo, non ho più benzina», le dice Crestani. Lei scende e lo abbraccia: «Ecco, questo è il regalo più bello», dice un po’ emozionato. A sera l’ultimo giro di chiave nella serratura e quel cartello di cessata attività, attaccato quasi a malincuore. 

Fonte: Corriere delle Alpi

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Gigi
Gigi
5 anni fa

Lacrime di coccodrillo. Avete voluto questo, anche Voi che scrivete l’articolo (per non parlare di Oleoblitz e i suoi seguaci)…….a adesso siete impietositi. Ridicoli. Da parte mia: onore e rispetto per questo lavoratore, gli auguro di lasciare (di nuovo) questo paese marcio di trovare un futuro migliore.

Alex
Alex
5 anni fa

Tratto dal film “la casa nella prateria “