Staffetta Quotidiana – Una società vende fuel card prepagate con fatturazione dei carburanti acquistati non conforme alla normativa e senza l’assenso del cedente. La denuncia di Elisabetta Vianello
Nel mondo della distribuzione carburanti se ne vedono ormai di ogni tipo. La vicenda che illustriamo di seguito, denunciata da Elisabetta Vianello, titolare dei marchi Vega ed Enercoop, va ad aggiungersi al lungo elenco.
In una mail inviata al circuito Mastercard, Vianello illustra il caso della TBS Europe srl, società che vende fuel card prepagate anche attraverso il suo sito internet, assicurando al cliente l’invio della fattura elettronica. Una pratica che sarebbe consentita dalla legge (l’articolo 21, comma 1 del DPR 633/1972 permette l’emissione delle fatture anche da terzi purché autorizzati). TBS ai primi di dicembre ha inviato a Vega 33 mail di posta elettronica certificata (Pec) nelle quali richiedeva l’assenso “a emettere fatture in nome e per conto nostro”, sottolinea Vianello. “Abbiamo risposto alla prima Pec in modo categoricamente negativo”. Nonostante questo, TBS ha emesso fatture “a nostro nome per un importo molto superiore a 50.000 euro” nel primo trimestre dell’anno, fatture che sono “peraltro fiscalmente difformi dalla normativa della fattura elettronica e quindi inutilizzabili e indetraibili dal possessore/fruitore”. Analoga circostanza risulta aver riguardato “molti operatori del settore”.
Da un’indagine condotta dalla società denunciante, “sembra che queste fuel card TBS siano state acquistate a Gibilterra e che la TBS abbia accesso alle transazioni eseguite” sul circuito della società internazionale che emette le carte.
Vianello parla di “operazione dai risvolti oscuri” e annuncia una diffida a TBS, una denuncia agli organi di finanza e alle associazioni di categoria, parlando di “operazioni che tranquillamente si possono collocare nella categoria truffe”.
Oltre all’illecito in sé, il problema è che coloro che hanno acquistato la carta ricaricabile e i buoni non possono detrarre la fattura perché questa non riporta né la tipologia prodotto né il prezzo unitario.
Vista la diffusione della pratica, l’invito alle società emittenti è di fare una ricerca nel proprio cassetto fiscale nella sezione fatture emesse e controllare l’esistenza di fatture emesse da terzi con la partita Iva di TBS e, nel caso ne trovassero, parlarne con l’Agenzia delle Entrate.
Per Gentile concessione di Staffetta Quotidiana
è capitato pure a me ma dopo la prima transazione fortunatamente solo di 30€ mai saldata,nonostante varie pec a tbs, non le ho più accettate