
Diciottomila litri di carburante, per un valore di oltre 25mila Euro. E’ il colpo messo a segno nei giorni scorsi ai danni di una stazione di servizio dell’azienda Scat, ad Arceto. Episodi che si fanno sempre più frequenti e che riportano sotto i riflettori la questione del mercato nero di benzina e soprattutto gasolio. E attenzione: il fenomeno genera anche una vera e propria allerta ambientale.
Prelevare combustibile forzando gli impianti e trasportandolo su strada con mezzi non idonei è pericoloso, per le persone, per gli automobilisti e per i possibili danni ambientali. Il monito arriva da Andrea Salsi, vicepresidente di Assopetroli-Assoenergia e presidente della Scat, azienda leader in provincia di Reggio e in regione nel settore della commercializzazione di carburanti e gas naturali. Società che è stata vittima di recente di diversi furti.
“Il rischio di inquinamento è devastante. Viene prelevato il carburante con tecniche e attrezzature non idonee, e poi trasportato per essere ricollocato. Il rischio di sversamento è altissimo”.
Ad agire sono bande estremamente specializzate.
“C’è una attività di monitoraggio degli impianti, due in sei mesi quelli colpiti. Agiscono dopo il rifornimento, di notte, mettono i birilli simulando lavori di manutenzione”.
Ma dove finisce il carburante rubato?
“In Italia, direttamente negli impianti. Una volta riguardava Paesi vicini come Austria e Slovenia, ora tutta Italia. Viene ricollocato attraverso rivenditori ai clienti finali”.
A rendere più cupo il quadro c’è anche il fenomeno dell’evasione fiscale e soprattutto delle infiltrazioni della criminalità organizzata.
“Parliamo del 15% del prodotto consumato in Italia. Vale a dire 4-6 miliardi di euro non incassati dallo Stato”.
A dirlo il Vicepresidente di Assopetroli e Presidente SCAT Andrea Salsi.
Preset with id 1 does not exist!Estratto da Reggionline