
Il 18 febbraio il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) tenterà di riaprire il confronto sulla riforma del settore carburanti, convocando le parti coinvolte alla presenza del sottosegretario Massimo Bitonci. Due gli incontri in programma: il primo con le federazioni dei Gestori (Faib, Fegica e Figisc), il secondo con le compagnie petrolifere e i retisti (Unem, IP, Assopetroli). L’obiettivo? Sbloccare una riforma che si è arenata da mesi, principalmente sul nodo della contrattualistica.
L’elemento che potrebbe cambiare il corso delle trattative è la recente sentenza del Tribunale di Torino, Sezione Lavoro, che ha stabilito l’illegittimità del contratto di appalto nei rapporti tra compagnie petrolifere e Gestori. La sentenza, accogliendo integralmente il ricorso di un Gestore contro una società petrolifera, ha di fatto smascherato un tentativo di aggirare la normativa di settore, trasformando il contratto di comodato in un appalto di servizi che nascondeva un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato.
Faib e Fegica hanno immediatamente inviato il testo della sentenza ai Ministeri del Lavoro e delle Imprese, mettendo nero su bianco un principio fondamentale: il contratto di appalto è illegittimo e contrario alle leggi che regolano il settore della distribuzione carburanti.
La vera domanda ora è se il Mimit avrà il coraggio di imporre regole chiare e far rispettare la legalità, opponendosi alle resistenze di un’industria petrolifera che da anni dimostra di voler eludere obblighi e normative. Le compagnie hanno finora ostacolato qualsiasi regolamentazione più stringente sui contratti, cercando di preservare un modello in cui il gestore è progressivamente svuotato del suo ruolo e dei suoi diritti.
Le petrolifere, attraverso Unem, continuano a invocare maggiore “flessibilità contrattuale”, ma la realtà è che dietro questa richiesta si cela il tentativo di deresponsabilizzarsi nei confronti dei Gestori, imponendo loro rapporti precari, unilateralmente svantaggiosi e ora giudicati anche illegali da un tribunale italiano.
Oltre al nodo contrattuale, il settore è in fermento anche sul fronte autostradale. I Gestori si stanno preparando a una serie di iniziative di protesta contro le compagnie e i concessionari, accusati di volerli espellere dalla rete attraverso pratiche scorrette e bandi di gara che favoriscono esclusivamente le multinazionali.
Il 18 febbraio rappresenta dunque un passaggio chiave per il futuro del settore. Il Mimit saprà finalmente imporsi e far rispettare le leggi, imponendo regole chiare e trasparenti? Oppure cederà ancora una volta alle pressioni delle compagnie petrolifere, lasciando i Gestori in balia di contratti capestro e di una concorrenza sempre più sleale?
Le risposte arriveranno nei prossimi giorni, ma una cosa è certa: la sentenza di Torino ha segnato un punto di svolta. Adesso spetta al governo tradurre questo principio in una riforma che metta fine agli abusi e restituisca dignità ai Gestori.
BASTA CHE IL GOVERNO IMPONGA CON UNA MORAL SUASION ALL ‘ ENI IL TESTO ,VISTO CHE I DIRIGENTI DELLA COMPANY LI NOMIA LUI , E IL RESTO DELLE COMPAGNIE SEGUIRANNO L’ESEMPIO. SI RACCOMANDANO CONGRUI RISTORI PER CHI CHIUDE E INVESTIMENTI SOSTANZIOSI PER CHI RIMANE.GRAZIE