Le bugie hanno le gambe corte: petrolieri e la coerenza perduta

Faib Confesercenti e Fegica hanno presentato il dossier “Le bugie hanno le gambe corte”, un’analisi pungente e documentata sulla straordinaria capacità delle compagnie petrolifere di dire tutto e il contrario di tutto, a seconda della convenienza del momento. Il documento fotografa in modo impietoso l’incoerenza schizofrenica delle posizioni espresse, anche in sede istituzionale, dalle stesse aziende che ora si oppongono strenuamente alla regolamentazione del settore e ai contratti collettivi conformi alle leggi che regolamentano il settore.

“Di tante cose si può accusare quello che resta dei petrolieri italiani: ma non che abbiano le idee chiare”, si legge in apertura del documento. Un’affermazione che trova conferma nel continuo rimbalzo tra posizioni diametralmente opposte in un breve arco temporale.

Quando la coerenza è un optional

Solo pochi anni fa, nel 2019, Unem (allora UP, Unione Petrolifera) accompagnata nella stessa linea da Eni, si presentavano di fronte al Parlamento spiegando con aria professorale che i contratti di fornitura andavano negoziati e tipizzati con le organizzazioni dei gestori, e che il rispetto della legge era fondamentale per evitare squilibri nel mercato.

Addirittura Eni si spingeva ad affermare che “Eni vanta una tradizione fortissima in termini di condivisione con le organizzazioni sindacali, partendo dal presupposto della necessità di regole rigide (…) per avere rispetto del libero mercato e della libera concorrenza. L’assenza di regole favorisce la nascita di situazioni contrarie e dannose anche ad aziende strutturate come Eni. Eni è favorevole agli accordi, ai contratti tipizzati.»

Poi, d’improvviso, il colpo di scena: oggi quegli stessi contratti negoziati sono diventati un ostacolo insormontabile, un’ingerenza burocratica da spazzare via. A chi chiede il rispetto delle regole, la risposta è una sola: “Se non vi sta bene, riconsegnate le chiavi”.

Il paradosso dell’appalto

Un tema centrale del dossier è la contraddizione sull’uso del contratto di appalto, strumento attraverso cui le compagnie cercano di eludere la normativa di settore e ridurre i gestori a semplici esecutori senza tutele. Peccato che che una sentenza del Tribunale di Torino abbia stabilito che questo tipo di contratto è illegale nella distribuzione carburanti, in quanto maschera un rapporto di lavoro subordinato.

“La legge, se e quando esiste, si applica nei limiti che ci fanno più comodo”, sintetizza il documento con un’ironia tagliente.

Verso la riunione al Mimit: chi avrà il coraggio di smascherare l’ipocrisia?

La presentazione di questo documento arriva in un momento strategico: proprio domani il Ministero delle Imprese e del Made in Italy tornerà a riunire il settore per tentare di sbloccare la riforma della distribuzione carburanti. Il nodo della contrattazione collettiva sarà ancora una volta centrale, e la domanda è una sola: il governo avrà la forza di imporre regole chiare alle compagnie petrolifere o si limiterà a un altro giro di promesse vuote?

Faib e Fegica, con il loro documento, mettono a nudo un sistema che da anni si regge su menzogne e contraddizioni. La verità è ormai sotto gli occhi di tutti, e il tempo per i trucchi retorici sembra scaduto. Perché, come dice il proverbio, le bugie hanno le gambe corte… e questa volta (si spera) potrebbero non arrivare lontano.

Scarica il PDF LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE

Intervento in X Comm. di Claudio Spinaci (UP) 

Intervento in X Comm. di Giovanni Maffei (ENI)

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Salvatore
Salvatore
1 mese fa

Se non vi sta bene, riconsegnate le chiavi!!! è questa la loro morale se leggete tutto quello che è scritto nel post è nient’altro che il racconto di questi ultimi anni che questi Signori hanno imposto con prepotenza nei nostri confronti alla faccia delle regole e di accordi che non vogliono più rispettare , siamo arrivati al punto che”” ora vediamo chi ce l’ha più Duro”‘????