Operazione “Oro nero”, sei arresti della Gdf: evasi 21 milioni di Iva su oltre 80 milioni di litri di carburante

La frode fiscale riguarderebbe in primis una società con sede ad Arcole ed altre società “cartiere” nell’ambito del commercio di circa 80 milioni di litri tra benzina e gasolio“

I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Verona, nella giornata di mercoledì 13 novembre, hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare su disposizione del Gip del tribunale ordinario Dott. Luciano Gorra. Due di tali ordinanze hanno condotto in carcere altrettante persone, un 45enne veronese di Arcole ed una donna coetanea originaria della Bielorussia. Entrambi sono accusati di avere svolto un ruolo di primo piano all’interno di una società situata nel Comune di Arcole, finita al centro dell’indagine “Oro nero” che avrebbe evidenziato un’evasione fiscale dell’Iva pari ad oltre 21 milioni di euro, nell’ambito dell’attività di commercio di carburante.

Nei confronti di altre quattro persone, due cittadini campani, un bielorusso ed un laziale, sono inoltre stati disposti gli arresti domiciliari. A tutti i soggetti arrestati, residenti oltre che nel Veronese anche in Lombardia, Lazio e Campania, viene contestato dagli inquirenti, a vario titolo, il reato di “associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali”. Nella fattispecie si tratterebbe di una serie di dichiarazioni fraudolente, per svolgere operazioni inesistenti ed emettere fatture ed altri documenti fittizi. Le indagini, coordinate dalla procura presso il tribunale di Verona dal sostituto procuratore Dott. Paolo Sachar, sono state condotte dalla compagnia della guardia di finanza di Soave ed avrebbero permesso di ricostruire una milionaria frode fiscale dell’Iva, ottenuta attraverso il commercio di circa 80 milioni di litri di carburante, tra gasolio e benzina, il cui valore complessivo è stimato dai militari in oltre 120 milioni di euro.

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L’avvio dell’indagine risale al 2016 e, secondo quanto riferito dalla guardia di finanza, avrebbe preso spunto da un’iniziale movimentazione di denaro sospetta: un bonifico di circa 900mila euro che sarebbe stato impiegato per far sorgere la società con sede ad Arcole che, stando alle accuse, sarebbe poi stata posta al vertice di una filiera commerciale costituita da società cosiddette “cartiere”, le quali secondo gli inquirenti sarebbero state appositamente messe in mezzo alla catena commerciale per frodare l’imposta sul valore aggiunto, l’Iva per l’appunto.

Secondo la ricostruzione operata dalla guardia di finanza, i prodotti petroliferi immessi in commercio dal deposito fiscale, anziché essere ceduti direttamente alla società di capitali veronese con sede ad Arcole, sarebbero stati fatturati a delle società “cartiere” che avrebbero attestato falsamente di essere degli “esportatori abituali” per poter così evitare di applicare l’Iva sul prodotto petrolifero, sfruttando illecitamente proprio le agevolazioni previste dalla legge per i cosiddetti “esportatori abituali”. In realtà, stando alle accuse, il carburante sarebbe poi stato di volta in volta venduto dalle società “cartiere” alla società di Arcole, la quale a quel punto lo avrebbe poi ceduto a vari distributori stradali ed altri rivenditori, dislocati sul territorio nazionale, principalmente a Verona, ma anche a Vicenza, Padova, Brescia, Piacenza, Reggio Emilia, Trento ed Ancona. È bene specificare come le varie “pompe di benzina” che acquistavano il prodotto dalla società di Arcole a prezzi ribassati, non risultano essere coinvolte direttamente nell’indagine.

Al centro dell’operazione “Oro nero”, oltre alla società di capitali di Arcole, vi sono invece finite le varie altre società “cartiere”, il cui ruolo risulterebbe infatti fondamentale per imbastire il meccanismo fraudolento di quella che in gergo viene definita “frode carosello”. Secondo la ricostruzione dei finanzieri, l’attività illecita prevedeva che tali società fossero amministrate da prestanomi nullatenenti e che la loro operatività si protraesse nel tempo per non più di tre anni, finendo poi con lo sparire senza versare alcunché all’erario. Tali società “cartiere”, nell’ambito dell’indagine “Oro nero”, sono risultate avere sede, oltre che a Verona, anche in altre città italiane, quali Venezia, Asti, Roma e Napoli. Sulla scorta dell’attività investigativa svolta, i finanzieri stimano che il sistema fraudolento scoperto, avrebbe consentito alla società di Arcole la vendita di carburante a prezzi ribassati e particolarmente vantaggiosi, di fatto normalmente impossibili da attuare sul mercato. Si tratterebbe di un ribasso pari a -15% rispetto al normale prezzo del carburante venduto ai distributori stradali, circostanza che rappresenterebbe per l’appunto un evidente distorsione del principio di “sana” concorrenza che dovrebbe caratterizzare il commercio.

L’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai finanzieri è stata emessa tenendo conto, in particolare, delle operazioni più recenti svolte dagli indagati e che avrebbero comportato un’evasione dell’Iva di oltre 4 milioni e 400 mila euro. A tal riguardo, i baschi verdi hanno spiegato di aver sequestrato, proprio nel corso dell’indagine, beni per un pari importo di denaro, tra conti correnti, quote societarie, beni mobili ed immobili, tutti riconducibili agli indagati ed alla società di Arcole coinvolta.

„Nel corso delle operazioni di arresto sono stati infatti sequestrati un motociclo, due autovetture, un’imbarcazione di 5 metri, lo stabile dove ha sede la società di Arcole, il cui valore si aggira attorno ai 140mila euro, ma anche liquidità per oltre 880 mila euro, di questi più di 30mila euro in contanti ed oltre 850mila sui conti correnti. La ricerca di ulteriori beni al fine di raggiungere l’importo di cui è stato disposto il sequestro, vale a dire i già citati 4 milioni e 400mila euro, è tuttora in corso d’opera da parte degli inquirenti stessi.“

Fonte: VeronaSera

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max
max
4 anni fa

fin che ci sara oro nero non finira

Rosario
Rosario
4 anni fa

Bel lavoro della GdF ma fa inc…..re agli arresti domiciliari! Non è più possibile

Giuliano
Giuliano
4 anni fa

Vorrei sapere perché le pompe di benzina non vengono inserite nell’inchiesta
Comprano ad un prezzo fuori mercato
Vendono in regime di concorrenza sleale
Consapevoli di avere un prodotto di provenienza illecita quindi secondo me anche loro colpevoli di questa situazione

max
max
Rispondi a  Giuliano
4 anni fa

tanto non gli fanno nulla cosa vuoi che si preoccupano.

Nicola
Nicola
Rispondi a  Giuliano
4 anni fa

hai ragione, almeno il nome. Da noi la privacy vale solo per i ladri e amici

guido
guido
Rispondi a  Giuliano
4 anni fa

…vedrai che la finanza andra’ a trovare sia le ditte di autotrasporto che le pompe bianche che hanno acquistato da questi…..c’è la corresponsabilità dell’iva evasa dal marzo del 2018…arriverà un bel conticino….

Giovanni Ruiu
Giovanni Ruiu
4 anni fa

Bene.. E quindi?? A noi interessano margini piu’ alti..
Sviamo sempre i problemi.. Mi raccomando..

pippo
pippo
Rispondi a  Giovanni Ruiu
4 anni fa

AI PERFETTAMENTE RAGIONE ,SI ARRANGINO RETISTI E COMPAGNIE ,I QUALI SANNO NOMI E COGNOMI DEI VARI MAFIOSI DI TURNO ,MA POVERINI !!! VOGLIONO PASSARE PER SANTI ,TANTO CI SONO I FESSI CHE SCIOPERANO PER LORO .COSA CHIEDERE DI PIÙ
VORREI RICORDARE A LOR SIGNORI ,CHE QUANDO SI ACQUISTA UN PRODOTTO CON UN PREZZO FUORI MERCATO SI PUÒ INCORRERE IN RICETTAZIONE O INCAUTO ACQUISTO, E DIRE CHE LE “POMPE DI BENZINA “NON SONO COINVOLTE MI FA SORRIDERE SE VA DI QUESTO PASSO DIVENTERANNO DEI BENEFATTORI ,CERTO TENGONO BASSO IL PREZZO

max
max
Rispondi a  Giovanni Ruiu
4 anni fa

non ti e ancora chiaro che siamo numeri siamo sacrificabili noi a respirare merda che ci ammazza per 3 centesimi l’oro guadagnano miliardi

Giuliano
Giuliano
4 anni fa

Il mio commento non voleva sicuramente sviare il discorso dal problema “margini”ma sicuramente è impensabile non punire anche chi da la possibilità che tutto ciò avvenga così come è scritto nell’articolo

Giuliano
Giuliano
4 anni fa

Ed in ogni caso non penso che i loro margini siano uguali ai nostri

Giuliano
Giuliano
4 anni fa

Mi auguro sia così ma è pur vero che siamo a fine novembre 2019
Quindi 20 mesi