Eni sdoppia l’organizzazione del gruppo: da una parte le attività fossili, che conteranno sempre meno come annunciato tre mesi fa nella nuova strategia al 2050, dall’altra tutti i business di generazione, trasformazione e vendita di prodotti. Un modo per focalizzarsi meglio verso le attività più sostenibili e a minore impatto carbonico: ma anche l’occasione per rifondare la prima linea interna (che in passato era stata lambita da inchieste e da critiche, anche della politica che tramite il Tesoro e la Cdp ha il controllo dell’azienda). E quindi di elevare due dirigenti interni – Alessandro Puliti e Massimo Mondazzi – a vicari di fatto dell’amministratore delegato Claudio Descalzi, che ha appena avviato il terzo mandato.
“La nuova organizzazione rispecchia la svolta storica che Eni sta intraprendendo – ha dichiarato Descalzi in una nota -. Un cammino irreversibile che ci porterà a diventare una compagnia leader nella produzione e vendita di prodotti energetici decarbonizzati. Per realizzare e, se possibile, accelerare il percorso annunciato a febbraio, creiamo ora due grandi anime dentro l’azienda, con obiettivi precisi”. Secondo il manager milanese, Eni “vuol essere attore protagonista di una transizione energetica equa nella quale crediamo e che diventa uno dei capisaldi della nostra azione di trasformazione”.
La nuova Eni avrà dunque due direzioni generali: la Natural Resources e la Energy Evolution, guidate rispettivamente da Puliti e da Mondazzi. Il primo, entrato nell’Agip nel 1990, è responsabile della produzione di idrocarburi dall’anno scorso. Il secondo, in azienda dal 1992, è dal 2012 direttore finanziario, ruolo che manterrà fino al 1° agosto. La prima struttura “valorizzerà il portafoglio upstream oil&gas con l’obiettivo di ridurre la sua impronta carbonica attraverso una forte azione di efficienza energetica e all’espansione della componente gas”. Qui confluiranno le attività di esplorazione, sviluppo e produzione di idrocarburi, la commercializzazione del gas all’ingrosso via gasdotti e navi Gnl, i progetti di conservazione delle foreste, di stoccaggio della Co2.
L’altra direzione generale, la Energy Evolution, si occuperà invece di far crescere “la generazione elettrica rinnovabile e del bio-metano, coordinerà l’evoluzione bio e circolare del sistema di raffinazione e della chimica e svilupperà ulteriormente il portafoglio clienti minuti di Eni fornendo prodotti sempre più decarbonizzati per la mobilità, il consumo domestico e delle piccole imprese”. In quest’altra metà del gruppo confluiranno poi la generazione da gas e da fonti rinnovabili, la raffinazione, la chimica, il Gas&Power al dettaglio e il Marketing per la mobilità, anche tramite il consolidamento delle società Versalis (chimica) ed Eni gas e luce.
Al fianco delle due direzioni, Eni prepara poi la nuova unità Technology, R&D, Digital, per usare l’innovazione tecnologica “come leva imprescindibile per creare valore e crescere”, facendo leva sulle proprie competenze e tecnologie che hanno consentito di tracciare l’evoluzione strategica dei prossimi 30 anni. Tutte le altre funzioni centrali saranno entro qualche settimana “ulteriormente razionalizzate e riorganizzate per supportare in termini di strutture e competenze la mission di Eni e il conseguimento degli obiettivi delle due direzioni generali”.
Naturalmente ,in tutta questa trasformazione ,purtroppo non ci sarà posto per il gestore inteso come tale ,ma avremmo bisogno di addetti che dovranno fare da lavavetri o postini ,quando non consegnare pacchi
Cosi dovrebbe finire l articolo
Nel frattempo il sindacato ,sta riflettendo se partecipare a una riunione congiunta o no mentre la contro parte sta facendo piazza pulita con previsioni a 30 anni ,noi non sappiamo nemmeno se ci rinnoveranno i contratti