Se Staffetta petrolifera ha fatto un salto sulla sedia commentando l’analisi e le proposte di riforma della rete carburanti contenute nel Programma nazionale di riforma (Pnr) illustrato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri la scorsa settimana in Consiglio dei ministri, noi umili Gestori carburanti siamo costretti a farne due (di sobbalzi sulla sedia) leggendo la lettera che Giuseppe Gatti, presiedente del consorzio Grandi Reti, venerdì scorso ha scritto in risposta al ministro adducendo tra l’analisi al primo posto l’eccessiva regolamentazione “solo per quanto riguarda le ingessature anacronistiche sull’affidamento in gestione degli impianti. Limitazioni da smantellare, rendendo utilizzabili tutte le tipologie contrattuali del Codice Civile.”
Invitando il ministro “a mantenere il tema della distribuzione carburanti nel paragrafo liberalizzazioni, relativamente alla sola contrattualistica per l’affidamento degli impianti e per le parti restanti a collocarla nell’ambito della lotta all’evasione e del contrasto all’illegalità approfondendo e circostanziando maggiormente gli spunti presenti a p. 48 circa la lotta all’evasione, che è oggi lo strumento essenziale per perseguire l’obiettivo indicato dal Pnr ed in cui ci ritroviamo pienamente: la razionalizzazione e l’ammodernamento della rete distributiva”.
Evidentemente c’è ancora chi riesce a vedere limitazioni nelle opportunità legate all’affidamento degli impianti carburanti che ad oggi (per quelli che si riescono ancora ad affidare, visto gli enormi oneri e gli esigui margini) bastano contratti di guardiania stipulati ad un anno con compensi che non superano gli 8mila euro fatturati. Per non parlare dei contratti di associazione in partecipazione, alcuni dei quali veri e propri contratti non conformi a quel codice civile all’occorrenza strumentalmente richiamato.
Contratti utilizzati in sfregio alle professionalità ed alla sicurezza che occorrerebbe avere come principale riguardo nella conduzione di un impianto. E forse non bastano davvero tutti gli impianti chiusi, vere e proprie cattedrali nel deserto, abbandonate sopratutto dopo la stipula di tale tipologia contrattuale.
vedremo se tutte le sigle sindacali avranno le palle per rispondere tutti uniti