
I 32 distributori di carburante a marchio Auchan e Simply che sono stati messi in vendita nell’ambito del piano di razionalizzazione, passato anche per tagli alla forza lavoro e cassa integrazione dopo l’operazione che ha visto la Conad e il finanziere Raffaele Mincione, attraverso il veicolo Bdc Italia, comprare Auchan. sono a un passo dalla Ludoil della famiglia dell’imprenditore campano Donato Ammaturo.
La transazione sta facendo discutere per più di un motivo. Innanzi tutto perché fin da subito è stato deciso di cedere i distributori di benzina in blocco, senza prendere in considerazione offerte singole. Soprattutto, però, la scelta, a quanto pare principalmente per volere di Mincione (indagato dalla magistratura del Papa nell’ambito dell’inchiesta sul palazzo di Londra), è ricaduta sulla Ludoil dopo che, prima della pandemia da Covid-19, avevano mostrato interesse per le pompe di benzina diversi altri soggetti, alcuni dei quali erano arrivati alle negoziazioni in esclusiva. Poi però questi operatori petroliferi sono stati scartati e, come detto, è stato deciso che i distributori andranno alla Ludoil con sede a Nola (Napoli).
I dettagli della compravendita non sono ancora noti. Quel che si sa è che il gruppo Ludoil è lo stesso che, qualche anno fa, ha rilevato da Unicredit le attività della ex Italpetroli della famiglia Sensi. “Il Gruppo Ludoil – si legge nel sito internet – tramite Ludoil Energy Srl, di proprietà della famiglia Ammaturo, è attivo sia nella vendita sia nella logistica e distribuzione di prodotti petroliferi. Le vendite fanno capo alla Ludoil Energia Srl, mentre la logistica sui vari depositi fa capo a SO.DE.CO. Srl. Quest’ultima, infatti, detiene le quote delle varie società proprietarie e che gestiscono gli assets petroliferi della Ludoil. I beni, invece, che compongono la rete di stazioni di servizio di proprietà della Ludoil, fanno capo a Ludoil Re Spa, società collegata al gruppo ma fuori dal perimetro del consolidato”.
E la Ludoil re spa, che è appunto la società del gruppo Ammaturo che dovrebbe rilevare i distributori, ha archiviato il bilancio del 2018 (ultimo disponibile) con una perdita di esercizio pari a 4,37 milioni, in crescita dal “rosso” di 2 milioni del 2017, a fronte di un valore della produzione di 5 milioni contro i 7,2 milioni realizzati l’anno prima. Il margine operativo lordo (ebitda) è risultato negativo per poco più di 490mila euro (positivo per 1,82 milioni nel 2017) dopo 744mila euro di costi del personale, 2,8 milioni di costi per servizi e 1,31 milioni di “oneri diversi di gestione”.
“Nel 2018 – spiega il bilancio civilistico della Ludoil re spa – i ricavi si sono attestati intorni ai 5 milioni, con un decremento di circa 2,2 milioni rispetto al 2017, anche per effetto della riduzione dei premi, causata dalla forte e crescente competitività tra i player del settore rete e dalla conseguente drastica riduzione dei prezzi alla pompa. Pertanto, anche a causa dell’aumento di alcuni costi operativi, l’ebitda adjusted, che non tiene conto delle partite straordinarie e non ricorrenti, si è ridotto in misura significativa”.
…la finanza magica,più hai i conti in rosso e più compri….mah….