Il governo aveva avviato una consultazione online promossa dal ministero dell’Ambiente e rivolta a cittadini e imprese che potrebbe portare ad aumentare il prezzo del diesel, aumentandone le accise. Alla base di questa scelta, la volontà di una transizione ecologica, con il governo orientato a fare delle proposte normative per la rimodulazione dei sussidi ambientali dannosi (SAD). Tra le varie tematiche, ce n’è appunto una che interessa da vicino gli automobilisti: l’ipotesi di cancellare il divario fiscale che oggi rende il gasolio meno caro della benzina.
L’iniziativa è scaduta a fine agosto e le proposte potranno diventare articoli da inserire nella prossima legge di bilancio. Con la conseguente possibilità di destinare ingenti risorse ad attività più eco-sostenibili. Restando in tema automobili, per esempio, il governo potrebbe sfruttare il gettito derivante dall’operazione diesel (si stimano fino a 5 miliardi di euro) per incentivare l’acquisto di veicoli elettrici.
Quello che è certo è che l’aumento del prezzo del diesel inciderà sul costo delle merci, che in Italia viaggiano prettamente su gomma. Con l’aumento delle accise, infatti, il gasolio arriverebbe a costare più della benzina verde. Ad oggi il gasolio costa 1,290 euro al litro contro l’1,549 della benzina. Questi i valori comprensivi di accisa: diesel a 888,17 euro per mille litri, benzina a 976,43 euro per mille litri.
Intanto il sondaggio online tenuto dal ministero dell’Ambiente si è concluso con 327 commenti e suggerimenti di cittadini, imprese, studiosi e associazioni e potrebbe portare dal prossimo gennaio a un indirizzo che sarà senza dubbio contestato.
La protesta più forte al momento è quella delle associazioni dell’autotrasporto e della vendita di prodotti petroliferi (assopetroli). Dicono che il disincentivo fiscale reso ancora più penalizzante “sarà una mazzata per le imprese e non darà alcun beneficio all’ambiente, visto che sono bastonati perfino i biocarburanti «i quali, a rigor di logica, dovrebbero godere di una fiscalità agevolata», è scritto in una lettera mandata dall’Assopetroli al ministro dell’Ambiente Sergio Costa. […] Il disincentivo fiscale sul gasolio è tra i più esosi al mondo. Alla rilevazione del 7 settembre il prezzo medio di un litro di gasolio era 1,28 euro, di cui appena 43,3 centesimi il costo industriale e il rimanente è fisco tra accisa (61,74 centesimi al litro) e Iva. Ma anche se il fisco italiano è il più avido del mondo, il gasolio ha un’accisa un po’ più bassa della benzina (72,84 centesimi al litro). Se passasse la proposta del ministero dell’Ambiente il gasolio costerebbe molto più della benzina: alle quotazioni medie del 7 settembre, un litro di diesel costerebbe 1,41 euro invece di 1,28 e contro gli 1,39 di prezzo medio della benzina. L’obiettivo reale (ma non detto) non è cancellare un sussidio ma spingere i cittadini a non bruciare gasolio e a usare soprattutto veicoli elettrici come l’auto a batterie o il monopattino, incentivati da bonus fiscali“.
Quando il governo dice che studia, è preoccupante,
forse sarà il numero esagerato di studiosi,
forse saranno i suggeritori che si prendono gioco di loro,
ma oltre alle loro parcelle non hanno mai studiato nulla di buono.
Vorrei che chi legge questa mia ironia associa questo articolo a quello precedente di Moreno Parin, per capire quando gli saranno grati x questo studio tutte quelle pompe che si forniscono nei canali illegali, dove le accise e l’iva sono il loro pane quotidiano.
Come politici, non meritate nessuna stima,
mah, come studiosi valete ancora meno.
SARA’ UN ENNESIMO INCENTIVO ALL’ILLEGALITA’