“Ovunque ti guidi la tua giornata, fermati in una Eni Station”. Recita cosi lo slogan delle stazioni dei sevizi Eni. Stazione dei servizi che nei giorni scorsi ha perso la partnership con DHL avviata nel giugno 2016. In realtà Eni, in contraddizione con lo spirito della sua commercial policy, sbandierata nelle intenzioni nei diversi incontri di trattativa con le associazioni dei Gestori (al pari della valorizzazione del gestore ridotto però allo stremo), sta invitando molti Gestori ad inviare disdetta tramite raccomandata entro il 30 novembre (fornendo anche copia di lettera di disdetta). Un comportamento anomalo sia in termini commerciali che legali e che ha provocato una comunicazione (alla quale non è stata data alcun riscontro) da parte di Fegica ai vertici aziendali.
Di seguito riportiamo in forma integrale la comunicazione.
La scrivente Federazione è stata informata da numerosi propri iscritti della “richiesta” che l’Azienda sta inviando ai propri Gestori, avuto riguardo la necessità di dare disdetta del
contratto che li lega a DHL.
Detta “richiesta” sarebbe motivata dal fatto che Eni avrebbe concluso la sua collaborazione con la medesima suddetta società di spedizioni.
Volendo appena accennare, in questa sede, al fatto che appare non del tutto indiscutibile che un soggetto “chieda” ad un secondo soggetto di inviare la disdetta contrattuale ad un terzo soggetto e pur non avendo alcuna intenzione di sapere e/o discutere i motivi per i quali si sarebbe conclusa la suddetta collaborazione tra Eni e DHL, sembra necessario e persino di interesse generale e convergente individuare e facilitare soluzioni ad hoc che possano consentire ai Gestori che lo volessero di poter proseguire tale collaborazione.
Innanzitutto, per evitare di rendersi responsabili del danno procurato alle imprese gestionali che, proprio su invito dell’Azienda, hanno investito economicamente, anche sul piano della formazione del personale e della comunicazione commerciale, allo scopo di offrire il servizio in questione nel modo più efficiente e produttivo.
Ma poi, non secondariamente, per evitare che ciò produca un altro tipo di danno più strettamente commerciale, per effetto della delusione offerta alla domanda dei clienti del punto vendita a marchio ENI, che la professionalità della gestione aveva saputo attirare, anche grazie al servizio offerto.
D’altra parte, il mercato della logistica ed in particolare del delivery (contrariamente ad altri) è in fortissima espansione, anche grazie alla crescente evoluzione degli acquisti online, e rappresenta -oggi più di ieri e, con ogni probabilità, ancor di più in prospettiva- una grande opportunità perfettamente coerente con la direzione strategica che ha come obiettivo la trasformazione della “stazione di servizio” in “stazione dei servizi”, sulla quale l’Azienda stessa chiede, giustamente con insistenza, di essere seguita con convinzione, proattività e spirito di iniziativa imprenditoriale.
Da questo punto di vista, sembra poter essere salutato come un evento positivo, incoraggiante e da incoraggiare il fatto che un numero crescente e consistente di Gestori di impianti a marchio, abbia già assunto l’iniziativa di contattare direttamente DHL per chiedere di continuare la collaborazione sul piano individuale e l’offerta del servizio ai clienti suoi e dell’Azienda.
Ciò, anche in forza delle facoltà, inalienabili e che non possono essere sottoposte a coartazione, conferite loro dalle norme che hanno liberalizzato ed aperto il mercato (legge 496/1999, legge 57/2001, legge 27/2012), in tema di attività cosiddette non-oil, collaterali alla distribuzione dei carburanti.
Tenuto nel dovuto conto tutto quanto sopra considerato, la scrivente Federazione invita codesta Azienda, nell’interesse di tutte le parti coinvolte, primi fra tutti i clienti degli impianti a marchio Eni, a condividere di concerto con DHL i termini e le procedure utili a consentire una transizione semplice, senza soluzione di continuità del servizio, evitando alcun disagio per i clienti degli impianti a marchio e priva di aggravio di oneri a carico delle gestioni che, come detto, sono interessate a proseguire l’erogazione del servizio.
va detto però che DHL ha dimezzato… si si la metà, il compenso che dava a noi gestori per la maggior parte dei sevizi di spedizione che offrivamo ai nostri clienti. quindi per per chi sa fare i conti vuol dire lavorare gratis se non in perdita. e non venite a dirmi che è un servizio per attirare clienti… son stanco di dare servizi gratis per attirare clienti che poi quando devono fare rifornimento vanno da un’ altra parte “pompe bianche”… a me la richiesta dell’ eni non è ancora arrivata ma io avevo già pensato di dare disdetta del contratto con DHL.
E’ ORA DI FINIRLA DI FARCI PIGLIARE PER IL CULO DA TUTTI, DOBBIAMO FARCI SENTIRE.
diamo tutti la disdetta che se li ritirino loro i resi amazon o le spedizioni, che mandino il corriere a prenderle cosi gli costa di più.
mi dispiace dirlo ma per questa volta secondo la mia opinione ha ragione l’ eni e non il sindacato