In occasione del convegno Faib la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra ha presentato un documento elaborato dall’Agenzia delle Dogane in grado di descrivere (finalmente) i flussi sospetti (“antieconomici”) di carburanti negli anni e il conseguente danno erariale dovuto all’evasione Iva.
Il documento “STIMA DEGLI EFFETTI ECONOMICI DELLA NORMA SULLE VOLTURE E SULL’E-DAS” chiarisce in premessa che “nelle frodi IVA non c’è modo di recuperare l’imposta evasa, se non marginalmente con successivi sequestri. Una volta scoperta una frode, i “maggiori diritti accertati” (MDA) non costituiscono un gettito recuperato ma una mera constatazione del danno erariale subito, spesso irreparabile. Pertanto, il gettito recuperato sull’IVA può essere valutato per confronto con il danno erariale che è stato riscontrato nel passato ma che, per effetto dei controlli, non si è più verificato. In altri termini, relativamente all’IVA, il gettito recuperato è uguale al danno erariale evitato.”
La sottosegretaria inoltre ha dichiarato di aver chiesto all’Agenzia delle Dogane se erano in grado di “fornire dei dati sulla valutazione degli effetti che progressivamente sono stati messi a punto per cercare di contrastare il fenomeno dell’evasione dell’Iva nella rete di carburanti”. “La cosa che emerge è che l’inizio del fenomeno interessa dapprima il gasolio, usato come meccanismo per rodare il sistema, e poi subito dopo la benzina. La tempistica delle evidenze che registrano è perfettamente allineata con le lamentele degli operatori onesti, quindi – ha detto rivolgendosi ai partecipanti al convegno – svolgete una funzione di sentinella”. Alle prime misure di contrasto, ha aggiunto Guerra, “la risposta da parte dei frodatori è stata un incremento dell’utilizzo delle false lettere d’intento”. Con il DL 124 del 2019 si è poi eliminata la lettera d’intento.
“Restano comunque ancora quote di flussi economici residui che se superati potrebbero portare, sempre secondo l’Agenzia, al recupero di 170 milioni. L’elemento forte è stato il progressivo rafforzamento del sistema di monitoraggio per via telematica della movimentazione dei prodotti sottoposti ad accise. Quindi la digitalizzazione è stato un passaggio significativo”.
Il documento elaborato dalla Agenzia delle Dogane analizza i flussi stradali di carburante tra depositi e distributori. Una logistica, ricordano le Dogane nello studio, caratterizzata da tragitti “brevi” per ridurre i costi di trasporto “in quanto i margini unitari di vendita sono molto contenuti”. Pertanto la movimentazione su strada in evasione di Iva è caratterizzata da “trasferimenti antieconomici”, considerati tali quelli superiori a 250 km.
Sulla base di questo metodo emerge una “recrudescenza del fenomeno” di evasione tra il 2015 e il 2019, inizialmente sul gasolio “usato per rodare il sistema” dai frodatori, per passare poi alla benzina. Una tempistica, osservano le Dogane, allineata con le evidenze di frodi Iva scoperte nel settore e con le lamentele degli operatori onesti. Per le casse dello Stato questo ha comportato un mancato gettito di 2 miliardi di euro per il gasolio e 600 milioni per la benzina.
Un calo delle frodi si ha con l’entrata in vigore delle prime misure di contrasto adottate con la legge 205/17 che però, dopo un primo effetto, “si sono rivelate troppo timide a causa dell’incremento nell’utilizzo delle false lettere di intento”.
I grafici mostrano poi una nuova discesa delle frodi Iva dopo l’entrata in vigore del DL 124/19 (eliminazione della lettera di intento e introduzione di nuovi criteri oggettivi e soggettivi per la selezione degli operatori). Ma non è bastato. Anzi si è di nuovo assistito successivamente a una crescita dell’evasione bloccatasi solo per effetto del lockdown della primavera 2020.
Con le riaperture e la ripresa dei consumi sono risalite anche le frodi fino al calo “marcato”, commentano le Dogane nel documento, arrivato con l’applicazione dell’e-Das e a seguito dell’entrata in vigore della norma di controllo sulle volture delle autorizzazioni (art. 1, comma 1077, legge 178/2020) con effetti sul gettito ipotizzati in 830 milioni di euro su base annua (69 milioni al mese). Restano flussi antieconomici residui che se recuperati potrebbero portare, secondo le Dogane, ulteriori 170 milioni di euro su base annua, per un totale maggior gettito Iva di 1 miliardo di euro.
Accipicchia,…
sulla carta fila tutto liscio, non fa una piega.
La realtà sono le nostre supposizioni che restano tale perché come disse l’anti trust noi non siamo capaci di fare concorrenza.
Basta fare un accertamento patrimoniale a tutti i gestori
e con 3 centesimi a litro si vede subito chi usa truffe e archimenzie varie .
Non servono montagne di scartoffie e fiumi di persone per contraddirsi fra di loro, basta aver superato le scuole medie inferiori e con il potere che hanno chi dovrebbe controllare il gioco è fatto.
In altre parole come facevano con noi quando avevamo un minimo di margine e ci mungevano come vacche.