Staffetta Quotidiana – L’audizione di Gallitelli (Assopetroli) alla Camera sul DL Sostegni-bis: soluzione definitiva alle frodi solo con il reverse charge
La filiera della distribuzione dei carburanti è stata una delle più colpite, durante i primi dieci mesi di pandemia, dagli attacchi della criminalità organizzata, che ha approfittato della carenza di liquidità delle imprese e dei ritardi nella concessione dei sostegni statali. Lo ha chiarito il segretario generale di Assopetroli-Assoenergia Sebastiano Gallitelli che è stato ascoltato oggi dalla commissione Bilancio della Camera, nell’ambito del ciclo di audizioni sul decreto Sostegni-bis. Gallitelli ha infatti sottolineato che per contrastare l’illegalità nel comparto dei carburanti c’è bisogno di “ossigeno finanziario”.
In particolare Gallitelli ha proposto ripristinare la “garanzia statale al 100%” per l’accesso al credito, oltre a prendere in considerazione il fatto che nei bilanci delle imprese del settore della distribuzione dei carburanti la componente fiscale incide per il 60%. Questa peculiarità, ha spiegato Gallitelli, impedisce di avere una dimensione reale del business dei distributori, influendo sui parametri economici per accedere agli aiuti statali. Per questo Gallitelli ha suggerito di introdurre dei correttivi, al fine di scorporare il peso fiscale dal computo del fatturato.
Gallitelli ha poi posto l’accento sulla parte del decreto Sostegni-bis dedicata ai nuovi contributi a fondo perduto. “Lo sbarramento della soglia del 30% di perdita di fatturato – ha commentato – non consente a tantissime imprese di accedere al sostegno, pur avendo registrato perdite importanti. Calcolate che il nostro settore nell’ultimo anno ha registrato delle perdite tra il 20 e il 25% e per questo non riesce, ad oggi, ad accedere agli aiuti anche se ha fornito un servizio essenziale. Occorre quindi studiare un meccanismo per includere anche altre tipologie di impresa”.
Secondo Gallitelli il decreto Sostegni-bis dovrebbe anche estendere a 3 milioni di euro il limite annuo dei crediti compensabili e rimborsabili. Inoltre il provvedimento dovrebbe prevedere “un’esenzione, o quanto meno una riduzione, del canone patrimoniale di concessione, autorizzazione e esposizione pubblicitaria” a favore dei distributori di carburanti. Gallitelli ha infine parlato della necessità di una “riflessione sull’Irap”, che “sarà sempre più gravose nei prossimi anni. La nostra proposta – ha detto – è ripensare all’Irap prevedendone l’abolizione anche per il 2021, oppure sondare la possibilità di permettere ai soggetti passivi Irap di dedurre integralmente gli interessi passivi derivanti dai prestiti accesi durante la pandemia. È anche necessario intervenire sulla disciplina delle società in perdita sistematica”.
È sul tema dell’illegalità che si è però concentrato Gallitelli, evidenziando il nesso tra infiltrazioni criminali e carenza di liquidità. Le imprese della distribuzione, ha spiegato Gallitelli, nell’ultimo anno hanno svolto “un ruolo essenziale non interrompibile, pur in presenza di una consistente riduzione dei ricavi. A fronte di costi incomprimibili questo ha determinato una sorta di stress test sui loro bilanci, compromettendo la loro solvibilità. Molte di queste imprese non hanno beneficiato tempestivamente delle misure di sostegno predisposte dal governo o, addirittura, sono state escluse tout court. La conseguenza – ha proseguito Gallitelli – è stata che nei primi dieci mesi di pandemia” le imprese della distribuzione dei carburanti sono state tra le più colpite “dall’attacco della criminalità. Sono diventate il bersaglio della criminalità perché spesso è intervenuta in aiuto con immissione di liquidità, acquisendo poi fittiziamente la titolarità. Questo ha portato ad un attacco senza nessuna difesa per il settore. Pertanto riteniamo che la salvaguardia per le piccole e medie imprese, attraverso la concessione di ossigeno finanziario, significa proteggere un tessuto imprenditoriale sano, che altrimenti rischia completamente di finire nelle mani della criminalità. Gli ultimi dati dimostrano che questo rischio è concreto”. Nei primi dieci mesi di pandemia, secondo Cerved, il settore della distribuzione dei carburanti è stato tra quelli che ha fatto registrare la maggiore incidenza di cambi di titolare (2,8% del totale).
Non è mancato un riferimento al fenomeno delle “frodi Iva e accisa”, che “comportano un’alterazione della concorrenza e quindi del funzionamento dell’intero mercato. Tali frodi – ha continuato – sono perpetrate principalmente da soggetti contigui alla criminalità organizzata di stampo mafioso e si concentrano in modo preponderante sull’evasione dell’Iva, che si è rivelato essere il tributo maggiormente vulnerabile”. Sul punto Gallitelli ha evidenziato che negli ultimi cinque anni è già stato fatto molto lavoro, con le leggi di bilancio che hanno introdotto misure finalizzate al recupero del gettito fiscale e alla ridefinizione della strategia di contrasto all’evasione. “Oggi – ha puntualizzato – senza ombra di dubbio possiamo affermare che è stata realizzata la più pervasiva riforma che il diritto tributario italiano abbia mai conosciuto con riferimento ad un singolo settore. Tuttavia riteniamo che un ultimo sforzo possa essere fatto. Questo ulteriore passo è rappresentato semplicemente dall’introduzione della reverse charge”, che consentirebbe di “applicare l’Iva soltanto nell’ultimo passaggio” evitando il rischio di evasione nei passaggi intermedi.
Nello specifico, come ha illustrato Assopetroli in una nota inviata alla commissione Bilancio della Camera, il reverse charge “dovrebbe seguire tutta la filiera della commercializzazione del gasolio e della benzina utilizzabili per autotrazione, fino al loro commercio al dettaglio, ossia alla distribuzione da parte degli impianti della rete nazionale: all’atto di tale cessione, l’Iva verrebbe applicata e, dunque, incassata dai singoli esercenti dei punti vendita stradali e dagli stessi versata, su base mensile o trimestrale”. Secondo Assopetroli “il rischio di un danno per le casse erariale sarebbe comunque estremamente relativo o addirittura irrilevante, in quanto: i punti vendita stradali sono circa 22.000, gli esercenti sono tutti noti e autorizzati dall’amministrazione; ciascun distributore detiene e gestisce un flusso Iva assai ridotto, tale da rendere di fatto irrilevante, a livello macroeconomico, l’evasione di imposta che si realizzerebbe, in pochi casi, a valle della catena di approvvigionamento di carburanti (per essere chiari, l’evasione dell’IVA all’ingrosso, che può afferire in un solo periodo di imposta anche a migliaia di tonnellate di prodotto, è incomparabile rispetto a quanto movimentato nello stesso periodo di imposta da parte di un distributore stradale); una ordinaria analisi del rischio permette all’amministrazione di monitorare i versamenti periodici pressoché in tempo reale”.
In chiusura, Gallitelli ha dichiarato di essere a favore dell’adozione dello “scontrino parlante” nel settore della distribuzione de carburanti, “anche per fare chiarezza sul peso della componente fiscale”. Assopetroli, ha concluso Gallitelli, è anche a favore della digitalizzazione, ma con tempi che tengano conto delle risorse delle piccole e medie imprese che operano sul mercato.
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana
Due parole sui vergognosi margini concessi ai gestori mai, eh?