Riforma carburanti: critiche, proposte e apprezzamenti delle diverse Associazioni

Prosegue il dibattito sulla riforma della distribuzione carburanti, dopo il tavolo della scorsa settimana al Mimit. Le reazioni delle varie associazioni di settore sono state variegate, con critiche aspre e apprezzamenti misurati. Abbiamo riportato in maniera integrale quella delle varie associazioni dei gestori, riportiamo di seguito le considerazioni di Assoindipendenti, Grandi Reti, Assopetroli e Unem. In sintesi anche l’intervento del responsabile Energia di Forza Italia, Luca Squeri, che in passato a ricoperto il ruolo di presidente nazionale della Figisc.

Tutti gli interventi sono stati ripresi da Staffetta Quotidiana.

Assoindipendenti: Critiche Feroci

Alessandro Proietti, presidente di Assoindipendenti, ha espresso dure critiche verso il documento rilasciato dal Mimit e dal Mase. Lo ha definito “assolutamente inutile”, sia nella forma che nei contenuti. Proietti ha sottolineato l’insufficienza qualitativa delle slide presentate, considerandole un “patchwork cacofonico” che non predispone favorevolmente all’ascolto. La mancanza di un quadro di riferimento chiaro e la scarsa visione strategica sono stati ulteriori punti di critica. Proietti ha espresso preoccupazione per l’assenza di dettagli e per l’approccio elettoralistico del governo, sostenendo che il tavolo sia stato convocato per ragioni politiche più che per una reale volontà di riforma.

Grandi Reti: Proposte Inadeguate

La società consortile Grandi Reti, riunitasi a Milano, ha approvato il bilancio del 2023 e ha rinnovato i suoi organi societari, confermando Giuseppe Gatti come presidente. Il consiglio d’amministrazione ha esaminato le linee guida per la riforma e ha rilevato l’inadeguatezza delle proposte ministeriali. Ha criticato le timidezze nell’affrontare il problema degli impianti incompatibili e le incertezze sui carburanti eco-sostenibili. Inoltre, ha ritenuto inefficace la diffusione del prezzo medio regionale, definendola una misura distorsiva della concorrenza.

Assopetroli: Apprezzamento Misurato

Andrea Rossetti, presidente di Assopetroli, ha espresso un giudizio più equilibrato, apprezzando il metodo di confronto scelto dal governo e le risposte fornite su illegalità e irregolarità contrattuali. Rossetti ha valutato positivamente i passi avanti nella regolamentazione degli affidamenti con comodato e fornitura esclusiva, nonché le azioni contro l’eccessiva precarizzazione e la tutela della sostenibilità economica degli appalti. Tuttavia, ha sottolineato la necessità di rivedere la durata dei contratti di comodato. Ha anche suggerito la possibilità di una gestione commissariale per sbloccare l’impasse degli impianti incompatibili, data l’inerzia delle amministrazioni locali.

Unem: Progetto Condivisibile

Gianni Murano, presidente di Unem, ha accolto con favore il progetto di riforma, pur riconoscendo la necessità di esaminarne i dettagli. Ha apprezzato il contributo del tavolo di confronto con le parti sociali avviato da Unem e ha dichiarato l’impegno a lavorare per miglioramenti che incontrino gli obiettivi di razionalizzazione, modernizzazione e legalizzazione della rete di distribuzione carburanti.

 Per Squeri il contratto di appalto solo se negoziato

Luca Squeri ha ribadito che, nonostante gli apprezzamenti per alcune delle misure proposte, il disegno di legge dovrà essere approfondito durante l’esame parlamentare. “Un conto sono le enunciazioni delle slide, un altro conto sarà l’articolato”, ha concluso, evidenziando che sarà necessario un confronto approfondito per garantire che la riforma tuteli adeguatamente tutte le parti coinvolte, soprattutto i gestori.

Sui contratti di appalto Squeri ha sottolineato l’importanza di una negoziazione per evitare che i gestori siano svantaggiati rispetto ai titolari delle autorizzazioni. Il contratto di appalto deve essere definito mediante accordi negoziati tra le parti, come previsto dalla legge 27/2012, e non semplicemente imposto.

Acolto positivamente l’adozione del QR Code per il prezzo medio regionale, una soluzione che avrebbe potuto essere implementata fin dall’inizio per evitare i costi e le polemiche legate all’obbligo di esporre il “cartellone”.

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silvio corradi
silvio corradi
3 mesi fa

il reale problema è come affrontare la razzionalizzazione…se non ci saranno chiusure certe per impianti incompatibili tutto l’apparato resta inutile….cioè se non si aumenta erogato medio e non si aumenta la redditività degli impianti resta tutto inutile….. e li la base……. affrontare il problema con fermezza una volta per tutte……

Stefano v
Stefano v
Rispondi a  silvio corradi
3 mesi fa

Ho scritto la stessa cosa 8 giorni fa’ con adeguati indennizzi per i gestori che chiudono pero’.

Ant
Ant
Rispondi a  Stefano v
3 mesi fa

Ma quali indennizzi!!!!
Lo Stato batte cassa, volete capirlo,non c’è sta’ 1€

Stefano v
Stefano v
Rispondi a  Ant
3 mesi fa

esiste un fondo indennizzi per questo

Robin hood
Robin hood
Rispondi a  Stefano v
3 mesi fa

Il fondo è purtroppo esaurito e mi sembra strano che la redazione che su certe questioni è così sollecita non intervenga a chiarirlo

Gianni M
Gianni M
3 mesi fa

Il discorso da farsi è se questa classe politica sia in grado di fare qualcosa che non sia una accozzaglia di norme fine a se stessa. La storia del cartello non è un buon biglietto da visita e la sua soluzione conferma la regola di quando la pezza è peggio del buco. Penso che la razionalizzazione sia un miraggio utile a qualche slogan elettorale uguale per certi versi alle famose liberalizzazioni o lenzulate.. Intanto la rete è sempre peggio e chi ci lavora dentntro perde sempre maggiore fiducia. Si salvi chi può

SALVATORE
SALVATORE
3 mesi fa

Questo è il sistema paese : si chiudono realtà che nel passato hanno creato lavoro per tante persone e che hanno dato un certo benessere ai nostri genitori , se pensate solo al numero di imprese aziende che in questi anni sono andate via dal nostro territorio è una roba che fa impressione , prendiamo alcuni esempi e comincio dalla FIAT, che con tutti gli stabilimenti che ha chiuso in tutt’Italia e rimasta poca roba, Magneti Marelli Bosch… e questo per quanto riguarda il settore dell’automobile poi le acciaierie altro settore di rilievo le aziende tessili con il settore dell’alta moda , il calzaturiero e via via discorrendo…. e con questo cosa voglio dire che noi siamo dentro questo sistema , e che quindi si spiega perché siamo cosi compromessi , non ci sono regole e soprattutto politiche di protezione che tutelino il mondo del lavoro , poi lo vedete con i vostri occhi quello che ENI compagnia Italiana con azionisti tutti Italiani quello che sta combinando alle gestioni… e con questo cosa voglio dire e mi ripeto” il PESCE puzza dalla testa”