Rinnovabili, Tabarelli a Sky tg24: “Giusto puntarci, ma attenzione a buttar via i vecchi sistemi”

Per calmierare i prezzi delle bollette della luce e del gas “bisognerebbe tornare alle tariffe amministrate, cioè stabilite dalla mano pubblica”.

Una boccata d’ossigeno, quella tirata dai mercati dopo l’apertura del Cremlino. Ma le fiammate delle scorse settimane potrebbero non essere un ricordo. A Sky TG24 Business, Davide Tabarelli, Presidente di NE Nomisma Energia, si dice pessimista: “Siamo ancora su valori 7 volte superiori alla media del 2020. Si tratta di prezzi, poi, che non sono stati scontati nelle bollette e nel tasso d’inflazione”.

Secondo l’esperto, quando si parla di approvvigionamento energetico, l’Italia (ma non solo) sconta uno scollamento tra ambizioni e realtà: “Le aspirazioni ambientali impediscono investimenti nei fossili. La politica obbliga a non puntare sul gas o sul petrolio, i cui prezzi inevitabilmente aumentano perché la domanda va in un’altra direzione rispetto a quello che viene annunciato con tanta facilità e superficialità”.

Quale soluzione, dunque? Per Tabarelli, “continuare sulla strada che abbiamo intrapreso da oltre un secolo, quella del miglioramento, dell’efficienza energetica, dell’elettrificazione. Ma attenzione a buttare via i vecchi sistemi perché le alternative di cui parliamo da cinquant’anni non ci sono. Abbiamo ancora bisogno dei fossili”.

Eppure, senza l’assunzione di particolari impegni da parte degli Stati, rimanendo nella situazione attuale, la temperatura media globale aumenterebbe di 4 gradi rispetto ai livelli preindustriali.

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Sui 3,8 miliardi di euro trovati dal Governo per calmierare le bollette della luce e del gas, Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, risponde intervistato dalla Stampa ammettendo che ci saranno dei rincari un po’ meno forti, ma sempre insostenibili per migliaia di famiglie e di imprese italiane. Aggiungendo che, se le cose vengono lasciate andare senza interventi della politica, il 1° gennaio le tariffe italiane del metano aumenteranno del 50 percento e quelle dell’elettricità del 25 per cento. Con il sussidio di 3,8 miliardi di euro, le bollette del gas a gennaio rincareranno del 35 per cento e quelle dell’elettricità del 15 per cento. Rincari, rileva Tabarelli, che sono comunque insostenibili per il sistema economico.

Quindi l’intervento pubblico è insufficiente? Servono più soldi o cos’altro? Secondo Tabarelli la situazione è talmente grave che si deve intervenire in tutt’altra maniera: “bisognerebbe tornare alle tariffe amministrate, cioè stabilite dalla mano pubblica. Ma è inutile parlarne, non si farà. A Roma e a Bruxelles dicono che quella a cui stiamo assistendo è una normale manifestazione del libero mercato e che si aggiusterà tutto automaticamente”. “E’ vero, dice Tabarelli, il mercato aggiusterà tutto, ma nel senso che da gennaio migliaia di famiglie e di piccole imprese smetteranno di pagare le bollette, perché non saranno più in grado di farlo, ci sarà un’esplosione di insoluti, e le compagnie di distribuzione del gas non incasseranno. Ci saranno fallimenti a catena di Pmi per l’energia troppo cara. Se vi piace chiamatelo pure libero mercato”.

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