Il settore della distribuzione dei carburanti è in attesa dell’attuazione della norma sul cartello con il prezzo medio introdotta con il DL Carburanti. La legge di conversione non è ancora uscita in Gazzetta e la nuova norma stabilisce che i prezzi siano comunicati “al variare, in aumento o in diminuzione, del prezzo praticato” e comunque almeno una volta la settimana. Il Mimit dovrà calcolare e pubblicare ogni giorno il prezzo medio delle venti regioni italiane, ma attualmente la norma non indica un orario in cui comunicare i prezzi, rendendo i dati poco affidabili. La Staffetta Quotidiana in questo articolo si pone alcune domande che rendono questa vicenda, se possibile, ancora più paradossale ed incomprensibile rispetto anche alle vere problematiche relative alla funzionalità dell’osservatorio dei prezzi e del suo utilizzo per individuare quei soggetti che sono totalmente inadempienti.
Nel settore della distribuzione c’è una certa attesa per l’attuazione della disgraziata norma sul cartello con il prezzo medio introdotta con il DL Carburanti. Il decreto è stato convertito in legge da una settimana ma la legge di conversione non è ancora uscita in Gazzetta. La norma stabilisce che entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della legge (data comunque successiva alla pubblicazione in Gazzetta) il Mimit adotti un decreto per stabilire la nuova modalità delle comu¬nicazioni dei prezzi da parte dei gestori all’Osservaprezzi. Comunicazioni che attualmente sono obbligatorie in caso di aumento dei prezzi e comunque almeno una volta la settimana . La nuova norma dispone invece che i prezzi siano comunicati “al variare, in au¬mento o in diminuzione, del prezzo prati¬cato” e comunque almeno una volta la settimana. Il decreto attuativo dovrà stabilire anche le caratteristiche e le modalità di esposizione sui punti vendita dei cartelloni contenenti il prezzo medio regionale.
Oltre ai tanti aspetti assurdi del famigerato cartello, per cui è più che sufficiente la disamina che ne ha fatto l’Antitrust, vale la pena segnalare alcuni aspetti attuativi non banali – a parte la spesa per il cambiamento di oltre 22mila “totem” su altrettanti punti vendita, spesa che finirà fatalmente sui prezzi alla pompa. Il Mimit dovrà calcolare e pubblicare ogni giorno il prezzo medio delle venti regioni italiane. A che ora lo calcolerà e pubblicherà? Attualmente la norma non indica ai gestori un orario in cui comunicare i prezzi, per cui i dati arrivano all’Osservatorio negli orari più disparati. Due sono le possibilità: o si impone un orario di comunicazione, o si accetta che il dato sia tutt’altro che solido. Entrambe soluzioni molto meno che ottimali. Oltre che inutile e fuorviante, dunque, l’indicazione del prezzo medio rischia di essere anche molto approssimativa dal punto di vista statistico.
Non sarebbe stato meglio, invece di impiegare risorse per questo inutile ammennicolo, dare una sistemata all’Osservaprezzi? Magari andando a scovare chirurgicamente i circa 3.500 punti vendita che non comunicano i prezzi? Oggi, ad esempio, su 22.386 impianti registrati, i prezzi “validi”, cioè non più vecchi di una settimana, sono 18.931. Perché, invece di inviare la Guardia di finanza a fare una pesca “a strascico”, non la si indirizza sui punti vendita del tutto inadempienti? E perché non concentrare le forze su quanto disposto dal comma 5-bis della stessa norma, cioè sulla “piena interoperabilità” tra la baca dati dlel’Osservaprezzi (Mimit) e quella dell’Anagrafe carburanti (Mase), che, oltre a dare una maggiore affidabilità a entrambi gli strumenti, consentirebbe – questo sì – una maggiore trasparenza e tracciabilità dei flussi di carburanti?
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana
Che obbrobrio di Paese !