È sempre particolare raccontare storie che intrecciano pubblica amministrazione, entusiasmo collettivo e il contrasto con la dura realtà del vivere quotidiano. È il caso del distributore di carburante di Molini di Triora (Imperia), nell’idilliaca Valle Argentina, dove il tempo sembra essersi fermato, proprio come l’erogazione di benzina.
Il Comune di Triora ha pubblicato un bando per raccogliere manifestazioni di interesse finalizzate alla gestione dell’impianto di distribuzione carburante in via Piano della Fiera, nella località Ex Caserme Prealpi a Molini di Triora. La riattivazione di questo servizio, fermo da tempo a causa della mancata esecuzione del collaudo quindicennale, è cruciale per la comunità della Valle Argentina, poiché rappresenta l’unico punto di rifornimento di carburante nell’area. Ma, sorpresa: nessuno si è presentato!
Diciamocelo, chi potrebbe resistere a una concessione sperimentale di un anno (rinnovabile per altri dodici, se siete fortunati), certo senza canone di locazione ma con l’obbligo di avviare l’attività entro 30 giorni dovendo garantire 300 giorni di apertura all’anno. Ovviamente, ci sono delle condizioni di base: aver fatto un fatturato annuo di almeno 500.000 euro negli ultimi tre anni (un piccolo dettaglio), esperienza in attività simili e la capacità di mantenere prezzi competitivi con il distributore più vicino nella più fortuanta Badalucco. Insomma, l’affare del secolo, se non fosse che forse i numeri parlano da soli e gli aspiranti gestori hanno preferito fare un pieno altrove.
Non si può certo dire che i Comuni di Triora e Molini di Triora non abbiano fatto la loro parte. Hanno messo insieme un protocollo d’intesa, stanziato 80.000 euro e acquistato un sistema automatizzato per la bellezza di quasi 6.000 euro. Eppure, nonostante tanta dedizione, il distributore resta una cattedrale nel deserto, un monumento all’entusiasmo amministrativo mal riposto. Anche perchè, piccolo dettaglio, sembrano sfuggire gli utili che l’operazione dovrebbe portare al fortuanto gestore vincitore del bando. Anche se il comune ci tiene a precisare che la concessione non richiede il pagamento di un canone, ma l’operatore selezionato dovrà coprire i costi di gestione e potrà trattenere i proventi dalla vendita del carburante. Il Comune si farà carico delle spese di manutenzione straordinaria, delle utenze elettriche e idrauliche, e garantirà una connessione internet per il funzionamento dell’impianto.
Nel frattempo, gli abitanti della valle devono continuare a percorrere chilometri per fare rifornimento, con il distributore più vicino situato a Badalucco o addirittura ad Arma di Taggia. Certo, il progetto è stato presentato come una soluzione cruciale per la comunità, ma al momento sembra più un tema per un concorso di ironia locale: “Trova l’imprenditore coraggioso e vinci un pieno immaginario”.
Ora non resta che sperare in un eroe dei tempi moderni, un imprenditore disposto a sfidare le leggi del mercato, della logistica e, probabilmente, anche del buon senso. Fino ad allora, il distributore resterà lì, silenzioso, a ricordare che in Italia non è facile nemmeno riempire un serbatoio, figuriamoci gestire un’attività all’apparenza facile come quella di un distributore di carburanti.
I GESTORI SI DEVONO PAGARE COME UN QUALSIASI LIBERO PROFESSIONISTA. SEMPLICE MI PARE. AL COMUNE LA DECISIONE.