Accise su gasolio e benzina: Il governo passa all’incasso, ma a rimetterci sono i cittadini

L’aumento delle accise su gasolio e benzina è ormai scritto nero su bianco. Con il via libera del Senato e della Camera, il Governo si prepara a rastrellare ulteriori risorse dai carburanti, con un incremento compreso tra 1 e 2 centesimi di euro per litro. Un’operazione che, tradotta in numeri, significa un gettito fiscale di 170 milioni di euro in più per ogni centesimo di aumento, tutto a discapito di automobilisti e autotrasportatori.

La misura viene giustificata con la necessità di destinare le risorse al trasporto pubblico locale e di rispettare le richieste della Commissione Europea, che da anni chiede all’Italia di eliminare le agevolazioni sui prodotti energetici più inquinanti. Tuttavia, quello che viene spacciato come un provvedimento “green” nasconde in realtà l’ennesimo prelievo forzoso, senza alcuna garanzia che i fondi vengano effettivamente destinati a migliorare la mobilità sostenibile.

La verità è che l’aumento delle accise finirà per pesare principalmente su chi ha meno alternative di trasporto: pendolari, lavoratori e piccole imprese. Mentre i costi dei carburanti saliranno, il trasporto pubblico locale continua a soffrire di mancanza di investimenti, corse insufficienti e mezzi vetusti. Chi viaggia in autobus e metropolitana sa bene che il servizio non è all’altezza, e difficilmente un incremento fiscale sui carburanti cambierà la situazione.

A rendere ancora più insensata la misura è l’attuale contesto economico. Con un costo della vita già alle stelle, il rincaro dei carburanti avrà effetti a catena su tutta la filiera produttiva e logistica, facendo aumentare i prezzi di beni e servizi essenziali. Paradossalmente, il settore più colpito sarà proprio quello del trasporto merci, che vedrà aumentare i propri costi operativi, con inevitabili ripercussioni sui consumatori finali.

Opposizione critica, ma il Governo tira dritto

M5S e Pd hanno subito attaccato il provvedimento, denunciando l’ennesimo rincaro a carico dei cittadini. Tuttavia, il Governo si trincera dietro la retorica della “transizione ecologica” e degli investimenti nel trasporto pubblico. Giorgio Salvitti, senatore FdI, ha difeso il provvedimento sostenendo che «risponde a una precisa esigenza di tutela ambientale». Ma la domanda resta: perché allora non destinare direttamente fondi al trasporto pubblico invece di imporre nuove tasse sui carburanti?

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