Accise, altro che tagli. Dal 2020 aumenteranno

Come già ampiamente anticipato non ci sarà il taglio delle accise propagandato nel corso della campagna elettorale da Matteo Salvini. Alla luce della manovra votata dal Parlamento, il governo in carica non riuscirà almeno nell’immediato a dare seguito a quella che era stata una delle promesse fatte in campagna elettorale dal leader della Lega.

L’attuale ministro dell’Interno e vicepremier del Governo Conte ha ammesso di non essere riuscito a mantenere l’impegno rinviando di fatto l’appuntamento col taglio delle accise. “Togliere le accise più vecchie non siamo riusciti a farlo, mi riprometto di portare a casa questo risultato nel 2019, siamo riusciti soltanto a bloccare ulteriori aumenti. Ma le accise che risalgono a 20, 30, 50 anni fa sono fuori dal mondo. Ammetto che in sei mesi non sono riuscito a fare tutto quello che mi ero proposto, ma è uno stimolo a fare ancora meglio”.

Ma la questione è leggermente più complessa, infatti, per garantire la clausola di salvaguardia (che, ricordiamo, rientra nell’accordo tra Governo italiano e la Commissione Europea) servono 400 milioni in più da far arrivare dall’aumento delle accise sui carburanti per il triennio 2020-2022.

Di fatto i margini economici abbastanza stretti con i quali ogni governo è costretto a fare i conti a causa dell’alto debito pubblico ha reso impossibile dare seguito al taglio promesso. Ma per un anno, se è vero che non diminuiranno, è anche vero che non aumenteranno. Ma cosa succederà per il 2020? Con l’ultima versione approvata della legge di bilancio il governo ha sterilizzato sia le clausole di salvaguardia dell’Iva che quelle delle accise. Il rischio è che dal 2020 possano addirittura aumentare.

Intanto l’opposizione coglie l’occasione per affondare il colpo. Ad alzare la voce è sopratutto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che ha commentato così l’azione del Governo: “La manovra del governo prevede un aumento delle accise di 400 milioni solo nel 2020. Tanto perché dovevano essere cancellate nel primo consiglio dei ministri…”.

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