Staffetta Quotidiana – Prima UP e Assopetroli sulle frodi, poi i gestori “ufficiali” su accordi collettivi, prezzi e un “pezzo” di illegalità, quindi i gestori “autoconvocati”, poi forse a giugno tutti insieme di nuovo sulle frodi. I problemi della rete carburanti sono sicuramente molti ma i protagonisti sono gli stessi, e le convocazioni multiple al ministero dello Sviluppo economico finiscono per sembrare dei “contentini”, ora a una ora all’altra articolazione della filiera.
È sempre più chiaro che sullo stato del downstream petrolifero manca una sintesi, un’indicazione delle priorità e dei possibili denominatori comuni. Le tante debolezze in campo e la mancanza di un reale interesse danno vita a una stanca sfilata per le stanze di via Veneto.
Le associazioni dei gestori, protestando per essere stati equiparati agli “autoconvocati”, hanno fatto notare al sottosegretario Crippa che l’illegalità, “contrariamente a quanto si continua a sostenere nei salotti buoni, non riguarda solo la fase di approvvigionamento della filiera, né può ancora continuare ad essere rappresentata come una lotta tra operatori buoni e operatori cattivi”. Perché, sostengono i gestori, “ormai la buona parte delle migliaia dei titolari dei punti vendita operano con un piede di qua e un piede di là nella fase di approvvigionamento”. Tutto questo fa sì che circolino “capitali ingenti, capaci di generare facilissimi quanto sempre più spesso illegittimi guadagni per una ristretta cerchia”. Nel capitolo “illegalità” i gestori fanno rientrare anche gli accordi economici one-to-one, firmati cioè al di fuori della contrattazione collettiva.
Il punto è che, dopo la grande “polverizzazione” favorita dalle liberalizzazioni, dopo il progressivo disimpegno di diverse compagnie, si va ora aprendo un’altra fase: una “razionalizzazione” che sta avvenendo ad opera di aziende che, accumulando capitali con operazioni illecite, rastrellano punti vendita e crescono facendosi “sistema”. In questo momento il fatto che ciascuna articolazione della filiera persegua i propri particolari interessi rischia di trasformarsi in una prova di debolezza catastrofica per il sistema.
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana
le liberalizzazioni,anche nel settore petrolifero,le ha fatte bersani figlio di un benzinaio. è come la storia del marito tradito.per questo bersani da noi benzinai non deve assolutamente essere votato!