I 5stelle presentano risoluzione su ristrutturazione, contrasto a illegalità e abusivismo contrattuale

Di seguito pubblichiamo, in forma integrale, la risoluzione in commissione alla Camera presentata dai parlamentari dei 5stelle volta a risolvere le criticità presenti sulla rete carburanti. I parlamentare chiedono al Governo l’impegno a risolvere le criticità su ristrutturazione e contrasto a illegalità e abusivismo contrattuale.

Risoluzione presentata alla X Commissione della Camera martedì 11 giugno 2019

premesso che:
il mercato della distribuzione di carburanti gioca un ruolo strategico per l’economia nazionale, con un valore che si aggira sui 45 miliardi di euro all’anno di fatturato complessivo e che ingloba circa 80 mila lavoratori fra titolari, collaboratori e dipendenti, occupati presso oltre 22 mila impianti nella rete ordinaria e circa 450 aree di servizio autostradali;

lo stesso presenta numerose criticità che si stanno, ormai da tempo, riverberando su tutto il comparto con una perdita di oltre il 50 per cento della redditività, anche per effetto della diminuzione delle vendite e dei margini operativi;

tra il 2018 ed il 2019 si sono manifestati in tutta la loro drammaticità gli effetti della crisi del settore che, negli ultimi anni, ha registrato l’uscita dal mercato e/o la cessione degli asset della distribuzione di importanti gruppi petroliferi (Shell, Esso, Total), accelerando i processi di fusione tra marchi (ad esempio, Italiana Petroli) e un passaggio repentino da una logica industriale a logiche meramente finanziarie e talvolta speculative, spesso in mano a banche o fondi;

già in sé il singolo dato del progressivo abbandono del mercato da parte dell’industria petrolifera dovrebbe essere sufficiente a rappresentare il livello di crisi in cui versa il settore;

le ragioni di questa crisi sono molteplici: una rete distributiva estremamente frammentata ed inefficiente, oltreché insicura in alcuni casi dal punto di vista ambientale; estrema parcellizzazione della proprietà dei punti vendita e riduzione della capacità di controllo e verifica sia degli operatori che della qualità dei prodotti commercializzati; il dilagare di comportamenti illegali nella commercializzazione di prodotti attraverso l’esenzione di imposta e accise, ingresso diretto della criminalità organizzata nella gestione della rete distributiva e commercializzazione di detti prodotti;

come ampiamente denunciato anche dalle federazioni di categoria dei gestori, negli ultimi anni, si è verificata una sensibile contrazione degli investimenti da parte degli operatori di settore, mentre la mancata razionalizzazione della rete distributiva (tanto in rete ordinaria che autostradale) ha determinato una massiccia frammentazione dell’offerta ed un crollo della efficienza, con oltre il 30 per cento degli impianti ad erogato inferiore a 500 mila litri l’anno, ed un conseguente crollo della marginalità e della sostenibilità economica dei punti vendita;

si è infatti stimato che circa 7/8 mila impianti sono quelli che andrebbero ulteriormente chiusi per inefficienza e che restano tuttavia aperti per gli alti costi di chiusura e bonifica;

migliaia di impianti risultano ubicati in luoghi pericolosi a discapito della sicurezza ambientale e dell’incolumità degli abitanti;

sono state segnalate violazioni della normativa sulla tutela del lavoro, favorite da una disciplina che demanda alla contrattazione delle parti la remunerazione dei gestori sulla base di una complessa cornice normativa (decreto legislativo n. 32 del 1998, legge n. 57 del 2001, legge n. 27 del 2012) che tuttavia non offre, sia perché in parte superata, sia perché oggetto di ampi spazi di elusione, sufficienti tutele alle imprese ed ai lavoratori del settore;

la frammentazione del comparto in tanti operatori di limitate dimensioni rispetto alle tradizionali compagnie petrolifere ha drasticamente penalizzato la praticabilità per le organizzazioni rappresentative dei gestori di concludere accordi, rendendo necessaria una integrazione del quadro normativo vigente con una contrattazione che definisca ruolo, funzione e condizioni di competitività, profittabilità e remunerazione delle imprese e del lavoro degli addetti alla distribuzione finale;

le decine di migliaia di piccole imprese di gestione e di addetti che vengono impiegati sulla rete sono, in un tale contesto, i soggetti potenzialmente più esposti sia a subire le dirette conseguenze (in termini tanto di precarietà contrattuale che di dipendenza economica), sia, per analoghe medesime motivazioni, ad essere potenzialmente assorbiti dall’illegalità;

le attività di distribuzione carbolubrificanti e quelle commerciali e ristorative, inoltre, costituiscono oggetto di concessione da parte del gestore della rete sotto forma di onerose royalty ad essi versati dagli affidatari del servizio sia sui volumi erogati che sui valori delle vendite;

le royalty rendono economicamente insostenibile la gestione del servizio per le piccole e medie imprese operanti nella rete distributiva, soprattutto quelle localizzate in aree economicamente non remunerative che scontano la diminuzione costante dei relativi margini di profitto;

il 28 maggio 2019 è stato riattivato il tavolo tecnico di confronto con le organizzazioni dei gestori visto l’elevato interesse del Ministero dello sviluppo economico sulla questione, consapevole che le criticità afferenti il settore stanno incidendo negativamente sul piano della competitività per le imprese e le micro-imprese che vi operano,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative urgenti in grado di contrastare le numerose e articolate criticità che sta affrontando il settore della distribuzione dei carburanti, i cui fattori di debolezza rischiano di aggravare le condizioni economiche ed occupazionali degli operatori;

ad assumere, per quanto di competenza, iniziative volte:

a) alla razionalizzazione e all’ammodernamento della rete distributiva, con una revisione del piano e degli indirizzi di ristrutturazione, prevedendo la chiusura dei punti vendita obsoleti ed inefficienti, accompagnata dall’erogazione di indennizzi per la bonifica ambientale e per l’effettivo e definitivo loro smantellamento;

b) ad elevare i livelli di tutela e protezione delle condizioni lavorative e dell’esercizio di impresa degli operatori del settore, al fine di evitare situazioni di diffusa illegalità derivanti da ipotesi di abuso di dipendenza economica nei rapporti tra i titolari degli impianti/fornitori e i gestori degli impianti, ai sensi dell’articolo 17 del decreto-legge n. 1 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27;

c) a prevedere incentivi volti alla riconversione tecnologica necessaria ad ammodernare la rete distributiva attraverso la progressiva implementazione dei servizi alla mobilità da energie rinnovabili;

d) ad adottare, tramite le strutture del Ministero dello sviluppo economico, procedure di verifica e controllo per accertare violazioni della normativa di settore, valorizzando il ruolo delle organizzazioni maggiormente rappresentative;

e) a contrastare l’elusione dell’obbligo di contrattualistica previsto dalla normativa di settore per tutti i titolari di autorizzazione introducendo meccanismi di penalità e/o sanzioni per inadempienze relative ad accordi collettivi o per l’utilizzo di tipologie contrattuali non previste dalla normativa, nonché regolamentando i trattamenti minimi delle gestioni in caso di inosservanza della contrattazione;

f) a prevedere, nella definizione per i gestori delle eque condizioni per competere relative all’accesso ai prezzi di cessione dei prodotti dai fornitori, già previste dalla normativa di settore e specificamente al citato articolo 17 della legge 24 marzo 2012, n. 27, il criterio della sostenibilità economica delle imprese finali di distribuzione;

g) a potenziare l’attività di sorveglianza dei prezzi praticati, utilizzando le rilevazioni dell’osservatorio prezzi del Ministero dello sviluppo economico come base per l’individuazione di politiche di sconto potenzialmente anomale e per l’avvio di specifici controlli, ad esempio da parte della Guardia di finanza;

h) a estendere anche al settore dei carburanti la normativa di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 aprile 2001, n. 218, recante la disciplina delle vendite sottocosto, a norma dell’articolo 15, comma 8, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114;

i) a favorire lo sviluppo di tipologie contrattuali aggiuntive, che, consentendo alle imprese finali della distribuzione di determinare il prezzo finale al consumatore, possano garantire al cliente, tramite una vera concorrenza dei prezzi, la scelta più conveniente presso l’intero complesso della rete distributiva, nel rispetto del principio dell’assicurazione di condizioni di accesso uniformi al prezzo di beni e servizi;

l) a contrastare l’evasione, la contraffazione e i fenomeni di concorrenza sleale esistenti mediante uso di nuove tecnologie nel controllo e nel tracciamento del carburante in tutte le fasi della filiera dalla produzione, stoccaggio, trasporto fino alla commercializzazione con il coordinamento e la pianificazione a livello centrale delle autorità e forze di controllo preposte, introducendo altresì automatismi nel monitoraggio dei quantitativi di prodotto erogati dai diversi punti vendita e nelle comunicazioni della variazione di prezzo, in continuo durante le 24 ore.

Sottoscrivi
Notificami
guest
19 Commenti
più vecchi
più nuovi più votati
Feedback in linea
Vedi tutti i commenti
anonimo
anonimo
5 anni fa

E QUANDO PARTITE CON STO IMPEGNO?

max
max
Rispondi a  anonimo
5 anni fa

mai non sono in grado tra qualche mese questo governo sparira e il prossimo sara tecnico dunque prepariamoci !

NATALI ROBERTO
NATALI ROBERTO
5 anni fa

CHIUSURA PUNTI VENDITA OBSOLETI…. BENE MA A CHI LAVORA IN QUESTI PUNTI VENDITA DATE IL PREPENSIONAMENTO? INDENNIZZO ECONOMICO? ALTRO PUNTO VENDITA DA GESTIRE? DI C…I IN C..O NE ABBIAMO DA DARE

Marco De Biasi
Marco De Biasi
Rispondi a  NATALI ROBERTO
5 anni fa

Chi lavora in questi punti vendita può sempre fare un altro lavoro. Lo fanno tutti gli operai quando un’azienda chiude, lo fanno gli imprenditori quando la loro azienda fallisce. Perché tu devi essere privilegiato ?

anonimo
anonimo
Rispondi a  Marco De Biasi
5 anni fa

dove trovo a50anni un altro lavoro,non sono nè un migrante nè un rom che a loro il lavoro glielo trovano xchè devon essere integrati,nè un dipendente unilever-mercatone1-arcelormittal-stefanel-whirlpool che loro hanno il paracadute mobilita,cassa integrazione,disoccupazione….sono solo carne da macello….

pippo
pippo
Rispondi a  Marco De Biasi
5 anni fa

Caro marco ,il gestore Paga l INPS ,e tutte le merdose tasse come presumo faccia anche TU quindi i soldi che paga all inps servono anche per pagare la naspi o ex cassa integrazione e i prepensionamenti agli operai perche Lui non dovrebbe usufruirne ? E se non sai come funziona una gestione ,prima che qualcuno ti mandi a cagare informati
Il problema per il cliente è che i gestori non hanno mai capito il potere che hanno e qui mi fermo ,devo servire il coglione di turno

anonimo
anonimo
Rispondi a  pippo
5 anni fa

se tutti i gestori a marchio pagassero il prodotto escludendo l iva e questa si pagasse anche solo dopo 5gg……troverebbero la soluzione a tutti i ns problemi…….in veneto dicono che quando l acqua la toca el c-l si fa di necessità virtù

GIOENI
GIOENI
Rispondi a  Marco De Biasi
5 anni fa

dopo che uno ha dedicato una vita a far guadagnare le compagni e lo stato lo butti in mezzo a una strada e lo fai fallire non per colpa sua?
complimenti. ti auguro di spendere in medicine tutti i soldi che hai guadagnato… così contribuisci anche tu ad arricchire le multinazionali e lo stato. un operaio non ha investito il suo capitale, ha la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali, se un imprenditore fallisce è colpa sua che non ha saputo gestire l ‘azienda… il 99% dei gestori che stanno fallendo non è colpa loro e quindi abbiamo tutto il diritto di essere incazzati.

max
max
Rispondi a  Marco De Biasi
5 anni fa

ma sei un benzinaio o reddito di cittadinanza !

anonimo
anonimo
5 anni fa

DATECI ALMENO IL VS SALARIO MINIMO GARANTITO 9,50X10X6……

pippo
pippo
5 anni fa

Vorrei dire al governo che se non lo sanno sono loro al governo i 5 stelle !!!le cose che propongono si possono fare in 15 giorni (tanto ci è voluto per varare la FORNERO ) e sappiate che fintanto che proponete e non fate i buoi scappano !!Sveglia

Antonio Nuvoli
Antonio Nuvoli
5 anni fa

Parole tante parole . Ristrutturazione della rete ? Ancora è una vita che ci ripetono questa storiella. E poi hanno presentato una risoluzione a chi ? Ma non ci sono i 5 stelle al governo? Ed ancora non una riga sui margini che in un decennio sono stati dimezzati, neanche una parola su tutti i balzelli , a partire dal costo della fatturazione elettronica, alle percentuali sulle carte di credito, che incidono il 25% del margine lordo . Belle parole ma sono e rimarranno solo parole . Mentre noi lavoriamo 12 ore al giorno senza diritti , senza una agevolazione per assumere i dipendenti, vengono sperperati milioni di euro per incentivare i fannulloni .

anonimo
anonimo
Rispondi a  Antonio Nuvoli
5 anni fa

infatti dico io il m5s è al governo se vuole in2h fa la riforma altrimenti x fine anno ,se le banche sono buone,chiudiamo tutti.se invece facessimo tutti i cattivi noi gestori e si chiudesse il 30 giugno?……alla bella faccia dei ns rappresentanti di categoria…..solo gli autoconvocati ci possono rappresentare xchè vivono sulla propria pelle e nelle loro tasche i problemi.gli altri si riuniscono con le compagnie ed il governo e……firmano.questa volta però siamo disposti a tutto xchè non finisca alla solita maniera…dobbiamo capire che nè lo stato-governo nè le compagnie possono farcela senza di noi….

anonimo
anonimo
Rispondi a  anonimo
5 anni fa

caro anonimo se il m5s è al corrente della ns situazione xchè i media non ne parlano? x unilever 76,whirpool 400,arcelormittal 1400,1800 mercatone1,150stefanel tutte le reti hanno dedicato a loro intere trasmissioni…..noi è perchè disturbiamo i poteri forti o incolpiamo i sindacati del ns disastro o bersani del macello che ha fatto…e ripeto figlio di un benzinaio

max
max
5 anni fa

scusate non benzinaio promotore finanziario per stato e bache !

anonimo
anonimo
5 anni fa

fate in fretta perchè stiamo fallendo tutti,io x esempio non ho neanche i soldi x chiudere l attività,ho il cappio al collo ordino i carburanti con il contagoccie e i soldi che incasso con il lavaggio li tengo da una parte x pagare le bollette e mangiare.quando mi confronto con altri colleghi di varie compagnie noto che la situazione è=.comunque un tamoil ha chiuso e la compagnia lo sta selfizzando(se anche ce il bar ed il lavaggio non hanno trovato il gestore con la pubblicità che giustamente fa il vecchio gestore)altri 2 tamoil sono chiusi da anni un eni è gestito da pachistani(lavorano pochissimo ed al lavaggio non ci va nessuno) un ip chiude a novembre,un altro ip è selfizzato è al bar ci sono rumene ma vogliono lasciare la gestione come hanno fatto altri in provincia di vicenza,sulla superstrada sono + gli impianti chiusi che quelli aperti ecc.ecc.ecc.

anonimo
anonimo
5 anni fa

cari sindacati federali andate a leggervi l articolo 1467 del c.c. e spedite subito la disdetta collettiva.possono anche fari i duri ma…x esempio brachetti che ha da poco comperato la totalerg dove trova 5000 gestori,chi ci mette ….

luigi mattiozzi
luigi mattiozzi
5 anni fa

Sono venti anni che si parla di ristrutturazione della rete sono stati
versati miliardi di lire ed ora centinaia di milioni di euro prima coi
veramenti alla cassa GPL oggi all ocsit per fare cosa ?
Se con l ultimo decreto e con l iscrizione all anagrafe carburanti si
dichiara che gli incompatibili sono 140 su 22.000 penso che qualcosa non torni
Ci sono impianti che erogano 500.000 lt e sono il 30% del totale se hanno un gestore quest ultimo avrebbe un reddito lordo annuo di 20-25.000 euro ,se erogasse in servito il 20% con overpricing di 15 o 20
cts litro la compagnia percepisce 15.000 o 20.000 euro di extra entrate ecco il motivo per cui gli impianti cosidetti marginali sono in piedi perchè le compagnie guadagnano ed il gestore fallisce .
Gli accordi che sono stati siglati sono fortemente penalizzanti per il
gestore poichè se sono in comodato e sono autonomo non posso pagare un
affitto mascherato con il mio lavoro sul servito
Bisogna che il gestore abbia il suo minimo reddito garantito perche di
fatto non è un impresa non potendo avere nessuna autonomia ma un dipendente mascherato senza nessuna tutela , non si puo liberalizzare
senza un arbitro terzo diventa un anarchia: Il pro litro su un prezzo
variabile non funziona o si parla di contratto di commissione o di altre forme con una base certa di reddito annuo altre vie non vedo
Ripeto come ho spesso scritto su queste pagine neanche i vecchi contratti di mezzadria erano cosi penalizzandi rispetto agli attuali
contratti o accordi di categoria
Speriamo che qualcosa possa cambiare in meglio

anonimo
anonimo
Rispondi a  luigi mattiozzi
5 anni fa

come ho già detto l unica possibilità che si ha è intentare una classaction x eccessiva onorosità sopravvenuta art. 1467 c.c. minacciando le società ed il governo di una disdetta collettiva…