Il rapporto contrattuale tra la proprietà degli impianti e i gestori in contratto di comodato presuppone una collaborazione tra due soggetti aventi entrambi come unico scopo l’utile d’impresa, solo questa è la base contrattuale dalla quale partire per regolare i rapporti economico-contrattuali.
La proprietà è il soggetto forte che si avvale del gestore per raggiungere l’obiettivo dell’utile d’impresa, il gestore, formalmente imprenditore autonomo ma soggetto debole, accetta volontariamente una pesante limitazione della propria libertà di imprenditore in cambio della garanzia di un utile d’impresa rapportato all’impegno professionale e economico.
Il rapporto gestore-proprietà normalmente si sostanzia tramite il Contratto di Comodato gratuito con un contratto di fornitura collegato al contratto principale, va evidenziato che il Contratto di Comodato è un finto contratto gratuito, deve essere palese anche ai non addetti ai lavori che l’obbligo della fornitura in esclusiva, previsto nel Comodato, è il costo del contratto, gratuito lo sarebbe il contratto se il gestore potesse rifornirsi nel mercato e senza esclusiva, la differenza tra il prezzo di cessione da parte della compagnia e il prezzo di acquisto nel mercato è facilmente individuabile ed è questa differenza il costo del contratto “gratuito”.
Fatta questa premessa, che ad alcuni potrebbe sembrare peregrina, ma fondamentale per inquadrare il rapporto gestore proprietà, deve essere individuato qual è l’interesse del gestore ad accettare la limitazione più pesante per un imprenditore, ovvero la libertà di acquistare i prodotti dal miglior offerente, perché se è chiaro quello della proprietà, compagnia petrolifera o chi altro, che consiste nel vendere il proprio prodotto, non è altrettanto chiaro, per troppi soggetti interessati, quale debba essere il tornaconto per il gestore.
L’utile d’impresa è il tornaconto, e questo è ovvio, come dovrebbe essere ovvio che deve essere congruo in base all’impegno del gestore, ma è il come e con quali garanzie e obblighi della proprietà che non è sempre chiaro, e questo non lo si trova negli accordi sino ad oggi siglati dalle rappresentanze storiche dei gestori, da ciò l’attuale difficoltà economica di troppe gestioni.
L’utile del gestore relativo ai carburanti è frutto del rapporto tra litri venduti e margine prolitro, pertanto la gestione deve essere messa in condizione di far quadrare il bilancio, questo con un giusto mix tra pro-litro e vendite, ed è proprio questo il diritto che il gestore ha acquisito con la rinuncia alla libertà di acquisto e l’imposizione dell’esclusiva.
Pertanto, la proprietà deve garantire al gestore la concorrenza nel suo mercato di riferimento, o trade area per chi non conosce bene l’italiano, e un congruo margine che permetta di coprire tutti i costi gestionali e consenta un utile di impresa degno di tale definizione.
La garanzia di essere concorrenziale nel proprio mercato di riferimento è essenziale per la gestione, deve essere intesa a 360 gradi, non intra brand o riferita ai soli marchi dei petrolieri, ma a tutti gli impianti che interferiscono con la clientela del singolo gestore, impianti a marchio o pompe bianche, self-service o servito oppure i cosiddetti ghost, nessuna di queste tipologie può essere presa a giustificazione per non dare al gestore l’arma della concorrenza. I carburanti, almeno quelli normali, sono visti dai consumatori come un prodotto indifferenziato, e non è certamente la tipologia del servizio che ne cambino le caratteristiche.
In un mercato dove il consumatore pone una elevata attenzione al prezzo, distinguere le varie tipologie e marchio è antistorico, pertanto la garanzia della concorrenza è propedeutica all’utile di gestione, oltre ad essere la contropartita all’obbligo di esclusiva in capo al gestore stesso. Naturalmente deve essere individuato e dettagliato il meccanismo di adeguamento alla concorrenza, ciò per non lasciare le gestioni in balia della proprietà, come attualmente succede.
Il margine pro-litro non può essere astrattamente individuato, ma solo una seria verifica dei costi gestionali individua il giusto margine, gli attuali costi di gestione pongono il livello minimo di margine a 5/6 centesimi al litro per la modalità di vendita self-service post pagamento al quale va aggiunto il 50% del differenziale self-servito per le vendite in servito, con un minimo di 8/9 centesimi al litro. Un congruo margine deve essere inteso come contropartita dell’obbligo di esclusiva.
L’impegno della proprietà a garantire concorrenza e margine, in sostanza l’utile di gestione, potrebbe avere come contropartita un maggior controllo sul prezzo di vendita da parte del fornitore, nel senso che il gestore potrebbe accettare vincoli più stringenti sulla facoltà di determinare il prezzo finale, d’altronde un congruo margine renderebbe praticamente inutile il ricorso all’overprice così come è attualmente previsto. Un dare e avere utile ad entrambi i soggetti.
Concorrenza, margine pro-litro e utile di gestione sono il pilastro portante di un eventuale accordo, cali carburanti, pagamenti, incentivi sulle consegne dei carburanti e altro sono tutto sommato secondari se l’utile di gestione è congruo, ad esempio: dove sta il problema delle commissioni della moneta elettronica se i costi sono già compresi nel margine? Se impegno e
responsabilità, anche penale, del gestore hanno la giusta contropartita economica? Oggettivamente non si prevedono particolari difficoltà nello stilare i dettagli di un eventuale accordo che ponga le sue fondamenta sull’utile di gestione.
A qualcuno potrà sembrare semplicistica la nostra posizione, ma è bene ricordare che ai gestori, o almeno alla maggioranza di essi, importa solo che alla fine i conti tornino, che la cassa non pianga, non importa come, ma la differenza dare/avere deve essere congrua.
Due righe al riguardo dell’illegalità nel settore della distribuzione dei carburanti, e non servono tante parole: Siamo senza se e senza ma a favore della lotta all’illegalità, consapevoli che tutti i soggetti onesti debbano farsi carico di un qualche onere, ognuno per la sua competenza, alla fine, se la lotta darà i suoi frutti, gli oneri si trasformeranno in utili, per tutti.
GAIA – Andrea Messina
ANGAC – Giovanni Zidda
Gisc_TV – Moreno Parin
va bene margine equo ma anche prezzi concorrenziali