Angac disconosce gli accordi interprofessionali. Nuova richiesta a partecipare ai tavoli di trattativa

Con una comunicazione dello studio legale Macciotta & Associati, inviata a tutte le maggiori compagnie petrolifere e alle tre associazioni di categoria FAib, Fegica e Figisc, i Gestori rappresentati da Angac, associazione nazionale autonoma dei gestori di carburante nata in Sardegna, hanno disconosciuto gli accordi interprofessionali motivando che gli stessi accordi avrebbero costituito “l’illiceità delle clausole costituenti abuso di dipendenza economica”.

Secondo Angac, inoltre, Faib Fegica e Figisc “le quali si qualificano come maggiormente rappresentative della categoria”, si sarebbero discutibilmente arrogate il “diritto di partecipare alla contrattazione collettiva, siglando accordi con presunta validità erga omnes e, dunque, validi ed efficaci anche nei confronti dei gestori che non siano loro associati”. Tuttavia, continua la comunicazione, “sebbene la ratio della previsione degli accordi interprofessionali si sostanzi -evidentemente – nella necessità di riequilibrare la manifesta asimmetria di forza negoziale sussistente tra le parti contrattuali, la mia assistita lamenta come gli stessi accordi si siano, inspiegabilmente, rivelati nel corso del tempo uno strumento fortemente lesivo degli interessi dell’intera categoria.”

Lo studio legale in nome e per conto di Angac fa presente che non può sfuggire come “alcune condizioni contrattuali inserite nei predetti accordi collettivi impongano insostenibili condizioni economiche e di gestione che impediscono, di fatto, ai gestori di organizzare liberamente la propria attività imprenditoriale.” A titolo esemplificativo ma non esaustivo, chiarisce la nota, “ci si riferisce, in particolare, alla predeterminazione da parte delle Compagnie del prezzo finale di cessione dei prodotti petroliferi (il quale, benché denominato prezzo “consigliato”, viene tuttavia di fatto imposto al singolo gestore, essendo a quest’ultimo preclusa la possibilità di discostarsene oltre un certo esiguo margine, pena l’attuazione, da parte delle compagnie, di una serie di azioni vessatorie). Tale imposizione, fa si che i gestori siano sottoposti ad un ridotto margine di guadagno che, oltre ad essere del tutto insufficiente a fronteggiare le spese necessarie per lo svolgimento dell’attività lavorativa, risulta nondimeno incompatibile con l’essenza dell’attività imprenditoriale del gestore, libera – per definizione – da qualunque vincolo di subordinazione o a questo assimilabile.”

È in questo quadro, continua la comunicazione, “che si innesta la costituzione dell’Angac — associazione senza scopo di lucro avente quale obiettivo principale la tutela degli interessi della categoria — la quale, nel denunciare la fallimentare azione rappresentativa finora esercitata dalle summenzionate associazioni, ha rivendicato in diverse occasioni, sia nei confronti delle Istituzioni che delle principali Compagnie petrolifere, il proprio diritto di partecipare attivamente alla contrattazione collettiva aziendale così come ha rappresentato a più riprese l’urgenza di addivenire ad un tavolo tecnico di trattative con le singole Compagnie per il riordino del settore della distribuzione dei carburanti, onde permettere la sopravvivenza della categoria.”

Sorprendente, secondo lo studio legale, viste le “richieste a gran voce formulate dai gestori per mezzo dell’Associazione mia patrocinata sono rimaste amaramente inascoltate, e a tutt’oggi a quest’ultima viene preclusa, del tutto ingiustificatamente, la possibilità di partecipare e rappresentare i diritti dei propri associati nelle opportune sedi.”

Il riferimento all’incontro del 16 dicembre tra Eni e le associazioni dei Gestori con la quale sarebbe stata negata ad Angac “la partecipazione agli incontri che determineranno il futuro della categoria, e ciò – circostanza ancor più grave — omettendo di fornire qualsivoglia motivazione” incontro “nel quale si sarebbe proceduto ad avviare la fase negoziale volta a definire il rinnovo degli accordi collettivi aziendali da applicare ai gestori degli impianti a marchio posti sulla rete ordinaria senza coinvolgere in alcun modo l’Angac.”

La missiva si conclude chiedendo di intervenire “quanto prima per rendere l’Associazione edotta delle ragioni che finora hanno precluso un suo coinvolgimento.” E rivendicando come “l’Angac in rappresentanza dei suoi associati e a mio ministero, nel reiterare fermamente, ancora una volta, il proprio diritto a rivestire un ruolo attivo nell’ambito della contrattazione collettiva, disconosce formalmente la validità degli attuali accordi aziendali contenenti clausole costituenti abuso di dipendenza economica da parte delle Compagnie, nonché quelli futuri, eventualmente assunti in difetto della rappresentanza legislativamente garantita.”

In difetto, l’Aganc “riserverà ogni iniziativa in sede civile e cautelare e fermo, in ogni caso, il diritto al risarcimento del complessivo danno patito e patiendo.”

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PInello Balia
PInello Balia
3 anni fa

Buongiorno a tutti, questo è il nostro anno, dobbiamo riprenderci il passato e il futuro della nostra amata categoria. Unitevi ad ANGAC e vedrete che tutti assieme riusciremo a mettere in atto nuove iniziative.
“L’unione fa la forza dei veri Gestori”
Chi più di noi Gestori può fare i nostri interessi??
SVEGLIAMOCI!!